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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
18-10-2007, 11.54.29 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 105
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Innanzitutto rispondo alla tua domanda sul trio,che noto ti perseguita, ti rispondo con me stesso.Se dovessi misurarmi potrei dire di essere formato da tutte e tre in uguali parti, e non per questo mi voglio precludere la possibiltà di compiere l'avventura.
E fiero della mia alchimia, provo ad azzardare l'opinione che probabilmente non riusciranno mai nel loro inento se non in un utopica unione d'amicizia. La questione del tempo ritengo sia il tipo di errore che si è presentato migliaia di volte nei tempi passati, ovvero l'umanizzazzione degli eventi. L'uomo vede tre tempi, come sono tre i periodi che può concepire, il prima di lui, il presente di lui e il dopo di lui. E due sono i suoi eventi "vitali",nascita e morte, che vede in ogni cosa perchè non riesce a modificare il punto di vista da cui giudica. In tutto questo centra la memoria, che personalmente non so se giudicare come base dell'evoluzione o se inizio dell'imperfezione. Il cerchio senza fine e senza inizio, viene sicuramente concepito da molti, ma non possiamo certamente concepire la totalità, si potrebbe dire che ci muoviamo all'interno dell'area provando a camminare in cerchio.. |
18-10-2007, 15.59.14 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Sai VanLag che titolo volevo dapprima apporre a questo argomento? “L’arco e la freccia”: opponendo all’idea di un ciclo che si ripete permanentemente (una specie di nietzschiano eterno ritorno dell’uguale che potrebbe essere identificato come una raffinata versione dell’essere parmenideo) quella di un processo che può aver avuto un principio e potrà avere una fine, ma il cui carattere fondamentale è comunque la variabilità.
Ora, che cosa mi rende diffidente davanti all’idea di un eterno ritorno? Non certo i fenomeni della natura che possono essere interpretati almeno fino a un certo limite come ciclici, il che dopo tutto ci è utile. Ma come si giustifica allora il passaggio di grado dal livello fisico a quello biologico e a quello dell’intelligenza? Forse con l’idea che il ritmo si potrà rovesciare, magari dopo una guerra stellare che batta sul tempo il collasso dell’universo, per cui dovremmo aspettare miliardi di anni? Ma non c’è bisogno di attendere questa prova: basta che passiamo dal concetto di evoluzione a quello di storia, che ci riguarda più da vicino, e credi veramente che tutto ritorni senza perlomeno trasformarsi da nazi-fascismo a democrazia liberale o meglio da tragedia in commedia? Mi pare solo di poter riconoscere che tra natura e storia ci sia da inserire l’epoca delle religioni, che per metà sono ancora affondate nell’idea del ciclo e per metà sembrano doverne uscire – se non la religione islamica, tenacemente abbarbicata al verbo coranico, e solo parzialmente la religione ebraica, spaccata nello stesso Israele fra rabbinismo e democrazia, almeno la religione cristiana, pacificamente scivolante verso il secolarismo. Sì, è proprio come se contrapponessi l’arco alla freccia, e io avessi fiducia che la freccia colpisca i proci cattivi e faccia riuscire ad Ulisse di trovare l’isola del tesoro. |
18-10-2007, 18.31.44 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Citazione:
La trasformazione dell’uomo, ammesso che l’uomo stia evolvendo, potrebbe essere anch’essa inclusa in un ciclo nel quale una specie si evolve e poi decade per poi tornare ad evolversi. La democrazia liberale, per certi versi molto illuminata, non credo che ci abbia liberato dalla barbarie, anzi a mio modo di vedere più l’uomo si civilizza più la sua cattiveria e la sua barbarie crescono, forse perché crescono i mezzi di distruzione, (ma cresce anche l’idea che ha di se stesso). D’altro canto genocidi e campi di sterminio sono un fenomeno relativamente nuovo nella storia dell’uomo. Probabilmente anche nell’umanità si può ravvisare lo stesso processo che c’è nella vita di un individuo. L’umanità giovane faceva a botte la mattina con le clave per tornare a giocare assieme al pomeriggio. L’umanità matura, litiga per mezzo di avvocati, (la burocrazia internazionale), ma quando questo non funziona da luogo a guerre esecrande per il potere con le armi che ha sviluppato. C’è da sperare che nella sua senilità l’umanità si dedichi alla pesca o alla ricerca dei funghi o stia seduta su una sedia a dondolo a leggere un bel libro. |
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19-10-2007, 06.48.30 | #6 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Oltre ad un universo finito o ad uno ciclico, ci potrebbe essere un universo infinito non ciclico (o anche finito in avanti e infinito indietro, o viceversa).
