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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
07-03-2009, 07.19.11 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Una religione virtuale
Strana la convergenza che tu trovi fra il mio pezzo sull’eroismo e qualcosa che ha a che fare con Wikipedia, che so appena appena che cosa sia. Comunque dalla frase wikipediana che citi non mi pare proprio che ci sia una somiglianza con quello che dico e che richiama eventualmente la mitologia e la cultura greca, alla quale mi sento legato da quando ho cominciato a pensare (vedi il mio piccolo autoritratto dell’anno di grazia 1940).
Puoi quindi senz’altro considerarmi un residuo del passato, tale da farsi incantare – tuttavia - non solo da Ettore o Achille, ma da quell’Eracle dai saldi bicipiti capace di portare sulle spalle la pelle del famoso leone, così come il tuo patrono san Giorgio porta la spoglia del drago. |
07-03-2009, 10.17.14 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Una religione virtuale
Citazione:
Lo conosco piuttoso bene Wikipedia perchè sono un collaboratore da molti anni. Chi ama esprimersi con un linguaggio, chi con un altro. Le differenze sono poche. |
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07-03-2009, 10.58.19 | #14 |
alék
Data registrazione: 28-03-2007
Messaggi: 23
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Riferimento: Una religione virtuale
La mia religione si basa sulla ricerca di sé stessi. Le simbologie sono escluse come lo sono i concetti o i dogmi...la politica men che meno!
Esiste una sorta di ricapitolazione che nasce dall'osservare le situazioni che si sentono ingiuste o inappropriate nei confronti del proprio "essere". Tale ricapitolazione porta a una revisione dei propri pensieri, delle proprie convinzioni che abbracciano un insieme di ragionamenti che ti hanno accompagnato durante la tua esistenza e che si sono creati atti ad evolvere uno spirito di adattamento in questa società. "... dacci oggi il nostro pane quotidiano..." "...non ci indurre in tentazione..." Imperativi inutili che sviano e danno una falsa indicazione sul come applicare la propria religiosità. La fede é solo un mezzo a disposizione per coloro che ambiscono alla consapevolezza dell'essere o per dare una speranza al ritrovamento di esso. Essere significa accettare le proprie situazioni di vita nel proprio spazio senza giudicare, indiscriminatamente e la propria religiosità serve a dimostrarti come reagisci o agisci quando vieni confrontato col prossimo. Che mi dicano stupido o genio non dovrebbe fare nessuna differenza in quanto le recepisci come parole esteriori non tue e con la consapevolezza che chi ti sta di fronte non é in grado di giudicarti, in tutti i casi. Ognuno, in fondo, si rende conto che manca sempre qualcosa nella propria esistenza e ricorre ai mezzi a disposizione che offrono le religioni, la politica, la famiglia o il mondo del lavoro per colmare questa lacuna; si cerca sempre al di fuori ma mai dentro sé stessi; ecco perché sembra tutto virtuale. |
09-03-2009, 09.01.02 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Una religione virtuale
Sembrerebbe da quello che dici - Alék - che reale sia solo il singolo individuo, e che il resto è virtuale cioè potrebbe essere e non è. E’ la posizione del solipsista, il quale è certo della propria esistenza, mentre sarà sempre impossibile dimostrare l’esistenza di un mondo esterno e di altri individui simili a lui. Il guaio è che neanche di questo posso essere certo, e che anzi, se rifletto su di me, cioè se cerco di capire che cosa io sono o che cos’è il mio pensare, l’obiettivo mi sfugge e il mio io tace inesorabilmente.
In genere la posizione del solipsista è stata confutata da filosofi che credono nella moralità, in quanto si risolverebbe in puro egoismo. Tu però ammetti, mi pare, che l’esistenza degli altri non possa essere esclusa, cioè appunto possa dirsi “virtuale” – se non addirittura virtuosa - ma come dimostrarlo? Una cosa è certa, che se non vogliamo affidarci a quelli che Kant (oltre che qualsiasi uomo coi piedi per terra) chiamerebbe i sogni di un visionario, cioè se noi veramente esistiamo, è perché qualcun altro è esistito prima di noi, anche se pater semper incertus….Certo tu puoi dubitare anche di questo e credere da buon cristiano che Giuseppe fosse solo un padre putativo o addirittura credere, come il grande solipsista Max Stirner, che ogni sforzo diretto a subordinare l’individuo a qualche cosa di più ampio di lui - un'ideologia sociale, politica o religiosa, sia uno sforzo sprecato anzi una pretesa inconsulta, e che l’unica ragionevole conclusione è rimanere fedeli a sé stessi e alla propria singolarità, anche se, come dichiara lo stesso Stirner “Io ho riposto la mia causa sul nulla”. (Questo va bene anche se vogliamo rispettare il tema centrale di questo argomento, cioè la possibilità di una religione fondata non sulla certezza dell’assoluto ma sul dubbio che l’assoluto esista e quindi, alla fine, fondata sul nulla). |
10-03-2009, 10.05.40 | #16 |
alék
Data registrazione: 28-03-2007
Messaggi: 23
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il tema centrale di questo argomento, la possibilità di una religione fondata non sulla certezza dell’assoluto ma sul dubbio che l’assoluto esista e quindi, alla fine, fondata sul nulla.
