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12-04-2006, 23.57.07 | #12 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Ti ricordo
e ti invito a constatare, con onestà, il fatto che noi non viviamo in un Paese "normale".
L'Italia giuridica possiede un corpus legislativo forte di circa duecentomila leggi, tuttora in vigore. Si tratta di un numero da dieci a venti volte superiore a quello di qualsiasi società occidentale evoluta. Non esiste cittadino, non esiste istituto, non esiste società, non esiste azienda nè organismo il quale, qualora indagato, non possa essere imputato di aver contravvenuto a qualcuna delle innumerevoli norme restrittive vigenti. Una parvenza di normalità e di quotidianità, in questo Paese, è resa possibile dalla semplice e banale impossibilità di esercitare un'indagine nei confronti di tutti i possibili, statuiti "illeciti" previsti dai nostri codici. Ma, qualora la magistratura decidesse di implicare un qualsiasi PincoPallo italiota, allo scopo di espungerne la presenza dalla società civile, questa non avrebbe che da aprire un qualsivoglia processo di indagine. Naturalmente, se il PincoPallo in questione può permettersi di stipendiare buoni avvocati, è altrettanto certo il fatto che, in questo Paese, PincoPallo procederebbe quasi all'infinito nel suo percorso giudiziario e, con ogni probabilità, verrebbe ad un "pari e patta" con l'istituzione giudiziaria. Possibile che debba essere io a spiegarti in che Paese vivi? Un Berlusconi attualmente inoffensivo potrebbe determinare l'accanimento che tu caldeggi. Il Berlusconi "forte" emerso dalle urne, comporterà il solito, tacito e indifferente "lassez faire", confidente nell'oblio facile delle masse. |
13-04-2006, 00.30.19 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: Ti ricordo
Citazione:
E' proprio per queste tue ultime sagge considerazione che la legge non è uguale per tutti e la vecchia maggioranza ne ha aumentato il numero con leggi ancor meno generali (cioè non per tutti) e "bizantine", ad uso di pochi ed identificabili "amici". Delegificare, compatibilmente con la complessità della modernità, significa portarsi anche in questo campo a livello della "normaltà" del Nord-Europa. E' un compito arduo data la scaltrezza e fantasia degli avvocati italiani con alte parcelle (da Taormina a Previti, tanto per non far nomi). Negli States l'avventura berlusconiana si sarebbe conclusa da tempo, dato il fisco ben più inflessibile del nostro e senza quell'allegra gestione craxiana, alla cui ombra il modesto costruttore è cresciuto improvvisamente. Se a pagare lo Stato in Italia è maggiormente il lavoratore dipendente, significa che l'evasione è pagata dai più deboli, lo Stato sociale di tradizione europea anche e gli aiuti alle imprese invece ... pure!!! Questo lavoratore che il liberismo vorrebbe pure consumatore avrà pur diritto a qualche sgravio esigendo che le regole che regolano la comunità vngano almeno rispettate da TUTTI? Il problema è rilanciare l'economia attraverso la ricerca (a livello europeo, se si vuol competere con Usa e Cina) finanziata dalla collettività, dato che le imprese non cacciano un'euro ma ce ne chiedono quando sono in difficoltà. Quando l'intera Europa ripartirà anche la fiscalità sarà un problema meno pressante. Questo governo non è riuscito dove sono già riusciti altri Paesi europei. Vogliamo fidarci delle magìe di Tremonti o di chi ci ha ancorati all'Europa? Perchè solo la destra italiana considera una iattura l'euro? Vogliamo far concorrenza alla manodopera rumena di Timisoara o a quella cinese di Nanchino con prodotti poveri tecnologicamente o dotarci di efficienza manageriale più adeguata, correlata ad uno sviluppo scientifico almeno pari a quello dell'India? Ultima modifica di oizirbaf : 13-04-2006 alle ore 00.35.40. |
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13-04-2006, 02.12.38 | #14 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Re: Re: Ti ricordo
Citazione:
Considerazioni sacrosante, perchè, non c'è dubbio, in qualsiasi "vera" liberaldemocrazia, l'avventura berlusconiana non sarebbe probabilmente mai cominciata. Ma è pur vero che, in un Paese come questo, con le norme non scritte che regolavano il dis-accesso a quelle scritte, negli anni '70, '80 e, inizialmente, '90... In questo Paese e in quegli anni, l'unica "avventura" possibile che vi potesse prender forma e concetto era e sarebbe stata quella "berlusconiana". Berlusconi non è che l'espressione degli anticorpi della società civile contro lo strapotere della burocrazia e delle cupole amicali in un contesto culturale dominato dall'ideologia della truffa e della scaltrezza. L'euro non è una jattura, ma una grande e consolidata certezza per gli italiani. Il problema sta nel fatto che esso rappresenta anche un "redde rationem" delle improvvisazioni, dell'insipienza, della superficialità e dell'imprevidenza dei decenni trascorsi. Come tale, purtroppo, esso condanna i più deboli. L'euro è, per tutti gli europei, una sfida adattativa, la quale, darwinianamente, implica una sopravvivenza selettiva ed il sacrificio dei meno adatti. "Piaga, per allentar d'arco, non sana" scriveva Petrarca: e a poco vale, purtroppo, ragionare sulle cause. |
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