Ci tengo a precisare che il mio pensiero riguardo la droga e la spiritualità non voleva essere un inno al farsi in vena... Probabilmente sono stata troppo vaga o il mio pensiero riflette una mentalità talmente particolare che è difficile da comprendere... Volevo soltanto esporre un pensiero secondo cui se la droga fa parte di una cultura (come qualcuno saggiamente ha precisato), ma anche più semplicemente rientra in un flusso inafferrabile che percorre l'uomo e che qualcuno sente scorrere e vorrebbe afferrare, farsi trascinare, seguire e che si insinua in quei meandri occulti del nostro cervello (perchè la neurologia e la psichiatria ancora non hanno potuto tracciare una pianta completa del nostro cervello e alcune parti di esso restano ancora misteriose)... beh allora penso che se un buon mezzo per cavalcare questo flusso sia la droga, non sono contraria al suo uso. Lo "spirirtualmente" a cui ho accennato nel messaggio precedente si riferisce a quello che io definisco flusso e che ognuno di voi può definire come vuole.
15-12-2005, 01.52.59
#12
Elijah
Utente assente
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Messaggio originale inviato da Mary Il drogato è consapevole del danno che procura a se stesso e al mondo intero? Non credo, ma anche se lo fosse se ne infischierebbe altamente.
Ne è più che consapevole... ma non sa come uscirne e se ha senso farlo...
Mai visto un eroinomane in astinenza...
Non ci sono parole per descrivere certe cose...
Fatto sta che il drogato è molto più umano e sensibile di quanto si possa immaginare...