Citazione:
Messaggio originale inviato da Monica 3
Ieri sera sono andata ad ascoltare il giornalista/conferenziere Henry Maler dell’Observatoir des Médias. Il titolo della conferenza era “Les enjeux démocratiques de la critique des médias”.
La traduzione in italiano mi viene male. Aiutatemi “La posta in gioco democratica della critica dei media”.
Ha parlato della finanziarizzazione del mondo mediatico che sta stravolgendo il ruolo dei giornalisti.
Ruolo dei media è infatti informare, contestare, proporre. Oggi di queste tre funzioni principali rimane un terzo della prima. Infatti l’informazione è basata su:
1. Notizie di consenso (maltempo, catastrofi ecc.)
2. Stigmatizzazione di gruppi sociali
3. Criminalizzazione di individui, i cui casi dovrebbero
essere trattati in direttissima dalla giustizia
Inoltre, il cittadino finanzia tutto questo con la pubblicità che trae le sue risorse dai prezzi al consumo. L’euro è stato solo un pretesto per fare il gioco della pubblicità. La differenza fra la tassazione diretta e questa forma di tassazione indiretta è che la prima viene reinvesta in servizi. La seconda finanzia gli affari di pochi.
In risposta a una domanda di una ragazza francese, studente di tendenze dell’informazione internazionale, l’oratore ci ha tranquillizzati. I media non possono tutto. Nonostante la propaganda continua e di massa sul referendum sulla Costituzione europea, i Francesi hanno votato di testa loro. Prevede la stessa cosa per le prossime elezioni politiche in Italia.
I giornalisti europei si stanno dando da fare per proteggere il loro futuro e nomi come quello Previti stanno comparendo ormai su larga scala.
Una volta vinte le elezioni, non voglio finanziare né carceri di lusso né litigi all'interno della sinistra. Mi basta che il tolto venga reso nelle forme seguenti:
a. ripristino dei danni ambientali
b. investimenti nell’infrastruttura scolastica e sanitaria
c. diminuzione del trasporto su gomma
Ciao
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Perdonami la filippica, ma ho una pessima opinione dei francesi.
Se vi è un popolo, una cultura, un "atteggiamento" europeo, che possa dirsi assolutamente anticomunitario (nel senso più esteso della parola) questo è il "sentimento francese".
E' così da secoli, da sempre.
Al punto che, io credo, Napoleone fomentò il suo insuccesso proprio nel momento in cui "pretese" che il sentimento dei francesi si estendesse all'Europa...!
Non è vero che l'euro si sia costituito come moneta del "disvalore" mediatico: si tratta di una follia monotematica che solo un francese, nel suo delirio sciovinistico, potrebbe concepire.
Detto ciò, ed adombrati gli spettri paranoici che fanno da sfondo all'idea che la "tassazione indiretta" alimenti l'influenza mediatica di gruppi di potere, mi viene da dirti quanto segue.
Non so perchè, ma a noi tedeschi, sentir parlare un francese intelligente mette un "prurito" invincibile alle mani...
Viene voglia di dargli un sacco di sberle!
Mette rabbia la loiro paranoia, la loro idea di perenni progetti "occulti", di intenzioni inesplicite e larvate, di progetti nascosti, latenti e inconfessabili...
Per ripararsi, io dico, come Farisei, dietro il paravento della presunzione della slealtà dell'avversario!
Veramente i francesi hanno la slealtà di ripararsi sempre dentro l'opportunismo del loro gruppo: non sanno andare oltre le mura di casa, e, quando lo fanno, si figurano chissà quali spetri e chissà quali complotti occulti.
Non vale per tutti, sia ben inteso, ma se vogliamo costruire un Europa comune, intrisa di un senso concreto ed ideale di appartenenza, questo non è il modo giusto di operare: non con il sospetto.
Occorre dar valore all'ingenuità.
La quale, ingenuità, è santa, davvero, quando si tratta di interagire tra culture e sentimenti diversi.
In questo, gli italiani e i tedeschi si assomigliano moltissimo: nel momento in cui danno credito e fiducia ad un'idea, essi la "sposano".
In un modo molto generoso.
Io lo ritengo un grande valore di comunità.