Riferimento: Così Galileo ha perso l'aureola
Riprendo questa vecchia discussione aperta da Emmeci perchè "Galileo" continua ad essere non solo la bestia nera della chiesa ma anche di molti filosofi, a giudicare dalle affermazioni di Severino. Ed il punto è sempre il solito: solo il magistero della chiesa possiede verità assolute, e tutto il pensiero deve adeguarsi a queste, in quanto qualsiasi altra forma di conoscenza è relativa. Vale la pena ricordare che Giordano Bruno definì "asino ignorante" il monaco che scrisse la prefazione al "De revolutionibus orbium coelestium" di Copernico, prefazione nella quale l'eliocentrismo doveva intendersi come mera ipotesi atta a facilitare i calcoli. Per lo stesso motivo Galileo fu reguardito da Bellarmino a considerare l'eliocentrismo una mera ipotesi, e vale la pena ricordare che il "Dialogo" (l'opera per la quale fu processato) ottenne l'imprimatur della censura dopo che Galielo fu invitato a cambiare titolo (per non nominare le maree, che egli, sbagliando, portava come prova della presunta rotazione). In realtà il papa si arrabbiò perchè nei "Dialoghi" il sistema tolemaico veniva difeso da un personaggio, "Simplicio", con argomenti deboli e sciocchi. E il motivo vero del dissidio, che rimane vivo ancora adesso, era proprio il fatto che le "verità" di scienza, per la chiesa, dovevano intendersi come pure ipotesi, per non contrastare con le scritture.
Dove Severino coglie in questo comportamento addirittura una sorte di modernismo della chiesa di allora, è per me un mistero. E soprattutto credo che Severino abbia completamente frainteso il concetto del "fallibilismo" oggi acquisito dalla scienza: già Galileo nei "Dialoghi" parlava di "sensate esperienze e certe dimostrazioni" e qualsiasi scienziato sa che basta un solo esperimento negativo a far crollare una teoria. Permane invece nella chiesa di oggi, come in quella di allora, e in molti filosofi contemporanei, come Severino, questa assurda idea che le verità di scienza sono relative, fallibili, e quindi non assolute; è questo il punto sul quale scienza e cattolicesimo sono e saranno sempre incompatibili e in contrasto tra loro.
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