non saprei dirti,forse tre anni sono tanti e pochi nello stesso momento,pero a me ha fatto impressione per esempio il cambiamento che hanno avuto nel tempo gli immigrati venuti prima di me gia da molto tempo..per loro e' come se una parte del loro tempo si fosse cristallizato e rimasto ancorato al momento della loro partenza,ma questo e' naturale se ci pensi perche era l'unico modo per"rivivere" certi gradi di appartenenza e ci ho pensato anchio che in fondo potrei benissimo trovarmi nelle loro condizioni..ho visto delle interviste in televisione(rai international) e uno a un certo punto dice;..noi ci sentiamo stranieri qui ma ormai anche nella nostra vecchia patria perche nessuno ci capirebbe piu..era comico quello che diceva pero d'un sorriso amaro,pero forse tra quelli che sono espatriati molto tempo fa e oggi ci sono tante cose diverse che aiutano a rimanere in qualche modo in contatto e a non perdere il filo,vedi internet per esempio,la televisione,il telefono,la facilita relativa di come muoversi e viaggiare..devessere stato allucinante per loro sapere che dovevano buttarsi tutto alle spalle senza possibilita di ritorno..
comunque e' indubbo che le cose cambiano intorno a noi e viceversa siamo influenzati dai cambiamenti stessi,forse da questo punto di vista potrebbe pure essere un ulteriore arricchimento interiore,credo sia importante non perdere la propria"bussola" in questo senso...un altro spunto di riflessione potrebbe essere il bisogno vitale di tornare in qualche modo alle proprie radici,quel filo di cui ti dicevo..mai come ora per esempio per me e' cosi importante capire e conoscere cose dell'italia cui prima potevano essermi indifferenti,almeno in apparenza,infatti il paradosso e' che forse sono proprio quelli che vivono fuori a conoscere meglio quello che sta dentro,prima vi eri immerso e per te era normale,come un pesce che all'improvviso esce dal proprio acquario
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