Riferimento: Perchè non siamo degli automi?
Va bene mettiamola così, epicurus, ma il problema è lo stesso. E, da quello che si legge nei libri che descrivono la mente dal punto di vista scientifico e naturale, non mi pare di rilevare la tua stessa incertezza nell’accogliere il concetto di mente (al contrario di quello, per esempio di anima o spirito). Per esempio Paolo Legrenzi, docente di psicologia cognitiva, che traduce rigorosamente in modelli e in grafici le funzioni della mente, è tutt’altro che disposto a espungere questo termine; anzi afferma che il funzionamento della mente non può venir descritto sulla base delle trasformazioni che avvengono nel mondo fisico in corrispondenza dello svolgersi delle azioni progettate, e che se un extraterrestre dovesse cercare di comprenderci e valutare il nostro grado di intelligenza, pur osservando i nostri movimenti e ciò che facciamo non potrebbe riuscire nel compito, se non a condizione di percepire i “nostri contenuti mentali” così che, al suo ritorno nel proprio pianeta, sarebbe costretto a descriverci come se fossimo automi o robot. E aggiunge: si sente dire che l’approccio psicologico ai problemi è necessario perché le scoperte delle neuroscienze non ci sanno dire abbastanza sul funzionamento del cervello. E invece no. Se anche sapessimo tutto, continueremmo ad avere bisogno di una descrizione delle capacità umane, sia cognitive che emotive, in termini di operazioni mentali. E la stessa cosa sarebbe se tracciassimo una sorta di “storia naturale della mente” descrivendo i suoi progressi, dapprima lentissimi, poi sempre più rapidi e alla fine vertiginosi fino all’exploit di aver saputo inventare una macchina che simula i suoi stessi processi (mentre è praticamente rimasta ferma la controparte biologica della mente). Ossia, mi par di capire: chiamatela come volete, ma la mente è mente e non può essere cancellata o ridotta a qualcosa d’altro.
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