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Da Gorgia a Popper: il nichilismo dei saperi
Da Gorgia a Popper. Il nichilismo dei saperi.
La nuova svolta scettica della filosofia ha rinunciato a porsi come sapere assoluto. Il nichilismo del sapere ha origini lontane:
Gorgia: “nulla esiste,se alcunché esiste non è comprensibile all'uomo; se è comprensibile non è comunicabile e spiegabile agli altri”.
Fino a Popper, polemico verso l'empirismo logico, per cui il sapere è sempre congetturale, nessuna teoria è vera e tutte sono confutabili. Ma in extremis salva la nozione della “verità” più verosimile riguardante le congetture non controllabili Così alcune epistemologie post-popperiane dopo un dibattito che ha ridimensionato le sue pretese. Alcune sono più vicine alla verità di altre, e migliori approssimazioni al vero. Tuttavia i post-popperiani non hanno riconosciuto quest'ultima sua nozione di “verità” che pure si potrebbe assumere per l'odierna rivalutazione del verosimile aperto a nuove esperienze in opposizione al “vero” concluso,a favore della ragionevolezza e non del rigore della ragione, incompetente nei campi che sfuggono al calcolo. Per il rilancio di argomenti per natura credibili e probabili come il pragmatismo,la fenomenologia, la psicoanalisi le nuove etiche, ecc.
E'' insostenibile un modello universale e unitario della ragione umana sempre condizionata da rapporti sociali,ideologie, scelte, decisioni,come spiega la sociologia della conoscenza. L'immagine del mondo è per ognuno diversa da quella dell'altro secondo la sua posizione e il suo tempo. Il relativismo culturale rigetta un fondamento assoluto del sapere
La ragione può limitarsi ad argomentare attraverso passaggi con spirito cartesiano (conoscenza,pensiero,intellett o) bene applicato per un'ermeneutica comprensiva e riflessiva che tenga conto di una costellazione di significati e per un'epistemologia come analisi delle conoscenze,che distingue tra i giudizi scientifici e quelli di opinione.
Con un atteggiamento pragmatico si svecchia la cultura combattendo l'oscurantismo di credenze anacronistiche e tradizioni superate. Per il frammentarsi della filosofia in varie specializzazioni è in atto la ricerca di una norma comune che regoli la correttezza del parlare,del pensare,del conoscere, attraverso strutture formali
non disunite dalle osservazioni. Più informazioni non significano più conoscenze, più conoscenze non significano più cultura. Accanto alla capacità di analisi e sintesi in dialettico rapporto premetterei il discernimento selettivo non per imporre una filosofia già pensata, come dice Kant, ma come una delle premesse per imparare a filosofare. Da accogliere come indispensabile interdisciplinarità per ogni scienza umana, particolarmente per quelle della formazione.
I nuovi saperi, come TV new -media, computer,Internet, neospiritualismi, new age, astrologie, ciarpami recuperati dai link vari a caso e senza strumenti selettivi, ecc. disconoscono il ragionamento logico-concettuale e la circolarità dell'uomo tra passato, presente e futuro. Ma la filosofia non è arbitrarietà di parole assemblate, nè dibattiti astrusi e disorganici, fatti di verbosità tronfie che non apportano idee o a processi per autentiche argomentazioni.
Sii analitico,referenziale,struttu rale ,gerarchico, raccomanda il linguista R. Simone. Soprattutto chiediti cosa e come conosce.
Dove va la filosofia? Nelle piazze. Per farne cultura o piuttosto per una spettacolarizzazione giornalistica e per per attirare l'attenzione dei media? E' un' esigenza recuperata dai meccanismi mercificatori e pubblicitari, come hanno già capito i nostri maggiori filosofi.
Platone contrappone il pensiero alla vita: l'essere astratto e generico dimentica la differenza fra l'essere e gli enti singoli.
L'esistere dell'ente singolo individuo che ciascuno è, segnato dal tempo dell'angoscia, ispira la filosofia e la letteratura del '900. L'essere è inconoscibile e si possono solo descrivere i fenomeni interagenti del mondo percepito in rapporto con il linguaggio , entro certi limiti e sospendendo le credenze (epochè)
Secondo Severino fin dai tempi dell'antica Grecia l'ente diviene passando dall'essere al ni-ente,convalidando un nichilismo ontologico: il nulla e le cose vengono dal nulla e vanno al nulla.
Ma oggi il nostro è più un nichilismo etico: l'essere dell'individuo sociale nullificato come mezzo del sistema mediatico e produttivo. Si conferma che l'uomo dopo la natura non ha potuto evitare di dominare anche gli altri uomini. Le imposizioni della moda che impone anche stili del passato in ogni settore,sono funzionali alle strategie industriali e anche la filosofia può seguirla nel campo del pensiero. Si può diventare come tutti o dfferenziarsene per una forma di autentica esistenza deviante dal consenso dell'omologazione.
L' impossibile rimedio sarebbe una società che interrompesse l'equivoco e la connivenza tra il mondo e le sue distorte rappresentazioni, che l'homo videns-insipiens ricedesse il posto all'homo sapiens - loquens .
Da sempre il logos si scinde in tanti frammenti quanti sono i filosofi che si avventurano nell'ambiguità dei temi fondamentali e ogni risposta pone una nuova domanda rendendo mitica la fine della filosofia. Non esiste una prospettiva trascendentale alla cui luce valutare gli schemi concettuali attraverso i quali giudichiamo: il sapere assoluto appartiene solo ai dogmi. Empiricamente inaccettabili, razionalmente insostenibili, così come sono scientificamente inverificabili i giudizi morali.
In conclusione Per i saperi inquadrati nei loro rispettivi ambiti, l' antecedente è Aristotele che distingue tra la logica analitica che parte d premesse vere e procede per deduzioni, e la dialettica che si avvale di premesse solo probabili e costruisce sillogismi approssimativi.
Vi sono ambiti disciplinari in cui bisogna accontentarsi di ciò che si fonda sul verosimile con particolare attenzione a non scadere nell'eristica.
Quindi accanto a un razionalità pura e formalizzata si affianca una ragionevolezza priva di logica stringente ma non per questo fondata su irrazionalità e suggestioni.
Se le scienze della natura nomotetiche seguono leggi e spiegazioni ,quelle dello spirito idiografiche comprendono e interpretano
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