In entrambi i casi si sta cercando di colmare lacune esistenziali. Io le colmo cercando di capire e rendermi consapevole di come sono fatto, ma non per egoismo escludendo gli altri, ma, al contrario, per sviluppare un'empatia con gli altri. Sono convinto che capendo me, capirei anche gli altri...non posso ignorare il fatto che io non sia totalmente diverso da te; ecco l'unione, ecco la non divisione, ecco l'assoluto. Secondo me le religioni fondate sul nulla sono quelle create diversamente dagli archetipi dell'essenza dell'uomo. Non si può rinnegare la propria esistenza, come si fa? Non rientra nella mia capacità razionale di pensiero. Esisto qui sulla terra ma so che non ho a disposizione solo questa esistenza. solipsismo é ogni dottrina che concepisce l'io come unica realtà esistente(Garzanti) Se fossi solipsista cercherei, come la maggior parte degli esseri umani, al di fuori di me ... mettendo in cattedra l'egoismo. |
11-03-2009, 07.18.04 | #17 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una religione virtuale
Ti ringrazio, Alek, per aver voluto puntualizzare il senso essenziale dell’argomento che ho introdotto. Vorrei però precisare che anche una religione fondata sulla certezza dell’assoluto può essere una religione virtuale, cioè una religione che proprio perché mira all’assoluto ignora o scarta ogni sua formulazione, cioè, alla fine, ogni pretesa di definire Dio - ogni religione che s’identifica con una chiesa e il suo catechismo. Potrai domandare: che cosa allora rimane?
Pensa all’uomo che si sveglia nella tenebra della notte e sa di non avere più nessuna speranza che le cose possano cambiare e possa tornare a sfiorarlo un’ombra di pace: può darsi che egli senta emergere dal suo intimo un’ultima invocazione d’aiuto – ma chi invocherà? Forse il dio ottimo massimo, il dio giusto e misericordioso, il dio creatore del cielo e della terra, il dio delle chiese? O quella cosa informe ed innominabile che sfugge a ogni rosario, ogni litania, ogni messale e che può essere – ma con quanta fatica – identificata dal filosofo solo con la parola assoluto? E’ questa, Alek, per me la religione virtuale, che è alla base di ogni religiosità istituzionale anzi di ogni possibile fede – e sarà la sola a non spegnersi neppure sulle labbra dell’agonizzante. Che abbia o non abbia ricevuto il viatico e la promessa d’una medaglia al valore. (Dico questo anche per rispondere all’osservazione di Giorgiosan che “una religione anonima non avrebbe alcuna presa sull’animo umano”: può darsi infatti che giunga un momento nella vita d’un uomo che anche un fantasma o un ricordo d'amore possa bastare). |
11-03-2009, 19.40.06 | #18 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una religione virtuale
Citazione:
Proprio perchè né quella religione virtuale che la Nussbaum auspica né un astratto ed improbabile "assoluto" cervellottico possono mai suscitare un sentimento è meglio restare nelle tradizioni che hanno saputo scaldare il cuore di tante persone. Le gente semplice ha la vista migliore. In questo c'è una grande giustizia. |
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12-03-2009, 08.18.36 | #19 |
alék
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Riferimento: Una religione virtuale
Se ti seguo bene, Giorgiosan, secondo la tua visione, una religione virtuale é un prodotto creato da una speranza per colmare una lacuna che un essere umano cerca di colmare e il fatto che sia un'incognita, fa subentrare la tanto proclamata fede.
Potrei analizzare allora la comparsa dell'illusione? facile ! appare in tutti i casi e sotto il punto di vista mistico, la si potrebbe usare come jolly. Che sia totalmente al buio o che abbia una leggera fonte di luce é sempre speranza e non farebbe alcuna differenza visto che cerca sempre un qualcosa a cui appigliarsi per ... "ritrovarsi. Un religioso invocherà colui che ha appagato di più la sua trovata illusione, mentre un ateo, in circostanze di pericolo o di sconforto, invocherà,,,chessò io , la sua mamma o il suo datore di lavoro. Esisterà comunque sepre un qualcuno o qualcosa a cui appigliarsi ed é questo il punto focale, secondo me, ed é quello cui citavo nei precedenti post, che si cerca sempre qualcosa a cui appigliarsi per colmare la lacuna che si prova se ci si guarda dentro in quegli attimi di folgorante consapevolizzazione. Non é mia abitudine porre delle resistenze in qualsiasi situazione perciò accetto qualsiasi "salvagente virtuale". Una definizione di religione potrebbe essere: pacca sulla spalla di incoraggiamento per coloro che si sono inoltrati nel labirinto dell'illusione. Ognuno é il suo spazio dove tutto può accadere...lasciamo che accada, tanto é solo all'uscita che ci accorgiamo che il labirinto stesso non serviva affatto. (conclusione azzardata, ma mia ) |
12-03-2009, 08.29.54 | #20 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una religione virtuale
Giusto, Giorgiosan, rivalutare i semplici nello spirito, solo ricordando che qualche volta si sono scaldati il cuore intorno a roghi accesi per bruciare il filosofo sotto lo sguardo dell’inquisitore e dei potenti che doverosamente si segnano…..Può essere infatti proprio “la gente semplice che ha la vista migliore” ad applaudire chi porta alla morte l'eretico o il filosofo che non s’inginocchia. Ma non voglio generalizzare, solo osservare che è proprio un duro compito quello di cavare il vero senso da ciò che dicono i libri, anche quelli ispirati da Dio….
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