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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
08-10-2005, 17.37.47 | #2 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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La competizione rende schiavi del risultato. Si compete per arrivare primi, per appagare il proprio ego e si perdono di vista i veri valori: per esempio il gusto di fare qualcosa.
Un conto è praticare sport per il piacere, perché fa bene alla salute, ecc... Altro invece è usarlo come fine per appagare il proprio ego. Il pericolo della società moderna è proprio questo, a mio avviso. Se pensiamo al calcio brasiliano come era fino a qualche anno fa e come invece si è trasformato da quando diversi suoi calciatori giocano in Europa.... E' solo uno dei tanti esempi, ma potrei citare il lavoro del più sconosciuto degli impiegati od operai.... sarebbo lo stesso. |
09-10-2005, 10.54.09 | #3 |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Anni fa ho letto un libro, incanalabile tra quelli "new age" piuttosto noto: "E venne chiamata due cuori".
Racconta un avventura (non so quanto reale) di un'americana nella cultura degli aborigeni australiani. Emergono due cose: si tratta di un popolo non competitivo e proprio questa non competitività gli ha portati quasi a scomparire. L'ho trovato molto bello, ricordo che lei sperimentava alcuni giochi occidentali sugli aborigeni spiegando loro che c'era un vincitore ed un perdente. Gli aborigeni rispondevano: "come è possibile che sia un gioco se qualcuno deve essere sconfitto". La competitività, assieme all'auto-elogio, la fa davvero da padrona negli ultimi anni nel mondo occidentale... e visti i risultati forse c'è qualcosa che non va... oltre tutto un tempo si diceva che c'era il "fair play", oggi c'è ancora? |
09-10-2005, 12.14.53 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: La competizione come valore (da un post di Chimera).
Citazione:
No, non ci rendiamo conto, tutti presi dall'ego-building, come nota mr.Bean. Cosa ci vorrebbe? ... ridare senso alla vita contemplando la morte. La morte che espelliamo dalla mente, dai discorsi, dall'orizzonte ... ma che non possiamo evitare ... è l'unica certezza che ci induce a capire con meraviglia: "quant'è preziosa la vita, ogni secondo di essa!". |
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09-10-2005, 14.59.53 | #5 |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Bell'argomento !
Cara neve mi ricordo quel bellissimo libro. I messaggi di quel libro sono assai profondi per noi “ i mutanti”. Oggi come oggi penso che il fair play è stato sostituito dall’aggressività e concorrenza sleale. Però si parla sempre di competitività. Viene inculcata anche dall’infanzia dai nostri genitori, dalla scuola e così via. E consapevoli o meno consapevoli a volte lo facciamo pure noi. Io non ho delle soluzioni. L’idea di contemplare la morte sarebbe una buona chiave, ma non so come si potrebbe fare in modo costante. Provo soltanto a non ripetere (quando e come posso) questi sbagli con mia figlia.
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09-10-2005, 16.11.34 | #7 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Sicuramente la mancanza di una seria contemplazione della morte ci porta ad atti estremi (vedi tifosi assassini sugli spalti, competitività sregolata per fini moralmente infimi etc.). La competitività rimane comunque un ottimo motore per il miglioramento personale come la collaborazione per quello sociale. Secondo me è necessario codificare e valutare attentamente fino a che punto la competitività può essere appagante e quando comincia a diventare un'ossessione (Vedi Violetta e mamma nella Fabbrica di Cioccolato lol!)
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09-10-2005, 16.12.34 | #8 | |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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perchè nò?
Citazione:
La competizione regna un pò dovunque, come avete già fatto osservare, e pensare profondamente che la vita che abbiamo a disposizione è solo una dovrebbe aiutare a comprendere che non ha proprio senso lo spreco di energie che si ha per essere i primi sul lavoro, i primi a scuola, i primi alla fermata dell'autobus, i primi allo sportello dell'ufficio postale ecc.ecc. L'ho provata anch'io la competizione, ma ho notato che mi esauriva e rischiavo di perdere di vista l'obiettivo più importante: me stessa e pensando appunto che la mia vita è unica perchè precorrere i tempi e rischiare di morire prematuramente? |
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09-10-2005, 17.23.20 | #9 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Sarà forse la mia situazione fisica, il fatto che da bambino, quando chiedevo perché mai i miei coetanei potessero correre mentre a me non era quasi permesso nemmeno di reggermi sulle mie gambe nemmeno per qualche metro, sarà forse per il mio carattere abbastanza contro corrente, sarà per chissà quale altro motivo... sta di fatto che ho scoperto la bellezza di viaggiare e l'ho sostituita al verbo arrivare.... O meglio: se debbo andare a Berlino per starci qualche giorno, non mi curerò molto di osservare il paesaggio durante il tragitto perché per me è pi
importante arrivare a Berlino per osservare... però, fermarmi ad osservare un fiore con gli insetti che gli gironzolano introrno, il sole che tramonta, il movimento delle nuvole o delle piante accarezzate dal vento, il mare che da tranquillo diventa burrascoso.... tutto questo l'ho imparato forse perché a me non è stato concesso di correre. Per diversi anni sono rimasto invischiato nella competizione lavorativa, senza tuttavia cavare un ragno dal buco. Quando ho scoperto che si può lavorare divertendosi, o si può praticare una disciplina sportiva per il solo piacere... beh ho aperto gli occhi ed ho capito che la competizione non può mai essere sana. |
09-10-2005, 18.13.57 | #10 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Citazione:
Oltre la morte, contemplare la vita. Grande saggezza. Mi ricordo la scorsa primavera quando andavo tutta di corsa, imbronciata e preoccupata di mille problemi (io viaggio a piedi da casa fino alla fermata del pullman o alla stazione) mi ero fermata di colpo davanti ad un cespuglio in fiore. È bastato un attimo (o un fiore ) per cancellare tutte le preoccupazioni. |
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