Comunque, emmeci, cos'è che non ti soddisfa delle risposte dell'astronomia di oggi? |
19-10-2007, 09.17.18 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Certo - VanLag - se tutto fosse racchiuso in un ciclo o una serie di cicli, la verità sarebbe fissata una volta per sempre e non avremmo bisogno (noi alacri ricercatori) di affaticarci per conquistarla. Ma perché non è così? Perché per esempio lo stesso Nietzsche dopo aver visto brillare con giubilo l’idea dell’eterno ritorno non se ne è accontentato e ha continuato ad arrovellarsi fino a far esplodere, nel momento della pazzia, quel favoloso diadema e avviarsi per un nuovo inesplorato cammino?
Perché l’uomo è riuscito, consumando milioni di anni, a sottrarsi ai ritmi biologici degli animali della foresta o della savana, elaborare un linguaggio, un sistema di segni, crearsi strumenti, alzare il capo e vedere nel sole o nel fulmine il messaggio di un essere da chiamare Dio? Certo, si può dubitare che l’esistenza di religioni sia veramente e sempre un indice di progresso (pensando che dalla fede sono nate guerre spietate, le spire luciferine di dogmi e eresie, anatemi e autodafé, fino alle stragi causate dai fondamentalisti di tutte le razze), ma quello che ci spinge a criticarle non è il desiderio di tornare nella savana o nella foresta, ma di andare avanti, oltre la freccia che sembra a un certo punto fermarsi, forse sapere di più e oltrepassare il sapere senza paura di dover affrontare le Erinni della tragedia o i lezzi della commedia, cioè i drammi inesorabili della coscienza morale. Insomma, per concludere il ragionamento: se è vero che ciò in cui tutti – coscientemente o incoscientemente - crediamo è l’esistenza di una verità che ci domina e trattiene dietro il suo carro, è altrettanto sicuro che questa verità non la conosciamo ma ci è dato solo cercarla, anzi mi pare che l’intero universo la cerchi trasformando le sue cicliche orbite in un'espansione che alcuni credono, è vero, destinata a tramutarsi periodicamente in retrocessione come il pulsare di un cuore, e altri a proseguire indefinitamente Per intanto, lasciando il problema in sospeso, cioè affidandolo a pronipoti più sapienti di noi, continuiamo nel nostro compito o nel nostro destino di dover passo passo procedere verso una meta, cioè verso quello che Dante chiamava, nel Purgatorio, “il som de l’escalina” e che è forse per noi solo una fatica da Sisifo. |
19-10-2007, 13.03.44 | #8 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Citazione:
Lo stadio evoluto che imputi all’uomo in base a peculiarità che gli altri agglomerati di materia non hanno, non certifica necessariamente che ci sia un piano. Le pietre e gli animali potrebbero avere addirittura un grado più elevato di coscienza e di consapevolezza dell’uomo solo che non possono comunicarlo o magari, più semplicemente, non hanno bisogno di comunicarlo. Ritenersi al centro dell’universo è una debolezza del pensiero che si sente minacciato, nella sua effimera essenza, dalla concretezza della materia. Citazione:
Ciò che ha inizio deve avere fine, il “senza inizio” è “senza fine”. Un’eternità da qui e per sempre, o da sempre fin qui, non mi stà nella testa, ma probabilmente è un limite mio. |
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20-10-2007, 07.09.38 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: L'orizzonte degli eventi
Certo non è né ragionevole né morale pensare che l’uomo sia così diverso dal resto del mondo da potersene considerare padrone. Però egli ha almeno una superiorità sugli altri esseri della natura: che, come ricordava Pascal, egli sa di morire. E troverei un po’ azzardato se non libertino tentare di convincermi che anche questo gli altri esseri forse lo sanno, con la speranza, magari, che ci sia un inferno per noi e un paradiso per loro….. Insomma non vorrei che ci togliessi anche questo ultimo privilegio o segno di nobiltà, questo sprazzo di coscienza di fronte alla fine. Perché proprio questo estremo sapere è ciò che ci spinge a credere che non siamo soli nel mondo, che altri ci seguiranno, che l’orizzonte non coincida con quello che vedo, che il mio pensiero abbraccia altri pensieri così come, dopo la morte, il corpo si apre agli altri figli della natura.
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