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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
26-03-2008, 21.53.02 | #3 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Citazione:
E' una metafora perfetta :non c'è nulla che non appartenga al sole ,o che possa negarlo,anche l'ombra e l'oscurità lo indicano.. Siamo nell'Assoluto Non-Dualismo (che non significa Monismo..) L'Uno-Bene è l'Idea assoluta che crea tutto,è l'Assoluto come Bellezza,come Buono,Amore... Assoluti perchè non hanno polarità negative ,quindi non siamo al livello inferiore,quello che crea la dualità polare bene-male per capirci, e quindi tutta l'etica umana.. |
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27-03-2008, 10.28.04 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Citazione:
Sappiamo infatti come Platone tendesse a svalutare i fatti a vantaggio delle idee. Il cavallo reale ad esempio, è per lui meno importante dell’idea di cavallo, la quale idea, essendo immutabile stà a fondamento di tutti i cavalli reali. Alla stesso modo l’idea del bene sta, per lui, alla base di tutti gli atti di bene che si possono fare. La conoscenza di quel "bene" è contenuta nella Verità stessa, che, nella filosofia Platonica, è posta gerarchicamente sopra al “bene”. Un po' come dire: - conosci la Verità e saprai cosa è il “bene” - |
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28-03-2008, 07.32.50 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Se avessimo licenza di fare gli ipercritici di fronte a un gigante come Platone metterei proprio in causa quel passaggio dalle idee a quella che dovrebbe essere l’idea suprema (il bene) la quale – così impostata – non può dimostrare il suo effettivo valore o dominio morale. Sembra che qualcosa sfugga a Platone che, dai primi dialoghi agli ultimi, rimane vincolato a un’etica intellettualistica che la rende nobile e forse sublime, ma la mantiene lontana dai tormenti reali e dagli stessi sforzi di miglioramento degli uomini. Forse perché condizionato da Socrate, Platone ammette la superiorità assoluta del compito conoscitivo, mentre tutto ciò che porta in alto l’anima si traduce per lui in una superiore sapienza: l’amore supremo è conoscenza della bellezza intellettuale, l’arte di governare è conoscenza della giustizia o un saggio contemperamento di facoltà e di poteri ….Insomma la visione filosofica di Platone è una visione formale che si astrae dai deliri e dalle fatiche degli uomini e in qualche modo li imprigiona nella sua rete di idee, se non nell’accademico modello dell’anthropos kalos kagathos: chi conosce la verità non può agire male. Una forma estrema di intellettualismo, che può forse spiegare la stessa dolorosa esperienza platonica di politico mancato.
Il fatto è che l’ingresso nella sfera della moralità esige il superamento dell’intellettualismo, perché fa ricorso a valori che in esso non possono entrare, ossia la scoperta che ciò che è, è inferiore a ciò che deve essere e che, quindi, l’intera compagine delle idee di fronte al vero bene non esiste più. Possiamo prendere a modello Kant, in cui la ricerca di una legge morale prevale sulla conoscenza delle leggi fisiche dell’universo. Credo che senza questo passaggio di grado, la coscienza può sì incantarsi di fronte alla grandiosità del sapere, ma è atrofizzata davanti a ciò che è veramente proprio dell’uomo rispetto agli esseri della natura, e che vorrei chiamare il vero principio antropico: un rifiuto di ciò che è, per ciò che deve essere – è questo il principio che si regge sui drammi interiori degli individui e sulle tragedie dei popoli, uniti magari dalla grandiosità del sapere ma divisi senza pietà su ciò che vogliono fare. Tutti ricordano le due cose che riempivano di ammirazione Kant: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. Forse è questo il vero progresso dell’uomo: la possibilità di rifiutare il mondo che è per il mondo che dovrebbe essere – il che, tradotto in termini platonici, significherebbe rifiutare il cosmo delle idee - ombre di fronte alla vera realtà, che è quella che non è ancora nata e nasce dalle nostre mani. Ma è invece l’intellettualismo morale che – eredità di Socrate – ha per così dire imprigionato Platone istillandogli forse un rimorso segreto – quello che lo spinge a interrogarsi continuamente sulla validità del sistema, spingendolo a rimettersi ogni volta in cerca del vero e del bene. |
28-03-2008, 10.01.42 | #6 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Citazione:
d'altronde non s'interessa di ego umano:solo li v'è dolore... e non si tratta di negarlo o sminuirlo,quanto "sentire " a quale "entità " (se vi è) dell'uomo appartiene.. Platone "sapeva" che quell'entità della Caduta ..non c'era: era (ed è) solo una Rappresentazione nella Scena.. |
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01-04-2008, 00.21.58 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 26-03-2008
Messaggi: 19
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Ho capito. Certo ora tutto mi è più chiaro.
Riassumendo il Bene non esiste ma L' idea di Bene si! Ma dire L'idea di bene e dire IL bene non è la stessa cosa Voglio dire per Platone non esiste Il Bene assoluto sulla terra ma quel tipo di bene è solo la copia (una imitazione) del BENE inteso come idea. Ma proprio perchè IL bene non esiste, si può pensare che sia L'idea del Bene a esistere e poi l'uomo, essendo imperfetto, non può arrivare a fare IL bene (assoluto) ma solo delle azioni che imitano (sono copie di una realtà non originale) quel modello di perfezione (modello che come abbiamo già detto è imprendibile per l'uomo perchè è imperfetto). Quindi IL BENE= LA VERITA ASSOLUTA/TOTALIZZANTE (e quindi L'IDEA DI BENE)? |
01-04-2008, 07.29.29 | #8 | |||
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Citazione:
Per Platone il Bene è identico all'idea che esprime il Bene. Non è propriamente corretto dire quindi che il Bene non esiste. Si potrebbe dire invece che noi non facciamo il Bene che è prerogativa dell' Idea ma che imitiamo il Bene per poi limitarci a fare "del bene". (Per quanto riguarda la relazione che intercorre far le idee (l'unità del molteplice) e le cose (il molteplice), Platone parla di partecipazione delle cose sensibili all'Idea, di rapporto di somiglianza fra Idea e cose sensibili e presenza dell'Idea nelle cose.) Citazione:
E' indifferente dire Idea del Bene e/o Bene. Citazione:
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01-04-2008, 14.07.03 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Citazione:
P.S. Purtroppo scrivo ancora di sfuggita ma spero presto di riavere una mia connessione e di riuscire a seguire con maggiore continuità il forum |
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02-04-2008, 17.19.51 | #10 |
Ospite
Data registrazione: 26-03-2008
Messaggi: 19
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Riferimento: Il "Bene" di Platone
Grazie per le risposte. Platone era una grande filosofo, però onestamente a me piace più il maestro Socrate. Perchè comunque Platone esponendo l'idea di BENE, ammetteva che lui la conoscesse in quanto filosofo, mentre io credo che l'uomo in sè, poichè essere imperfetto, non può arrivare a concepire nemmeno l'idea di Bene assoluto, quell'idea può essere concepita e realizzata solo da Dio. Dirò pure una stupidaggine, ma Dio, in quanto essere perfetto è l'unico che pensa IL Bene. E voi cosa ne pensate?
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