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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
06-01-2007, 21.13.16 | #4 | ||||
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Citazione:
Personalmente... Io non parlerei in questi termini, oppure preciserei alcune cose. Tu scrivi: Il primo è la ragione. E' quando prove conosciute portano ad ammettere che la proposizione è vera e quando la verità della proposizione non contraddice altre nostre conoscenze. Cosa intendi con "prove conosciute"? Credo che tu intenda qualcosa di empirico, da poter percepire con i SENSI, o no? Sì. Quindi "il primo" non è la ragione... ma è un credere che i nostri SENSI siano attendibili e credibili, a scapito dei nostri pensieri e delle nostre idee che possiamo avere. Mi segui? Possiamo osare a dire che fu David Hume a separare la fede in Dio con la ragione umana... Prima di lui infatti, sono esistiti parecchi filosofi razionalisti, che dimostravano l'esistenza di Dio con la RAGIONE e i pensieri e le idee (innate). Fede (in Dio) e ragione (umana) andavano a braccetto. Platone, Agostino, Tommaso d'Aquino, Cartesio, Spinoza... tutti razionalisti, e tutti che giunsero alla conclusione che Dio esiste, tramite la RAGIONE (e considerando i nostri SENSI non-affidabili, bugiardi e menzogneri; sono le notre idee [innate] che bisogna seguire tramite la RAGIONE per poi giungere alle dovute conclusioni). (Anche John Locke, empirista, accettò l'idea che con la RAGIONE si può dimostrare l'esistenza di Dio). Ma David Hume... empirista qual era, si rifiutò di dare ascolto a tutte queste speculazioni metafisiche basate sulla RAGIONE e sulle idee, sui pensieri umani, che NON si potevano provare con i SENSI, nel nostro mondo REALE (che secondo i razionalisti però non è REALE, o solo una brutta copia, pensando ora a Platone). E la sua critica fu forte, e anche alquanto convincente. Citazione:
Come diceva Hegel... mai fare discorsi filosofici a-temporali, ma guardare sempre tutto nel suo ambito storico e culturale, per capire bene le cose e dire se sono giuste o meno. Prendere ad esempio il termine "fede (in Dio)" e credere che nel corso di tutta la storia abbia avuto lo stesso significato o ruolo, è un leggero azzardo. Citazione:
Bene o male, infatti, i filosofi "cristiani" più importanti che sono venuti dopo Hume, divisero (o furono costretti a farlo dopo le considerazioni di Hume) ragione (umana) con fede (in Dio) (insomma, non erano razionalisti, e non arrivarono con la ragione e le idee innate o i pensieri o tramite speculazioni a Dio, ma tramite la fede). Chi sono? Penso in particolar modo a Kant e Kierkegaard. Kant in particolare, cercò di salvare in un qualche modo la fede cristiana, dopo l'esposizioni filosofiche di Hume, e sempre Kant cerca di risolvere la diatriba continua tra razionalisti e empiristi. Lo fece in modo piuttosto brillante (era professore universitario di storia della filosofia... oltre che filosofo). Tagliando corto, Kant disse che sia la ragione umana, come l'esperienza (legata ai SENSI), sono limitate. Alla fine, rimane un VUOTO. E questo vuoto, Kant, lo riempie con la fede. Kant infatti non arriva con la RAGIONE a Dio (come i razionalisti prima di Hume), e nemmeno con l'esperienza, ma esclusivamente con la FEDE. E Kant disse anche, che tale fede, in un certo qual modo, è necessaria, affinché un uomo sia un uomo. Citazione:
Non almeno alla luce della filosofia di Kant. La fede la si deve "usare" solo dal momento in cui la ragione non è più in grado di dare più alcun sostegno... Secondo Kant, questioni come "Dio esiste?", non si possono risolvere né con la ragione né con l'esperienza, in quanto sono allo stesso tempo razionali e irrazionali, probabili e improbabili... Ed è qua - e solo qua - che subentra la fede, quando c'è questo VUOTO. Cosa avviene dopo Kant... lo lascio a voi. Ma le cose chiaramente si evolvono - pensando a Hegel, e alla sua concezione della storia della filosofia (tesi, antitesi e sintesi ecc.) - potete capire a cosa alludo. Buona serata. P.S.: Sul gene della fede, ne avevo già sentito parlare... E dico solo: no comment. P.P.S.: Io ho inteso "fede" in questo post nel comune modo di intenderlo al giorno d'oggi... o a cosa la maggior parte della gente la abbinerebbe: Fede in Dio. |
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06-01-2007, 21.40.13 | #5 | |
Panta rei...
