Fin dalle sue prime parole, - governeremo senza se e senza ma – o – non faremo prigionieri – questa destra ha dimostrato la sua voglia di governare fuori dalle regole democratiche. Anche l’abolizione dell’offerta della presidenza di una delle due camere, all’opposizione, ha dimostrato, da subito, che, per questo governo, l’opposizione, non era vista come “corpo della democrazia”, bensì come il nemico da abbattere e distruggere. Il G8 è stato l’esordio emblematico di un nuovo, (in realtà vecchissimo), stile di governo, che con la polizia schierata contro i cittadini, conteneva il messaggio implicito: - italiani pensate alla casa, al lavoro e alla famiglia e non fate casino, che ci pensiamo noi a voi. –
- Che qualcuno pensi per me - dopo l’illuminismo è una bestemmia, come prima della rivoluzione copernicana era una bestemmia dire che Dio non esisteva.
Non dimentichiamo che la nostra storia, la storia dell’uomo, si basa su migliaia di anni di cesaro-papismo e di teocrazia e che gli esperimenti, assai imperfetti, delle nostre democrazie, sono purtroppo, ancora degli esperimenti. Che la guida dei popoli, non derivasse dalla luce divina bensì da quella della ragione, infatti ce lo ha insegnato l’illuminismo pochi secoli fa. La ragione significa uomini seduti attorno ad un tavolo che discutono e dibattono per stabilire regole, norme e convenzioni, per il convivere civile, perché non è pensabile che la legge sia monopolio del più forte e del più furbo. La legge deve nascere dalla mediazioni tra gli uomini, o almeno tra i loro rappresentanti.
Questi cinque anni di governo di destra ci hanno mostrato che esiste ancora la voglia di mettere da parte queste conquiste, in favore delle vecchie logiche di governare, secondo le quali il parere del reggente sarebbe incontestabile, (in quanto ispirato direttamente da Dio!?). Dire: - siccome sono legittimato dalla maggioranza dei si fa quello che dico io - non è molto diverso dal dire: - sono il re, l’imperatore o il duce e quindi si fa quello che voglio io”.
Il susseguire ed il protrarsi del governo Berlusconi è stato poi tutto una riproposizione continua di queste spinte restauratrici. Leggi emanate senza sentire le controparti sociali, emendamenti a colpi di decreto per fare leggi spesso assolutamente arbitrarie ed in difesa di interessi privati e personali del premier. Delegittimazione della magistratura. Attacco a tutti i media che non aderivano alla nuova linea. In pratica un tentativo di restaurazione dei poteri forti attuato senza i carri armati.
La proposta della destra oggi come ieri è quindi quella di pochi eletti che pensano e decidono ed una massa di pecoroni che li seguono, per chi non si vuole uniformare e vuole scendere in piazza c’è il manganello. Un orrendo film già visto dal quale pensavamo di esserci liberati per sempre, grazia all’aiuto degli alleati ed alle tante e generose forze della resistenza italiana, che diedero la vita per la libertà. Un orrendo film nel quale la gente, l’uomo, l’individuo non conta nulla davanti al potere, non ha dignità, è solo una risorsa (umana), da sfruttare e poi gettare quando non serve più.
Questa la logica il cui unico interesse è il potere fine a se stesso nasconde un’insaziabile sete di sangue grondante da bocche fameliche, che nutrono l’orgoglio sconfinato di essere la razza eletta, di essere i migliori, i detentori della verità, coloro che sanno e conoscono la via…… un delirio di onnipotenza che la fede mutua ed al quale la ragione si ribella.
A questa visione farneticante che pone l’uomo sopra a Dio, io scelgo la concezione di sinistra, quella della gente che suda e puzza per il suo lavoro, quella di un popolo che sa amare e soffrire, sa sbagliare e rialzarsi, sa guardarsi dentro e criticarsi e crescere. Scelgo la speranza ed il sogno di una società che non sia più giusta solo per me, (cosa fin troppo facile), ma che sia giusta anche per gli altri. Una società dove l’uomo abbia la possibilità di esprimersi, dove nessuno sia senza voce e tutti abbiano un’opportunità, di migliorare.
Spero che saremo in tanti a non cedere alla paura del nuovo, all’egoismo più bieco, alla voglia di dominare e di imporre le nostre idee, alla paura del diverso. Spero che in molti sapremo vedere che, oltre il conto in banca e la produzione dei beni materiali, esiste una possibilità dimenticata di qualità, di armonia, di benessere, che non è rappresentato solo dalla macchina più potente o la casa più grande. Spero che invece di esaltare la furbizia come valore, torneremo a valutare doti come: la serietà, l’onestà, l’affidabilità, magari anche la sobrietà, la discrezione, e che, in tanti, cercheremo la strada difficile di lottare e costruire un mondo un po’ migliore oggi, senza dovere aspettare il paradiso domani, del quale, per altro, non siamo neppure certi.