Ti ringrazio e ricambio l’apprezzamento per la capacità che hai di articolare il discorso su diversi ambiti disciplinari, per quel che riguarda me invece devo constatare che l’eccessivo affollarsi di argomenti penalizza la chiarezza espositiva e come se non bastasse riesco ad essere particolarmente confusionaria, ho sbagliato infatti a linkare alla pagina e se non si chiarisce il senso che ho dato alla parola narciso, cioè quello che ne dà McLuhan difficilmente si riesce a comprendere la totalità delle mie riflessioni.
Per maggior chiarezza allora rimando a questo link
http://www.scribd.com/doc/3818402/La...rshall-McLuhan
Dove asserisce che il mito è stato male interpretato, e nel nome Narciso, Narcosis in greco che si traduce come torpore (e non come avevo erroneamente detto riguardo la radice) bisogna intendere l’intero significato simbolico ed è la ragione stessa per la quale non è mai stato possibile interpretarlo correttamente.
Ovviamente sono sue asserzioni e passibili di dissenso, non è questo in discussione, ma prendiamolo qui per buono, la sua teoria del torpore davanti al non riconoscimento di se stessi o di estensioni di sé provocherebbe l’asservimento al mezzo e non il suo utilizzo, è da qui che nasce l’accostare alla tv il tipo di comunicazione utilizzato.
Come fai notare è nell’ambito famigliare che si studiano le dinamiche comunicative, fatte di relazioni anche più che contenuti, e la doppia relazione che si instaura nel messaggio su due piani diversi, quello ad esempio di una madre che intima di essere spontaneo è irrecepibile perché il figlio è nelle condizioni di far dipendere la sua stessa esistenza dal genitore. Ma questa relazione si può trasferire anche al di fuori dell’ambito famigliare, come tra un soldato ed il suo superiore in guerra, o in ambito lavorativo, in stai di precarietà del lavoro tra il lavoratore precario che vede in pericolo ilo suo mezzo di sostentamento e il suo capo, o, ancora, in un periodo di profonda crisi come questa dove il popolo dipende psicologicamente dal suo governo e dai suoi politici di riferimento, e ancora tra il sé e l’estensione di sé.
Bisogna che le due cose siano unite, il mezzo, con i suoi effetti incontrollabili e la comunicazione come aggravante, presi separatamente non avrebbero la portata che intendevo dargli.
Ho letto anche il tuo post in cos’è la cultura, e condivido, mentre Galimberti lo condivido un po’ meno, secondo me non tiene in considerazione proprio l’apporto nichilistia -in senso negativo- della odierna situazione e dell’uso della comunicazione e i suoi mezzi, infatti queste riflessioni mi son nate proprio dal dissenso da quel che scrive lui nel suo libro, anche se fa delle analisi molto condivisibili, tralascia qualcosa di estremamente importante. Qualcuno lo ha ribattezzato oggi regime televisivo, regime inteso in ogni senso faccia venire in mente. (e forse internet potrebbe essere un mezzo per sottrarsi ma non so quanto migliore dell‘altro, in ogni caso spaventa molti dal momento che si sta cercando di porre censure e limiti all‘espressione internettiana)
Altro dissenso, ma probabilmente non l’ho poi tanto capito il suo proporre il viandante come soluzione, in qualità di viandante non mi pare di aver raggiunto una qualche elevazione sopra le incertezze, o una maniera per non farmene travolgere, anzi, il rivedere continuamente le mie opinioni e riaggiustarle per sopraggiunte ragioni ineludibili non mi permette affatto di poter vantare qualche tipo di serenità, anzi ..
Fin qui è solo opera mia e ho attinto alle teorie per farne di mie, mentre per quel che riguarda il d.o.c. ho riportato solo quello che ho appreso da un articolo su una rivista di neuroscienze e psicologia, Mente e Cervello, nel quale appunto si riprende la prescrizione del sintomo in alcuni casi, non potrei mai sognarmi di andare a pescare dalle tesi altrui per elaborare terapie di mia iniziativa per cose così delicate poi, mentre tanto altro di Watzlawick e della scuola di Palo Alto è stato lasciato per strada, come il doppio legame causa della schizofrenia, oggi ci sono altri metodi di studio, e per fortuna, e la “scatola nera” non sembra essere più sufficiente. Oggi si può osservare attraverso le tecniche di immagine cerebrale direttamente l’oggetto di studio.
e, pare anche che, se recitato in latino la sua metrica permetta di sincronizzare il ritmo respiratorio a quello cardiaco, scientificamente provato.
No, no, è dovuto al fraintendimento di una tua frase, che ora che la rileggo meglio
Mi rendo conto di non aver capito cosa tu intendessi. Come non credo di aver ancora capito a cosa tu faccia riferimento con questa frase
Capisco invece e condivido la tua preoccupazione sulla perdita dell’alfabetizzazione lenta e ineluttabile che si sta verificando con i nuovi mezzi tecnologici, tra chat ed sms/MMS ed emoticons, l’immagine domina sulla parola, una trasmutazione quasi alchemica del segno, e persino sui fora (per fortuna questo ancora no), dove il contenuto dovrebbe essere il protagonista si trasferiscono comportamenti acquisiti da tv spazzatura come quelli della De Filippi sul fare a gara a chi urla di più imponendo sugli altri le cose più nonsense purché le si urli a suon magari pure di insulti e prevaricazioni di mille tipi. E torno dunque al discorso di Watzlawick sugli aspetti relazionali, più che di contenuto, contagiati da quel mezzo che è la tv dispensatrice di maleducazione e manifestazione di rigetto della cultura.
Temo anche io che editoria, i giornali, i libri, se non lo sono già verranno rimpiazzati ben presto da questi nuovi mezzi.
Infine, magari mi sto sbagliando su tutta la linea, ma mi piacerebbe riuscire a inquadrare bene il problema, e per quello che mi è possibile trovarne soluzioni, ma riuscire a trovare “il” colpevole in una situazione di tali dimensioni sembra difficile, al più si riesce a individuare più concause.