Data registrazione: 28-01-2006
Messaggi: 181
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Citazione:
Sì, son sempre daccordo con te, sul fatto che il mentale non è riducibile al fisico e che la mente è anche e molto qualcosa di irriducibilmente sociale e di culturale. In effetti volevo solo far notare questa notizia del biologo e mi interessava appunto avere altre opinioni. Comunque io per il momento penso che ci sia almeno in minima parte qualcosa di genetico che influenza il nostro modo di pensare come per esempio l'aver paura alla sola vista di un ragno in una foto, paura che non si prova invece vedendo la foto di un uomo con una pistola... Ci hai mai pensato. P.S.:Oggi ti ho mandato due email: una su un libro online di filosofia della mente e una su un tuo scritto in questo sito: prova a vederle. |
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07-01-2007, 00.13.53 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
La fede in un gene?! Potrebbe essere ma trovo un modo di liberarsi di ulteriori responsabilità.
Se i geni ci fanno così e colà dove va a finire il nostro essere? Siamo solo piloti trasformati in passeggeri di una nave che se ne fa per fatti suoi? Siamo solo spettatori passivi, inattivi?! Potrebbe anche essere, e che ne so! ma intanto cerco di stare sul sedile davanti all'auto che corre all'impazzata. Spero di essere io a guidare, ma potrebbe anche esserci un pilota automatico che si è ubriacato di brutto, e intanto la multa la faranno a me! Dove inizia e dove finisce la mia responsabilità?! Di quelli che sbandierano la fede ad ogni tentativo di dialogo penso che sono persone pigre, paurose, insicure. Pigre perchè non amano cercare, non amano rischiare. Paurose perchè temono di sbagliare o incontrare draghi sputafuoco. Insicure perchè non si fidano di se stessi, non vogliono responsabilità in prima persona perciò si sottomettono ad una religione, che non è assolutamente Dio, rappresentata da altri uomini in carne ed ossa che si prendono tutta la responsabilità delle catene che usano per tenere ferma la mente e i cuori. Forse perchè io sono sempre stata uno spirito libero e riflessivo non ho mai creduto a quello che mi veniva insegnato. Fino ad una certa età mi sono "sforzata" di credere ma se non sperimenti, non vivi la conoscenza la fede resta un corpo estraneo. Ovviamente occorre far lavorare la mente, la ragione, il buon senso, l'intelligenza. 99 bugie non fanno una mezza verità. Se 99 salgono su di un treno non è detto che solo perchè sono 99 arrivino a Roma, loro meta. Qualcuno può aver deviato uno scambio e così il treno si immette sul binario per Milano. Nel treno tutti dormono fiduciosi nei binari e nell'autista e non sanno che stanno andando a Milano. Io che vado da sola o in compagnia ma guido io l'auto o vado a piedi posso deviare, fermarmi, tornare indietro se mi accorgo di aver sbagliato. Fiduciosa nelle mappe ma a interpretarle sono io. L'errore è mio, così come l'apprendimento è mio. Ma se credere per fede è una cosa, la fiducia è davvero altro. La mia fiducia in compenso è stata tanta. Fiducia nelle parole di Gesù: chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete. Se impari a guidare l'auto non hai bisogno dell'autista e puoi guidare qualsiasi auto. Se hai bisogno dell'autista diventi uno schiavo, non sei libero di muoverti secondo le tue esigenze. La fede come la intende la religione è un binario che non ti permette di crescere, di evolverti. Se non si intraprende un cammino, con tutti i rischi e le difficoltà di ritrovarsi soli, ma si sale su di un pullman come si può sapere se la strada è quella giusta? Mary |
07-01-2007, 12.54.32 | #7 | |||||
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Continuo con le osservazioni...
