Sulle colline di Firenze è in progetto la costruzione di un unico luogo di culto per tutte le religioni. Il nome di questo progetto è "Un tempio per la pace". Si tratta di una enorme stanza senza alcun simbolo, sotto ad essa vi sono piccoli spazi dove ogni religione lascia i propri simboli. Ogni qualvolta vi è la celebrazione di un rito, ecco che i simboli attinenti a quella religione vengono portati in questa grande sala.
C'è stato scalpore e grande interesse in tutto il mondo religioso per questa iniziativa, tantochè ebrei, mussulmani, cristiani, induisti, buddisti ed altre religioni si sono già dati più volte appuntamento in questa città.
Da questo, il dire che tutte le religioni non sono altro che un divario di colori che se uniti ne formano uno solo, non è poi così fuoriluogo. Il marcio non è nelle stesse religioni, tanto in coloro che le gesticono, uomini che rendono integralista qualsiasi divario di fede.
Una divagazione poetica...
Oh, amici miei col computerino,
dal fare spesso sapientino,
in me v'è lo gran dubbio seguente
che dentro si rimescola sovente.
"C'è nell'uom vera fede nel pregare,
ed un cuor di pietra nel bestemmiare?
O forse, è un cuor duro che per abito talar preso benedisce
ed un pover diavolo che li misfatti dello monno maledisce?"
Ed ancor umilmente mi chiedo,
perchè risposta pur non vedo.
Se nella notte del santo Natale
dove l'animo buon sovrasta quello letale,
dove tutti levan una preghiera per la pace
e dove pure s'innalza una corale prece,
perchè il Dio d'ogni religion ancor tace?
Cari, oh voi tutti,
belli, mezzi belli e solo brutti,
babbi Natal e pudiche befane,
folli sapienti e comari un pò profane,
bevete lo vin giovane, frizzante e rosso,
ed in barba dobbiam andar a più non posso
all'om che professa una religion ormai malandata
all'om che intona una preghiera un pò stonata
da lui dobbiam fuggire
se vogliamo l'animo rinverdire.
La verità sapete, oh gente tutta,
non è certo nella fede bigotta,
ma la si trova sol nella luce degli occhi di un bambino
che, fortunato lui, ancor non conosce il fumo e il vino.
Adesso è venuto il tempo di lasciarvi,
perchè non voglio certo annoiarvi,
ordunque donne pie ed omini santi
femmine di malaffare e maschi lestofanti,
suor di clausura e frati eremiti
cuor di leoni ed animi feriti,
furbi patentati e stupidi perfetti
uomini fortunati e talvolta inetti,
dottori di niente ed infermiere ausiliare
ricchi sfondati e poveri senza mangiare,
banchieri strozzini e politici falliti
un pò tutti, oh voi mafiosi incalliti,
vi saluto quindi umilmente e riverente
un pò stanco, ma sempre ben presente.
Lo giullare gaudente e anco riverente,
di queste parole da legger distrattamente.