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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
31-03-2009, 08.57.44 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
E' proprio così. Sui valori. In un rank order dei valori più condivisi da una determinata categoria di persone compaiono il divertimento e la ricchezza. E' evidente come anche per i valori sia difficile trovare ampi consensi. Ed allora bisogna accettare che il relativismo è inevitabile? Suppongo che lo sia. Siamo proprio sicuri che il relativismo di fatto è solo un frutto dei nostri tempi? Un più vasto consenso etico nel passato non era più che altro frutto d'ipocrisia o di camaleontismo? |
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31-03-2009, 10.39.27 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La tirannia dei valori
Sì, l’etica (come l’estetica) sono discipline sempre traballanti se non addirittura senza valore quando si passa – come diceva Goethe – “dalla grigia teoria all’albero d’oro della vita”: e il tuo rifuggire dall’etica nel momento in cui ti trovassi, Epicurus, a dover soccorrere qualcuno ne è un’efficace esemplificazione. E’ la sconfitta di tutto ciò che si presenta come un modello che irrigidisce i cuori e le menti e la tua rinuncia alle regole è in fondo ciò cui io stesso giungo quando penso alla parola pietà, che a volte mi appare come la norma assoluta, ma subito sono costretto a riconoscere che sembra tale nonostante o proprio perché è inapplicabile assolutamente, quando una scelta è ardua e forse impossibile – cioè quando si diano casi in cui non sapresti chi veramente soccorrere e come realizzare l’ideale della pietà.
Ma, per lasciare da parte questi casi estremi e assumere per un momento il compito meno stressante del filosofo, ricordo quanto Max Weber scriveva a proposito dei compiti dello storico: il quale dovrebbe prescindere da ogni considerazione dei valori, anche da quelli in cui egli personalmente crede e per cui non manca di agire quando non fa lo storico; e ricordo però che lui non poté reggere a lungo all’aria rarefatta del teorico della storia e dovette a un certo momento ricredersi….Così che io, nel presentare questo argomento, non ho voluto a buon conto azzardare un giudizio definitivo riguardo ai valori, che sono, specialmente oggi, una materia difficile da trattare, potendo apparire come luminosi fantasmi e come spettri capaci di raggelare la vita. Un dubbio rimane comunque dopo aver letto le tue valide argomentazioni, perché mi pare che rimandi tutto a un impegno verso l’essere umano, escludendo dubbi sulla possibilità di considerarlo un soggetto insufficiente quando si parla di valori e morale. |
31-03-2009, 17.51.06 | #5 | |||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
Se leggi attentamente il mio intervento troverai sì un attacco all'assolutismo morale, ma non una difesa del relativismo. Anzi dalle mie parole si può capire più o meno implicitamente che la morale ha un carattere intersoggettivo, nel senso che un gruppo di persone possono dialogare tra loro per trovare una soluzione migliore per alleviare la sofferenza del prossimo. Cioè, non è vero che tutto va bene, anzi. Citazione:
Il "sentimento morale", cioè l'obbligo che sentiamo verso il sofferente di aiutarlo, -- che potremo chiamare, come tu proponi, pietà -- è il fondamento della morale, il suo fine, la guida che deve sottostare ogni nostra azione etica. E' naturale, poi, che nel momento dell'attuazione dell'azione, della scelta del compromesso tra i vari valori, deve subentrare una forma di argomentazione che potremo chiamare "ragion pratica". In sintesi: si utilizza la ragion pratica guidata dal nostro sentire morale. Citazione:
Sono ben consapevole che le scelte morali, molte volte, si presentano come dei veri e propri dilemmi: non ho intenzione, quindi, di affermare che tutte le questioni morali sono di facile soluzione, anzi. Ma non voglio neppure cedere dall'altra parte, affermando che l'uomo non è minimamente in grado di trattare alcuna questione morale. Chi mai potrebbe farlo se non lui? E quando pensiamo ai valori assoluti, davvero crediamo che da qualche parte nell'universo esiste la prescrizione "non dire falsa testimonianza" proprio come là fuori c'è un sistema solare? |
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01-04-2009, 08.41.12 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La tirannia dei valori