Citazione:
O tramite cosa? I SENSI e l'ESPERIENZA, la RAGIONE e le idee innate, la fede, o cos'altro? Il bello della filosofia è che dopo più di 2000 anni... le domande sono rimaste sempre ancora le stesse... E un motivo ci sarà... (non sono giunte conclusioni definitive e assolute!) Citazione:
(Darwin è andato personalmente sulle isole Galapagos, e lì (e anche dopo), studiando e analizzando la natura con i propri SENSI, pian pianino, giunse alle sue conclusioni). Ma i sensi, sono affidabili? Citazione:
Sai che in realtà, la Chiesa, non era contro Darwin* e le sue idee evoluzionistiche solo per il fatto che egli andava contro (o meglio poneva dei problemi) con quanto si trova nella Bibbia (Genesi 1 ecc.), ma anche per il fatto che anche i due più importanti filosofi dell'antichità, cioè Platone e Aristotele, sostenevano l'immutabilità delle specie e della natura. Il cambiamento di posizione dunque, significava qualcosa di più di un semplice problema con il Dio cristiano... ma con il modo di pensare dell'umanità nel suo insieme (religioso e no). Non è mai semplice accettare notizie rivoluzionarie del genere... che mettono in evidenza come tutte - o quasi - le persone prima abbiano cannato le proprie considerazioni. * Darwin - tra le altre cose - studiò teologia all'università... [!] E vorrei poi ricordare... Che sia Galileo come Netwon erano cristiani (avevano fede in Dio), e non persero di certo la fede dopo aver scoperto quello che scoprirono... anzi. Alla faccia di chi dice: "La fede è un atto di distruzione mentale". Il problema non è legato alla fede... bensì alla natura umana in sé: È sempre difficile cambiare modo di vedere le cose, soprattutto se è da secoli che la si pensa in un certo modo (e se le menti più brillanti concordano con quella veduta). È sempre bello dare la colpa solo alla Chiesa (alle religioni ecc.)... e ciò che è al di fuori è giusto e simpatico... Ma personalmente credo che le cose siano da vedere in un contesto un po' più ampio. Citazione:
Citazione:
(Tra gli atei trovi sempre libri che parlano di credenti diventati atei, mentre tra i credenti trovi sempre libri che parlano di atei diventati credenti). |
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08-01-2007, 17.32.16 | #8 | |||
Panta rei...
