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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 03-01-2003, 00.25.14   #1
Claudio
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Per un'educazione naturale...

Cosa sarebbe un bambino o meglio tutti i bambini se si permettesse loro di crescere secondo i loro personali ritmi?! Se non li si obbligasse ad imparare a leggere e scrivere tutti alla stessa età (6/7 anni), se si permettesse loro di giocare, come fanno tutti i naturali cuccioli di animali che nel gioco trovano la strada della loro vita futura e non li si costringesse a stare i pomeriggi gobbi sui libri a studiare materie alle quali sono poco interessati, perdendo il tempo prezioso e gioioso della fanciullezza?!

Un buon sito: www**** con diversi interessanti libri scaricabili.
Ciao
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Vecchio 03-01-2003, 08.53.07   #2
sisrahtac
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Avete mai visto il film "Neil"?E' bellissimo.Parla di una ragazza cresciuta da sola nella foresta che si trova a dover fronteggiare il complesso mondo moderno.Ve lo consiglio vivamente.
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Vecchio 07-01-2003, 11.57.57   #3
Claudio
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Grazie catharsis del tuo contributo. Sì ho visto il film, ma questo genere di alienazione è troppo evidente e quasi fuori tema. Nessun ragazzo si identificerebbe troppo con la protagonista e il tema della alienazione, dello sradicamento forzato dalla nostra natura ne viene in qualche modo oscurato per focalizzare l'attenzione su un argomento di scarsa attualità, estranea dalla condizione di un tipico bambino dei giorni nostri.
Piuttosto ci vedrei attinente "L'attimo fuggente", anche se un po' addolcito.

C'è anche una storiella che rende bene l'idea della nostra condizione mentale:
in india esiste ancora oggi la pratica di catturare gli elefanti per addomesticarli in tenera età e legarli ad un paletto che a quell'età non riescono ad abbattere o a sradicare. Crescendo rimangono legati allo stesso paletto. Gli elefanti vengono usati per sradicare alberi ben più resistenti, ma quando sono legati a quel paletto non scappano perché nella loro esperienza primaria quel paletto non è abbattibile, non si rendono conto che invece ora potrebbero farcela benissimo. Noi siamo condizionati in questo modo.
La nostra brava educazione ci ha condizionato a credere che abbiamo dei limiti insormontabili o delle autorità indiscutibili. E' uno dei tanti regali che ci ha fatto questo sistema educativo. Comunque consiglio vivamente la lettura del libro "I ragazzi felici di Summerhill" o "Il genitore consapevole", che trovate on line e scaricabile sul sito proposto nel mio precedente post.
Ciao!
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Vecchio 07-01-2003, 13.22.28   #4
sisrahtac
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Scusa,avevo mal interpretato il tuo post .E tutt'ora non comprendo in pieno...come pretendi che i bambini imparino a leggere e scrivere?Secondo te lo faranno mai di loro spontanea volontà?Io ho i miei dubbi...
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Vecchio 07-01-2003, 19.05.25   #5
Claudio
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Post Riconfermo l'invito a prendere visione dei libri sopracitati...

... inoltre volevo aggiungere questa osservazione, scritta dopo aver letto il libro (in formato cartaceo edito dalla Red edizioni) "I ragazzi felici di Summerhill":

