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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
26-09-2012, 08.44.22 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: alienazioni
Citazione:
Se io parlo di alienazione è implicito che io l'avverta in un modo particolare legato alle circostanze della mia vita. Mi sembra doveroso nell'introdurre un tema fare una breve sintesi di menti più illustri della mia che vi si sono imbattute prima di me. Potrei fare qui dell'autobiografia, ma non so a quanti altri potrebbe interessare a parte me. Essere estranei a se stessi mi pare derivi dall'agire diversamente da come si pensa, come diceva Socrate, tanto per fare un'altra citazione Tu mi pare stia criticando l'espressione che passa per le linee tracciate da altri pensatori, ma io credo che prima dell'espressione vi sia qualcosa: la comprensione. Se io ora esprimo qualcosa è perchè prima ho compreso qualcosa, e se ho compreso qualcosa è proprio grazie a quelle mente illustri che hanno elaborato concetti prima di me. Perchè la foce del fiume dovrebbe nascondere la sua sorgente? Cicerone, fatti forza è l'ultima citazione che ti propongo, diceva che è sintomo di ottusità andar dietro ai rigagnoli senza indicare la fonte da cui tutto proviene. Forse ti faccio l'impressione di un mero ripetitore di concetti altrui, in realtà non potrei esprimere una sola parola senza aver prima riflettuto in solitudine, anzi credo molto nell'intuizione. L'intuizione è ciò che inventa, la ragione organizza e spiega ciò che sembra sorgere dal nulla. Le idee più interessanti sono quelle che sorgono all'improvviso, personalmente mi prendo la briga di catturarle quando affiorano nell'intuizione e di riorganizzarle poi secondo ragione in un secondo tempo. Questo è il modo in cui cerco di far procedere il mio pensiero Forse è proprio questa l'alienazione: non avere orecchie per ciò che ci suggerisce la nostra intuizione. |
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26-09-2012, 08.47.15 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: alienazioni
Citazione:
Adam Smith parlava di una mano invisibile che regola l'andamento del mondo, si riferiva all'egoismo del singolo (il capitalista si potrebbe dire) che pur agendo esclusivamente per il proprio interesse, alla fine, previo intervento di una presunta e fantomatica mano invisibile, riesce a far sì che il proprio egoismo si riveli indirettamente un bene per l'intera società. Vale a dire che il capitalista ossessionato dal plusvalore meccanicizza l'intera società, la quale sarebbe in qualche modo debitrice dello sforzo egoistico del proprio "benefattore", in quanto si riflette in una maggiore quantità di beni prodotti, maggiore offerte d'impiego, ecc. Il problema è che ciò può funzionare o in una società in cui il grado di istruzione è scarso, e quindi la vittima del meccanismo sente di non poter fare altrimenti; oppure in una società in cui domina un tipo di istruzione specializzata, rivolta principalmente alla formazione del lavoratore. Quel che accade nella nostra società è che viene impartita un'istruzione di tipo generale, nelle scuole dell'obbligo si insegna Socrate, Dante o Manzoni indipendentemente dal concreto orientamento professionale della persona. Un individuo dotato di una buona cultura generale che si affaccia al mondo del lavoro diventa o un pigro o un ribelle. Ciò perchè data la sua istruzione percepisce di poter far di più di ciò che gli viene offerto, quindi o si adagia, come nel caso di alcuni statali che cercano di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, o si ribella al sistema che lo limita. Forse l'alienazione, intesa come percezione della manipolazione, è una conseguenza dell'allargamento dell'istruzione, ora sempre più grazie alla diffusione dei media, anche a classi sociali cui una volta era preclusa. Un secolo fa, quando i braccianti o i minatori lavoravano 15 ore al giorno in condizioni miserevoli, essi non erano in grado di esprimere la propria condizione e tantomeno di comunicarla alla massa. Oggi il malcontento per la propria condizione è sempre più visibile, le tv a volte fanno a gara per piazzare il microfono in mano al malcontento di turno. Il mal di vivere non è più prerogativa degli uomini di cultura, la quale prerogativa è frutto di una riflessione profonda. Il malcontento è oramai giunto in superficie, è sotto gl'occhi di tutti. Ciò che una volta poteva essere etichettato come il male di chi pensava troppo, adesso è reale, alla portata di tutti. Purtroppo non si riesce più a trovare una consolazione al malcontento, perchè non si crede più che possa esistere qualcosa di spirituale, qualcosa che abbia un senso indipendentemente dal denaro. |