Data registrazione: 28-01-2006
Messaggi: 181
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Citazione:
Come Epicurus e altri avevano già detto altrove in questo forum il fatto che a volte nel mondo i sensi ci ingannano (per esempio il cucchiaio nel bicchiere d'acqua che sembra spezzato) non si può saltare a dire "allora i sensi ci possono ingannare sempre" perchè è sempre con i sensi che poi ci accorgiamo che il cucchiaio non è realmente spezzato. Citazione:
Cosaaaa??? Kant che dice che la fede è necessaria affinchè un uomo sia un buon uomo????? Kant che dice che se non arriviamo con la ragione a conoscere le verità di dio e dell'anima allora dobbiamo eticamente (e sai com'è l'etica di Kant...) avere la fede che c'è un dio e che abbiamo un'anima???? Quello che dici su Kant è TOTALMENTE falso! Leggiti la critica della ragion pratica: ecco un riassunto: http://www.filosofico.net/kant92.htm ecco un estratto: È così avvenuto il recupero del mondo noumenico che sfuggiva alla "ragion pura"; là, il mondo noumenico era presente solo come esigenza ideale, era l’"uso regolativo" della ragione; infatti anima, mondo e Dio indicavano all’Intelletto solo una direzione di ricerca. Ora il mondo noumenico è recuperato nei "postulati della ragion pratica". I "postulati" non sono nient’altro che presupposti "pratici" che non ampliano la conoscenza speculativa, ma danno alle Idee della Ragione speculativa una realtà oggettiva, autorizzano perciò la possibilità di alcuni concetti. Tali postulati si devono ammettere per spiegare la "legge morale"; se non li ammettessimo non si spiegherebbe la legge morale, ma le legge morale è un "fatto" innegabile, quindi i "postulati" hanno realtà oggettiva. I "postulati" sono tre. I° postulato - Libertà è condizione della "legge morale" II° postulato - Esistenza di Dio la legge morale mi comanda di essere virtuoso, quindi sono "degno" di essere felice; si postula quindi l’esistenza di Dio che ha il compito di far corrispondere in un "altro" mondo quella felicità che compete al merito (non realizzabile in "questo" mondo) III° postulato - Immortalità dell’uomo è un processo continuo ed è richiesta, ma non è accessibile in questo mondo, per avvicinarsi sempre più alla "perfetta adeguatezza della volontà alla legge morale" (la santità è il raggiungimento di tale perfetta adeguazione) «La ragion pratica ha dunque "riempito" quelle esigenze della ragion pura dando loro "realtà morale"». Il "noumeno" è teoreticamente inconoscibile; può quindi avere solo realtà pratica. Kant non dice che si deve avere fede in un dio rivelato o non rivelato e in un' anima ma dice che dato che io sento una legge morale dentro che mi permette di vivere in modo felice allora di conseguenza io sento il presupposto che per far sì che tale felicità sia compiuta ci debba essere un dio che me la procuri e una vita immortale che mi faccia godere sempre di questa felicità! Dio e l'anima sono postulati, non atti di fede necessari affinchè una persona si comporti in modo morale! Kant è agnostico e in mille salse dice sia nella critica della ragion pura che nella Fondazione della metafisica dei costumi che è la morale che deve fondare una religione non viceversa se no la morale non è autonoma! L'imperativo categorico non dice da nessuna parte "devi credere in un dio e nell'immortalità!" Dice "non rubare", "non uccidere", "non mentire" eccetera. Citazione:
Io al posto della fede metto un umile "non lo so". E non penso proprio di essere un immorale, vedi te... |
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09-01-2007, 00.52.38 | #9 | |
Utente assente
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Citazione:
Partiamo dalla base... Partiamo da Kant... Chi era, con chi e in che ambienti è cresciuto e in cosa credeva? L'interpretazione delle sue opere cambia parecchio a dipendenza se diciamo che Kant era agnostico o "cristiano". Se voleva in un certo qual modo "salvare" il Cristianesimo (la sua essenza), o no. Kant fu sì accusato in certe circostanze di aver disprezzato il Cristianesimo e di aver creato casino... Ma era veramente questo che lui voleva, o fu solo mal interpretato (ai tempi)? Quanto influenzò la madre di Kant, cioè Regina Reuter, una convinta pietista (un movimento protestante che considerava il Cristianesimo in particolar modo un credo personale e pratica e agire), Immanuel stesso? Cosa rimase in Kant di tale educazione da parte della madre? Tanto, o poco? Tu dici che Kant era agnostico (quindi non-cristiano, o sbaglio?). Ma in base a cosa? Negò mai la sua fede (l'ha mai avuta)? Per il fatto che Kant negasse la possibilità di affermare l'esistenza di Dio con la RAGIONE, come anche tramite l'ESPERIENZA... Significa che Kant era agnostico? Oppure credeva che l'esistenza di Dio la si doveva affermare in un altro modo, tramite un'altra via? Vorrei prima risolvere questa questione, per poi parlare del resto. Credo che sia importante capire se Kant mise da parte la sua "fede" nel Cristianesimo, oppure no. |
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09-01-2007, 18.00.21 | #10 | |
Panta rei...
