Riferimento: La Tv di oggi: Reality e poi?
Tv spazzatura o spazzatura in Tv?
Si dirà che non fa differenza. Io non credo. Dare un giudizio sulla tv significa innanzitutto dare un giudizio sul mezzo in sé. Sono stati versati fiumi di inchiostro a tal proposito dal giorno in cui la televisione è nata. Nel frattempo la tv di oggi, anche tecnologicamente, non assomiglia per niente a quella dell’età pionieristica quando le famiglie si riunivano intorno al nuovo focolare domestico per soffrire insieme ai concorrenti di lascia o raddoppia o per vedere le immagini nebulose dei primi collegamenti internazionali, le mitiche partite di calcio in diretta dal mondo, gli sbarchi sulla luna. C’era un solo canale nazionale e non era niente male. La tv, detto così, potrebbe sembrare un’entità astratta. Ma non è così, ovviamente. Di cosa parliamo in realtà oggi quando ci riferiamo alla televisione? Parliamo di un oggetto tridimensionale sempre più piatto (nella forma e nei contenuti), pieno di canali. Parliamo di un frullato di tecnologie e di messaggi. Cosa c’entra tutto questo con Orwell o con la filodiffusione delle dittature non lo so. So solo che la televisione è e resta un semplice medium. E che giudizio possiamo dare di questo medium? Per quanto ne so mi sembra un’ottima invenzione. Naturalmente, come per tutte le cose, molto dipende dall’uso che se ne fa. Secondo me è in atto un processo di eleddromesticizzazione della tv che spero prosegua ed arrivi alle estreme conseguenze. E cioè mi auguro che la televisione tenda ad assomigliare sempre più a un frigorifero che apro quando ho bisogno di mangiare e che se non lo riempio resta vuoto. Il frigo lo rifornisco io scegliendo più o meno quello che mi piace e che non mi fa male. La tv, invece, è sempre piena di tutto. La riempiono prevalentemente altre persone con “cibi” buoni (pochi) e “cibi” spazzatura (parecchi), ma resta sempre un oggetto che si apre e si chiude. Ho detto “prevalentemente” perché, quando decido di usarla per vedere un dvd, sono io che mi procuro il cibo di cui la tv si nutre facendosi “cameriere” e servendomi il film noleggiato o comprato in videoteca. (Non è male, vero? Certo è meglio godersi il cinema sul grande schermo, ma con un piccolo videoproiettore si può godere uno spettacolo gradevole anche tra le mura domestiche... ).
Se non è chiaro questo discorso anche tutto il resto finisce in una nebulosa di chiacchiere dove c’è il rischio di perdersi senza arrivare a nulla. Dopo di che si può aprire il capitolo scabroso della cosiddetta tv di stato vittima anche dei condizionamenti politici e culturali indotti dai partiti e dalle istituzioni che si manifestano su tutto il palinsesto, non solo sui tg. Questi da tempo sono “lottizzati”, cambiano i lottizanti ma il principio resta sempre lo stesso: ogni volta che cambia governo si ritoccano gli assetti redazionali per adeguarli al mutato scenario politico. In linea di massima il progetto culturale della tv generalista è improntato a criteri essenzialmente commerciali. Mediaset e Rai non si discostano in nulla da questa regola. Il motore di entrambe le armate televisive si chiama pubblicità, e la pubblicità dipende dagli ascolti. È vero, la Rai ha anche il canone, quindi dovrebbe amministrare meglio la propria programmazione, puntando di più su trasmissioni qualità, cosa che in alcuni casi sta facendo, soprattutto sulla terza rete, quella destinata ad andare sul satellite insieme a Rete4. Il resto, come dice giustamente debo, è robetta di infima qualità, a comiciare da certi serial, sit-com, i vari contenitori preserali, primaserali e post-prandiali. Se vuoi trovare qualche buona pietanza per la mente, ti conviene cambiare metabolismo e vita: dormire il giorno e guardare di tanto in tanto la tv di notte. Naturalmente stiamo parlando delle reti nazionali terrestri. Sul satellite il pacchetto Rai migliora nettamente (Rai educational, ad esempio, è un bel progetto, vecchio e ormai superato mi sembra il Nettuno, sperimentali i vari RaiUtile e RaiDoc) anche in considerazione del fatto che il magazzino Rai è pieno di documenti straordinari...
Insomma, cari amici, il panorama tende al brutto, ma è variegato.
Per ora mi fermo qui.
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