"Quando un ragazzo non ha voglia di studiare o di frequentare la scuola, noi non ci preoccupiamo molto: sappiamo che è naturale avere una certa avversione per lo studio e per la scuola. Tutti i bambini preferiscono il gioco allo studio. Se il ragazzo presenta una avversione eccessiva, una ribellione radicale, andiamo da uno specialista per aiutarlo ad inserirsi. Ma, sia che l'avversione sia "lieve" o "grave", mai abbiamo messo in discussione il sistema educativo. Mai abbiamo messo in dubbio che sia naturale per un bambino dai sei ai quattordici/diciotto anni stare seduto cinque/sei ore dietro un banco circondato da quattro misere mura, sempre al suo posto.
Invece un insegnante, un educatore degno di questo nome DOVREBBE preoccuparsi! C'é qualcosa che non va in un sistema educativo in cui la maggior parte dei ragazzi non vorrebbe stare. C'è un grosso problema, c'è una grossa falla se i ragazzi si sentono costretti, obbligati, senza scelta e controvoglia. Loro stessi non si oppongono, ma vivono il disagio, spesso in silenziosa rassegnazione. Credono che ci sia qualcosa di sbagliato in loro, nei loro desideri di evasione.
Ci hanno insegnato che esiste il "piacere" e il "dovere" e che prima viene il "dovere" e poi il "piacere".
Senza entrare nel merito di questa assurda separazione, qual'è il vero "dovere"? Qual'è il principale impegno per un ragazzo? Non è forse quello di imparare ad essere felice? Imparare a relazionarsi con gli altri in maniera positiva e propositiva? Trovare nella libertà di sperimentare, di conoscere, di creare attraverso il gioco e la fantasia il proprio spazio, la propria identità, la propria sicurezza e fiducia in sé stesso e negli altri?!
Sappiamo benissimo che un cane legato ad una catena, per quanto lunga essa sia, o dentro una gabbia, per quanto grande essa sia, non vivrà felice, non sarà contento della sua esistenza. Gli animali costretti in spazi limitati diventano infelici e violenti.
Noi, con questa educazione che inserisce il ragazzo in binari ben definiti, senza mai incoraggiarlo dandogli spazio e libertà per la conoscenza di sé e dei suoi più intimi e veri desideri, lo abbiamo reso una persona che non sa bene quello che vuole, perché non gli si è mai stata data la possibilità di scoprirlo da sé. Così arriva ai 14/15 anni che deve scegliere un indirizzo. Quanti ragazzi abbandonano le superiori al 1° o 2° anno?! E poi, quanti ragazzi, dopo il 5° lavorano nell'ambito di ciò che hanno studiato?!"

Sembra strano, ma i ragazzi hanno una naturale propensione ad imparare ciò che veramente interessa loro, basta favorirne loro la possibilità, senza forzarli alle nostre esigenze. In quel libro ci sono esempi di come, quando arriva il loro momento, troveranno la richiesta interiore di imparare ciò che serve loro.
Claudio is offline  
Vecchio 26-04-2004, 10.37.03   #6
July
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Ciao Claudio,
Concordo perfettamente con il tuo post.
Non sono ancora mamma, ma spesso mi sono chiesta come potrei essere una buona madre e riuscire a far crescere mio figlio/a in modo da rispettare i suoi tempi e senza rischiare di tarpargli le ali prima che cominci a volare.
Molto spesso si ingabbiano le enormi potenzialità dei bambini, scegliendo sempre noi grandi quello che pensiamo sia bene per loro. Si fa in modo di far diventare i bambini dei piccoli "ometti" ubbidienti al nostro volere. Gli si riempie la testa di regole e imposizioni e li si fa diventare dipendenti da noi in tutto senza che loro imparino a prendere da sè le proprie decisioni.
Conosco genitori che hanno bambini che domandano ai genitori anche il gusto della caramella che devono scegliere. Quando vedo queste cose divento triste per quei bambini, perchè immagino come potranno essere diventando grandi.

PS. ho provato a cliccare sul link, ma mi dice che il dominio è scaduto. Che fare?
Ciao
July
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Vecchio 26-04-2004, 17.51.21   #7
A.Nilic
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Sono contento che si parli di un tema molto interessante come questo e che si sostenga la libertà illimitata dell'individuo fin dalla sua tenera età, ma...
Mi domando, sinceramente, se potrebbe essere sano, per chi nascerà ora, farsi guidare principalmente dal proprio principio di piacere nelle scelte della vita.
Sono d'accordo, stare seduti lunghe ore al banco ad ascoltare la lezione del maestro/a è qualcosa che annoia profondamente un bambino, che lo può rendere irrequieto, ma non credo ci possa essere soluzione a questa "tortura". L'attuale riforma della scuola, che mette come obbligatorio il tempo pieno, per me sbaglia, perché questo rendere DAVVERO irrequiete le povere vittime obbligate a restare ancora di più a scuola.
In ogni caso mi viene da chiedere a Claudio e a tutti voi che condividete la sua idea, se non vi preoccupi almeno minimamente una scuola impostata secondo i valori che sostenete.
Troppe volte all'università mi trovo di fronte a persone che in aula sono annoiate, sofferenti, sembrano tanti piccoli idioti che non riescono a controllare le loro sensazioni. Ora: sono d'accordo che in alcuni casi il terribile stato di noia che assale gli studenti sia giustificato, certe lezioni sono davvero una spina nel fianco e non certo un dono; io, personalmente, odio grandemente stare seduto, su una sedia o al banco, nel silenzio generale, ma, in ogni caso, mi controllo.
La paura di causare in tutti gli uomini, educati a scuola a partire da un'età giovanissima, qualcosa di simile a un riflesso pavloviano di fronte agli interdetti sociali e culturali secondo me non va a fondo al problema.
Come è possibile che un bambino, così povero di dati che possano strutturare le sue percezioni ed i suoi desideri, possa scoprire cosa vuole e avvicinarsi ad esso autonomamente? Tutti questi dati, a volte davvero odiosi, che ci vengono inculcati fin dalla nascità, come il linguaggio, i divieti e tante altre norme, sono in ogni caso strumenti necessari per muoverci nel mondo. Come possiamo formulare dei desideri senza elementi che ci diano la possibilità di strutturarne la forma?
Se devo essere sincero, sono dell'idea che l'unico modo di combattere le imposizioni tacite della cultura, dell'istruzione e della società è quello di usare LA CRITICA. Ma per criticare qualcosa bisogna conoscerlo...e noi ora possiamo farlo proprio perché ne siamo immersi fino al collo, ma come farà nel futuro a farlo il nostro "buon selvaggio"?
A.Nilic is offline  
Vecchio 27-04-2004, 14.34.33   #8
July
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x Nilic