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Riferimento: Credenza razionale, fede e gene della fede
Citazione:
Kant (almeno da quanto io ho letto di lui e della maggior parte dei commentatori) viene definito agnostico anche se (come ho scritto prima sopra) nelle sue opere ritiene valida parte della morale cristiana. Tale parte, anch'io la ritengo importante, tuttavia Kant rifiuta cose che se un cristiano rifiuterebbe allora non lo si potrebbe più definire "cristiano". Queste cose sono: 1)Il cristianesimo nega l'autonomia della morale: ovvero per Kant la morale è dentro ogni uomo ed è uguale per ogni uomo e detta le leggi morali con l'imperativo categorico che dice " "Agisci in modo che la massima della tua azione (soggettiva) possa diventare legge universale (oggettiva)". Quindi l'uomo non ha bisogno di alcun entità superiore venuta dal cielo la quale dica a lui come deve comportarsi. 2)Uno dei precetti della religione è il dover credere che dio esiste, per la religione cristiana il rifiutarsi di ammettere che c'è dio fa una persona non morale. "Chi non crederà sarà condannato" dice Gesù. Ebbene il dover credere che ci sia un Dio per Kant non è un precetto morale, non è un imperativo categorico come lo sono "devi dire la verità", "devi non rubare", "devi non uccidere" perchè se applico il principio di universalizzazione (cioè penso "cosa succederebbe se tutti uccidessero? E se tutti rubassero? Il mondo andrebbe meglio, peggio o sarebbe indifferente? Se è peggio vuol dire che tale azione è cattiva e non morale, se è indifferente che è indifferente e morale, se è meglio allora è buona e morale) vediamo che se tutti non credessero in un dio la cosa sarebbe indifferente e morale (anzi oserei dire che qualche guerra e kamikaze in meno e libertà in più ci sarebbe) o mi dici che il miglior ateo e peggiore del peggior credente? Senza contare altri precetti (no all'omosessualità, no ai rapporti prematrimoniali...) che vanno contro all'imperativo categorico. 3) Altra credenza della religione cristiana è la morale basata su premi e punizioni su cui si insiste molto. La morale kantiana come sai è totalmente contraria a tale morale e anche se ammette che uno stato abbia leggi con premi e punizioni comunque lo stesso principio di universalità nega il dare sofferenze infinite a chi ha commesso una colpa finita. E il catechismo lo dice chiaro e tondo, si va all'inferno perchè si è in peccato mortale non espiato. Forse i cristiani non cattolici diranno "l'inferno è simbolo di una scelta di abbandonare per sempre dio..." Beh, se uno però dice solo che per lui vuole godersi la vita tralasciando il pensare che un dio (quale tra le centinaia di religioni? Che probabilità c'è di trovar quella giusta?) dovrei adorarlo, non si è fatto vedere? Inoltre vedi il secondo punto. Insomma si potrebbe definire Kant cristiano solo perchè qualche idea della morale tipo "bisogna amare il prossimo non per inclinazione ma perchè devi e perchè lo senti dentro di te" e inoltre perchè ha detto che il bisogno di postulare un dio e una vita eterna nasce nell'uomo perchè in tal modo l'uomo può sentirsi felice dato che vivrà per sempre e un dio lo assicura che le possibilità affinchè l'uomo sia felice ci sia sempre. Ma dire che Kant è cristiano solo per questo mi pare veramente una forzatura. Kant sicuramente dice che coloro che praticano una religione possono essere buoni ma non quando la loro religione li dice che la morale nasce solo da quella religione e tali credenti iniziano a danneggiare altri che non hanno le loro stesse idee. La morale è autonoma, si può essere buoni anche se non credi ad alcuna religione perchè la legge morale è dentro l'uomo, questo dice Kant! Ultima modifica di Heraclitus : 09-01-2007 alle ore 19.43.38. |
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