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Data registrazione: 23-02-2005
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Credo di avere una spiegazione
Vedi, Alessandro, le case, 55 anni fa, non erano concepite, nella loro costruzione, con gli stessi criteri restrittivi di oggi.
Ciò non toglie che le case di "allora" siano meno sicure di "oggi", anzi: il fatto è che nel costo effettivo di un'abitazione si accumulano le mille prebende, tasse, tangenti relative ai mille "presunti" controlli, i costi degli stessi (che ricadono sulle assicurazioni) le stravaganti e burocratiche gabelle che appesantiscono i costi di ogni singolo mattone, di ogni molecola ferrosa che compone la tua caldaia, di ogni possibile intenzione che arrovella il tuo geometra.
Questo è il punto: lo stesso paese in cui, se accade che vi sia un'alluvione, deve essere colpa di qualche ingegnere...
Bene, quello stesso paese paga questo suo delirio paranoico alla classe furba che lo amministra in termini di costo alla produzione.
Tutto qui, molto semplicemente e senza cattive e malevole intenzioni.
Il fatto è che, in alcuni recessi d'italia, 55 anni fa bastava una stretta di mano tra gentiluomini per stabilire un contratto: e le case, le opere che ne conseguivano venivano su solide e sane.
Oggi non è così: occorrono mille controfirme di consulenti tecnici, presunti, i quali depistano attraverso infiniti percorsi burocratici le loro impossibili responsabilità.
E se dico "impossibili" so quel che dico: perchè se ogni ruolo corrispondesse all'effettiva attesa di una capacità corrispondente, il mio discorso sarebbe vuoto e vano.
Purtroppo, a fronte di una legislazione rigidissima, si dispone, come sempre, la più impalpabile delle burocrazie del mondo.
L'unica capace di biasimarsi per i suoi stessi effetti.
Le case di 55 anni fa non crollano e non crolleranno prima delle "nuove", terremoti compresi.
Costavano assai meno perchè, caro Alessandro, il valore di una "stretta di mano" tra gentiluomini intelligenti e seri, a quei tempi, non costava nulla e valeva cento volte di più dei mille uffici, protocolli, programmi, regolamenti, consulenti e, infine, anche cordate di "amici" che ne costituiscono, tutti insieme, il prezzo.
(Detto sottovoce, in modo che nessuno possa sentirci, sai, ti invito a considerare come, a fronte di ciò che ti ho detto, molti edili assumano "in nero" lavoratori stranieri ed italiani. Gli artefici di questo scempio, ignari o troppo consci di ciò, additano al pubblico ludibrio gli imprenditori edili, i quali cercano, con ogni mezzo, di districarsi tra quelle mille gabelle, consegnando prodotti accessibili al mercato... Questa ipocrisia sciacalla è assolutamente italiana.)
Il risultato è il seguente: il costo del metro quadro in una insignificante cittadina di provincia italiana, provincia che non fornisce alcuna opportunità di inserimento e lavoro alle nostre nuove generazioni, costa quanto il metro quadro nel centro pulsante di Vienna.
Da cosa sia alimentato questo "mercato" impossibile e irrazionale mi è ignoto, ma, se possedessi alloggi da quelle parti, cercherei di disfarmene con una certa sollecitudine.
Ultima modifica di Weyl : 23-10-2005 alle ore 01.34.21.
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