Riferimento: L'immortalità è desiderabile?
Ciao anche a te, Espert37: il tuo ultimo messaggio s'inizia con un concetto che esige una fede superiore all’umana ragione e può quindi essere contestato, come in fondo lo è stato nelle parole scritte da alcuni amici, mentre il concetto con cui il tuo messaggio si chiude può essere, presumo, accettato da tutti, visto che indubbiamente la sostanza di un essere umano è destinata, dopo la morte, a dissolversi nell’universo e quindi ad essere, in questo senso, immortale. Anche se questa seconda visione esige, per essere accettata senza paura, una forza d’animo forse superiore a chi ha fede.
Vorrei però prospettare un altro genere d’immortalità, meno drastico e più vicino a ciò che siamo qui sulla terra, durante le nostre belle o brutte giornate, suggerendo di coltivare il pensiero dell’infinito. Chi più si avvicina a questo pensiero si avvicina a quello dell’immortalità – perché pensare infinito significa intuire che la vita si afferma al di là delle forme in cui sembra prendere corpo, e il cosmo al di là delle stelle e delle galassie: ed è questo, in fondo, che rende difficile anzi quasi impossibile pensare a sé stessi, cioè afferrare, per quanto ci si sforzi, il pensiero di sé. Forse, Espert37, non c’è altra immortalità possibile all’uomo che questa, che però sarebbe un’immortalità di valore veramente morale perché insegna che la nostra stessa vita ci vieta di chiuderci in noi….O è forse Dio che ispirandoci il suo terribile fiat ci ha ispirato un desiderio di eternità?
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