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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-04-2008, 02.07.52 | #7 |
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Riferimento: Saggio per coraggiosi: sulle false notizie di Bloch (1° parte)
Difficile farti un esempio, visto che di TdG non so nulla.
Ma posso dirti questo: noto che le false notizie provengono da situazioni di conflitto sociale o per la risoluzione di questioni, magari anche banali, che altrimenti resterebbero irrisolte (Cantalupo) e che comunque intervengono direttamente nella relazione sociale, con maggiore o minore 'rischio' dei soggetti coinvolti. La TdG si occupa proprio della valutazione dei comportamenti dei vari 'decisori' (sono i partecipanti al gioco) e dei risultati che ne vengono fuori a seconda delle strategie adottate (tu prendi con le pinze quel che ti dico e vai a verificare, se hai interesse per la questione che hai prospettato perché, ti ripeto, di TdG non so). L'origine delle false notizie è diversa a seconda dei vari casi, ma in tutti deve rientrare un accordo di 'sottoscrizione' (questo nell'ipotesi che la TdG possa rendersi utile al nostro fine), chiamiamolo così, sottoscrizione che ha come fine un 'vantaggio' (un pay-off nel linguaggio della TdG, una vincita finale): il pay-off è il poter continuare a giocare e il gioco è obbligatorio perché, qui sta il busillis, l'informazione proviene da chi è difficile osare di smentire o comunque da chi ci sopravanza per qualcosa (talvolta la situazione sociale tutta e non necessariamente il singolo 'decisore', anche se è attraverso il singolo 'decisore' che passa il peso della situazione sociale): ciò in parte accade per quello che dice Bloch (camminiamo nel mondo ad occhi semiaperti e di conseguenza vediamo la metà di quel che c'è e riportiamo, per comodità, quel che sentiamo dire: qui la 'comodità', il pay-off più piccolo, ci suggerisce di non cercar di sapere). Il pay-off sarebbe dunque l'origine stessa della falsa notizia, un vantaggio che potremmo stimare d'ordine etico-sociale. I 'decisori' partecipano al gioco, che noi chiamiamo 'falsa notizia' (per loro si chiama 'News') dove la regola è che perde chi s'accorge che la notizia è falsa Qui il discorso porterebbe lontano e non ho i mezzi teorici né temporali per estenderlo, ma, per fare un esempio, paragona lo svantaggio così acquisito come identico a chi acquista consapevolezza di far parte di un gioco cui il soggetto non credeva di partecipare (perché è di più di quello che immaginava), come il caso di The Truman Show: ce ne sono di migliori, di esempi, ma ora non mi vengono. Comunque si tratta di una consapevolezza che non tutti sono disposti a raggiungere, perché dolorosa: ed è anche il caso di Bardamu, ancorché qui essa sia derivata dal diverso comportamento altrui). Inoltre le false notizie, ho letto, oggi si chiamano news making o news management e rientrano direttamente, come anche tu fai presente, nell'ambito della 'comunicazione persuasiva', adottata per lo più in situazioni di conflitto armato o in cui siano in ballo forti interessi socio-economici. In ogni caso, siamo sempre nell'ambito di situazioni di 'conflitto', tòpos cui si può applicare la TdG. Poi, se mi permetti il lato 'romantico' della questione: l'articolo che hai postato invita all'analisi, prima che i filosofi, i detective e questo mi affascina, amando il sottoscritto tutto ciò che è mistero (e dunque grazie di aver postato). Il mistero è matematica. In sintesi, l'invito, magari inutile -ma doveroso perché sono coraggioso, devo esserlo anche per risponderti senza un sapere- a cercare nella TdG una possibile via d'analisi, nasceva pure dalla ridda di domande che l'articolo poneva al lettore: consideravo, infatti, che prima di poter definire la questione nell'ambito di una sua eventuale 'spiritualità' (come risposta al quesito 'a quale categoria dello spirito appartengono le false notizie'?), deve esser possibile, anzi doveroso, cercare di comprendere il fenomeno nella sua 'articolazione' (se possibile matematica, dunque con una TdG, ad esempio). Spero di esserti stato d'aiuto anche se son solo sciocchezze. Ciao |
25-04-2008, 12.16.04 | #8 | |
Ospite
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Riferimento: Saggio per coraggiosi: sulle false notizie di Bloch (1° parte)
per la verità ho trovato estremamente interessante il tuo post. Ammetto di non sapere nulla di TdG; però mi pare un approccio contemporaneo alla questione che Bloch ha posto in altri termini. Non lo so, ma potrebbe essere davvero così: all'origine delle false notizie sta un vantaggio di ordine sociale.
Citazione:
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25-04-2008, 15.45.17 | #9 |
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Riferimento: Saggio per coraggiosi: sulle false notizie di Bloch (1° parte)
Sto cercando qualche conferma più puntuale all'ipotesi che ti ho lanciato e ti saprò dire replicando su questo topic, a suo tempo, se avrò qualche 'vera notizia'.
In ogni caso la TdG è certamente utilizzata nella 'news making', soprattutto nel marketing, anche legato al consenso politico e rientra, dunque, sicuramente nell'ambito delle tecniche di comunicazione persuasiva. Ma le 'false notizie' di Bloch sono ovviamente di più, o di meno, secondo i punti di vista, dato che l'articolo che hai postato ci presenta una condizione di 'inspiegabilità' del fenomeno, se considerato alla luce dei meri interessi dei soli 'news makers'. Credo che la difficoltà maggiore, anche per l'utilizzo della TdG nella comprensione delle 'fausses nouvelles' (oltre che per il fondamento di ogni scienza sociale e psicosociale), sia quella di trovare il modo di considerare il 'corpo sociale' come un corpo, anziché una ridda di singoli individui, più o meno occasionalmente riuniti in gruppi ed ognuno perseguente un proprio particolare interesse. In sintesi, la scienza sociale non può che avere, in tale prospettiva, un fondamento metafisico. Vale anche qui, pur nella speranza che un modello matematico, quindi una possibile dimostrazione, possa darsi (almeno ad illuderci per un poco delle scienze sociali 'more geometrico demonstrate'), il teorema di incompletezza di Kurt Gödel. Ma, se mi permetti e ricordando quanto un'insegnante di danza a suo tempo mi disse della filosofia in rapporto alla danza, questa essendo una plastica del corpo quella, diceva, una plastica del cervello (prendiamo la parola cervello con le dovute attenzioni), credo che noi dobbiamo, in tale insufficienza in cui ci troviamo, valutare la 'bellezza', insomma la plasticità, per dire con le parole dell'insegnante di danza, di un sistema filosofico, di una dimostrazione matematica o di un sistema assiomatico, e che proprio la bellezza, in cui non possiamo non inserire il criterio di utilità (non esiste una cosa bella e inutile) è forse il paradigma della verità di cui si parla in filosofia ed in psicoanalisi (cfr. 'Il fattore della Verità' di Jacques Derrida). Nota, qui, quanto siamo vicini all'assimilazione della Verità alla Persuasione e quindi, in fondo, alla Scienza come Retorica. Scusa l'accozzaglia di suggestioni. A risentirci. |