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27-09-2012, 14.05.01 | #8 | ||||||
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: alienazioni
Citazione:
Mi sembra abbastanza ovvio che se sono stanco morto il mio primo pensiero sia quello di riposare, non ho la forza fisica di organizzare una rivolta; anche se poi le rivolte spinte dall'esasperazione non si fanno attendere a lungo. Ma non è stata l'istruzione scolastica a donare la forza mentale di combattere ma la solidarietà raccolta attorno a persone che vivevano la medesima condizione di sopruso (o meglio, violenza). L'istruzione entra ad un certo punto a far maturare una coscienza del diritto che di certo diventa impossibile risultare come frutto di emulazione (essendo il riconoscimento sociale -delle persone accanto a noi- la spinta più forte al farci procedere in una determinata direzione) essendo tale coscienza ancora al suo nascere. Prima della coscienza politica del diritto nasce la coscienza del diritto e prima di questa la necessità di appartenenza, primo vagito di ciò che solo molto più tardi si svilupperà come coscienza della capacità di amare. Citazione:
Vuoi dire che ancora manca una comprensione cosciente del nostro sentire? Che ancora ci necessita l'analisi a specchio dei pensieri che hanno fatto la storia del pensiero? E' possibile. Ma nulla ci vieta che quell'analisi a specchio proceda dalla nostra diretta esperienza e non tanto che sia lecito che questa appaia troppo spesso in coda. Citazione:
Citazione:
Amiamo il pensiero ed il potere del pensiero o il potere di ciò che rappresenta per noi quel determinato pensatore? Citazione:
Sì, lo è. Citazione:
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30-09-2012, 09.31.22 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: alienazioni
Citazione:
Ma il lavoro ormai è diventato mercato del lavoro. Lo sviluppo della tecnologia produce un cambiamento continuo delle figure professionali, diventa difficile vedere la professione come un punto fermo, un solido valore cui appoggiarsi. Si lotta per sopravvivere e questo va bene, è la natura. Ma la sovraproduzione dei beni di consumo spinge la pubblicità a dipingergi come abitatori di un mondo virtualmente esclusivo, dove massaggiatori del nostro ego si prendono cura di noi soddisfando tutti i nostri falsi bisogni da loro stessi creati. E che pretendono in cambio? Soltanto quel vil denaro per gaudagnare il quale occupiamo tutta la nostra giornata. Il risultato è che l'appagamento dei nostri falsi bisogni ci lascia in uno stato di continua precarietà, perchè avremo sempre nuovi falsi bisogni da soddisfare è perchè viviamo sempre al limite della nostra soglia di sussistenza. Non è una novità la scoperta dell'inconscio, le malattie psicosomatiche o le semplici psicopatologie della vita quotidiana dimostrano quanto l'uomo sia inconsapevole del proprio sentire, del resto il 90% dell'attività mentale è inconscia L'esperienza diretta non è altro che soggettivismo, per l'oggettività il pensiero ha bisogno di passare dal ragionamento. Perchè se amiamo il pensiero non dobbiamo amare anche i pensatori? |
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05-10-2012, 08.19.00 | #10 |
Utente bannato
Data registrazione: 27-09-2012
Messaggi: 40
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Riferimento: alienazioni
L'alienazione avviene anche quando ci si guarda per troppo tempo allo specchio e ci si identifica con l'immagine riflessa (e appare diversa da come si è)...o quando un lavoratore che fà un mestiere manuale abituale(operaio )si "aliena" e proietta la sua identità sulle macchine...il pensiero è li o altrove...questa è anche Alienazione.A volte positiva a volte negativa.E' comunque un distacco dalla realtà che compromette l'attenzione sul presente e può portare ad un certo grado di "pazzia" se protratta nel tempo.... L'alienazione non è come il meditare perchè questa porta quasi ad non avere pensieri...quindi ad essere vulnerabili psicologicamente che fisicamente(vedi operaio che se "alienato" può benissimo non accorgersi di un pericolo imminente).Chi si guarda troppo allo specchio ne può uscire sconvolto e ci vuole grande forza per tornare in sè...anche perchè questo atto ti porta di solito ad avere tante domande sul chi sei...sul chi era nello specchio...e se non si è prontamente forti da uscire da questo vortice ti pare quasi di impazzire(provato personalmente).
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