Certo, epicurus, possiamo pensare che l’universo non abbia un decalogo, cioè non abbia problemi morali, e che questi siano un’invenzione dell’uomo – così ingenuo da ritenere quella in cui si trova una situazione ottimale, o così pretenzioso da fargli pensare che la natura è matrigna e che le leggi su cui l’universo si regge sono leggi cattive – mettendosi in questo caso contro non solo i religiosi (per i quali Dio ha creato un mondo bello e il settimo giorno si riposò) ma gli scienziati, che considerano stolto chi pretende di giudicare leggi fisiche col metro morale. Però il problema non è così facilmente risolvibile mettendo a tacere il moralista, perché il suo giudizio mette in crisi non solo la religione e la scienza ma l’uomo nella sua più profonda essenza, cioè nella sua capacità di pensare e riflettere sull’intero universo – che è ciò che lo distingue dalle altre specie assai più che la semplice autocoscienza: la capacità di abbracciare tutto col pensiero e quindi anche col giudizio morale secondo quello che potrei chiamare un “principio antropico” veramente forte, e che potrebbe essere formulato così: l’universo è fatto in modo che potesse essere non solo percepito da un osservatore ma giudicato secondo criteri morali. Il che porrebbe la religione di fronte a un definitivo show-down e all’obbligo di dimostrare che l’uomo è veramente fatto a somiglianza di Dio, e quindi sia soddisfatto di quello che esiste, o sia moralmente più esigente di lui. Perché chi ha un’idea più giusta dell’universo? Dio o Schopenhauer? San Francesco o Eschilo? E, alla fine, il religioso che si compiace di questo universo, lo scienziato che lo lascia alla sua realtà, o il filosofo che può qualche volta giudicarlo cattivo?
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01-04-2009, 13.54.07 | #7 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,009
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
Sì, ma la negazione dell'assolutismo morale implica, anche senza difenderlo, il relativismo morale. Anche parlare di un ricerca morale all'interno di un gruppo dialogante implica l'idea del relativismo. |
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02-04-2009, 15.13.00 | #8 | |||
Moderatore
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
Già questo tuo modo di esprimerti è profondamente forviante. Mi pare ovvio che l'universo non può essere considerato un agente da rimproverare o da lodare... ma questo non ci costringe a dire che i problemi morali sono inventati dall'uomo, nel senso che sono in qualche misura arbitrari e soggettivi. Eventualmente si può dire che è l'uomo che si può porre problemi morali. Citazione:
Ciò è vero se assumi che le uniche posizioni siano l'assolutismo e il relativismo, ma io credo che queste due opzioni non rappresentano tutto lo spettro possibile... In particolare, io non reputo falso l'assolutismo morale, lo reputo un nonsense, ma è ovvio che anche una negazione del nonsense è un nonsense a sua volta. Citazione:
No, la ricerca morale all'interno di un gruppo morale esclude il relativismo. Se è tutto relativo, allora non c'è spazio per dei disaccordi, tanto è solo questione soggettiva, proprio come non ci può essere disaccordo tra di noi se sei più buono il gelato alla nocciolo o alla crema ("tanto è solo questioni di gusti"). Il disaccordo e la ricerca hanno senso solo se si presuppone che non valga il "tutto va bene" del relativismo, cioè si deve avere qualche idea di oggettività. Quello che propongo, infatti, è un'idea di etica non relativista, non assolutista, ma umana e oggettiva. |
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02-04-2009, 16.11.10 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
Per etica umana, suppongo che tu ti riferisca ad un etica razionale prodotta dalle donne e dagli uomini. Ciò che è oggettivo ... Per oggettivo si può intendere: reale, che ha per fondamento la realtà per sé stessa, concernente l'oggetto in quanto simbolo di una sussistenza autonoma o generalizzata e quindi estraneo a qualsiasi possibilità di intervento o di interpretazion da parte dell'individuo, spassionato, imparziale. Converrai che propore un'etica oggettiva sposta il problema al significato di questo vocabolo. Se non identifichi il significato che intendevi con oggettivo con alcuno di quelli proposti sopra, esprimi il significato che tu attribuisci ad oggettivo. Ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 02-04-2009 alle ore 20.44.59. |
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02-04-2009, 16.47.27 | #10 | ||
Moderatore
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Riferimento: La tirannia dei valori
Citazione:
Intendo più precisamente quello che ho affermato nei post precedenti. Citazione:
Leggendo quello che ho scritto si può capire che per "oggettivo" non intendo "aderente ai fatti" (infatti i valori morali non stanno là fuori nel mondo, non sono cose concrete), bensì lo intendo in contrapposizione a soggettivo ed arbitrario. Quindi l'etica che propongo è oggettiva perché nei problemi morali io dichiaro che ci sono posizioni migliori di altre, cioè nego che ogni posizione possa andare bene nella stessa misura. |
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