Forse hai portato un po’ all’estremo quello che stavamo dicendo (o per lo meno che stavo dicendo io). Non ho nessuna intenzione di allevare dei piccoli selvaggi lasciandoli liberi di fare tutto quello che gli pare, e sono d’accordo sul fatto che alcune cose sono nozioni basilari e non si può fare a meno di insegnarle, ma ci sono un sacco di cose che vengono insegnate prima di tutto dai genitori che non sono altro che norme e divieti che insegnano al bambino che lui non ha voce in capitolo e che la sua opinione non vale niente e che per ogni piccola cosa deve avere l’approvazione di un adulto. Non si insegna loro ad essere individui, ma appendici degli adulti.
Io non dico quindi che non sia giusto insegnare ai bambini, ma non so se il modo in cui si insegna ai bambini sia quello più giusto per loro. Mi pare più spesso che l’insegnamento sia una pappa pronta, che non stimola i bambini e i ragazzi al ragionamento, né risveglia il loro interesse perché non c’è possibilità di partecipazione.
July is offline  
Vecchio 27-04-2004, 22.14.18   #9
Mary
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Mi domando perché ci siamo abituati a pensare che deve essere sempre bianco o nero?!

Forse un giorno le future generazioni (se l'umanità sarà ancora su questa terra) guarderanno a noi con orrore, considerandoci dei barbari.

Un giorno i nuovi nati saranno aiutati semplicemente ad essere se stessi, a sviluppare le capacità che sono i loro talenti.

Un bagaglio di nozioni non imposte ma offerte al bambino in modo gioioso e giocoso si affiancheranno ad una totale libertà di crescita. Libero dai condizionamenti che la società, il potere, le religioni oggi impongono.

Un bambino capace di esprimere se stesso, di amare se stesso. Chi ama e rispetta se stesso, veramente, non potrà che amare e rispettare il mondo esterno.

Un bambino non sarà più considerato "proprietà privata" dei genitori o della società, ma sarà un bene prezioso per la crescita degli esseri umani. Questo non esonererà dagli errori, ma l'errore sarà solo una prova non riuscita.

I bambini sono i futuri abitanti del Pianeta. Se sopravviveranno alla catastrofe che noi adulti di oggi stiamo preparando quante possibilità avranno di poter ricostruire quel che noi abbiamo distrutto?!
Li abbiamo programmati come computer utilizzando orrendi programmi.
Una volta lessi "le colpe dei padri ricadranno sui figli", pensai che era un'assurdità, che non potesse essere vero una cosa simile. Che era una palese ingiustizia. Oggi comprendo che queste parole sono, in questo tempo, vere più che mai, pur restanto intatta l'ingiustizia di questa realtà.

Ciao
Mary
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Vecchio 27-04-2004, 22.31.04   #10
exorcist
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Red face

"Le colpe dei padri ricadranno sui figli":
(Concezione paleo-ebraica della giustizia retributiva come fondamento di un'etica sociale. Grazie a Dio superata).
Chi uccide, distrugge, sfrutta, violenta, rapisce, inquina,
ruba non è mio padre.
Non sarò mai figlio di chi vuol toglire poesia alla vita.
Ciao.
exorcist is offline  

 



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