Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 20-04-2005, 09.35.02   #1
La_viandante
stella danzante
 
L'avatar di La_viandante
 
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
Abemus Papen

Il cardinale all'attacco nelle altre religioni
errori e inganni.

Ratzinger: "Salvezza solo
nella Chiesa cattolica"


di MARCO POLITI

--------------------------------------------------------------------------------
CITTA' DEL VATICANO - Ratzinger fa squillare le trombe. Ribadisce l'unicità e la supremazia del cattolicesimo, respinge l'idea che le Chiese cristiane possano essere considerate su un piede di parità, proclama fermamente che le religioni non costituiscono vie uguali per raggiungere Dio, perchè l'unica via vera resta la Chiesa cattolica.
L'ultimo documento della Congregazione per la dottrina della fede, dedicato all'unicità e all'universalità del mistero di Cristo, sta scatenando una tempesta di polemiche. Protestano le altre Chiese cristiane, che si sentono declassate a fronte della perentorietà con cui la Dichiarazione Dominus Jesus di Ratzinger proclama il ruolo primario e superiore del cattolicesimo in quanto unico titolare della "pienezza" della Chiesa di Cristo: "Esiste un'unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa Cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui".

Quanti non si professano cattolici sono in difetto: se Ortodossi, perchè non riconoscono il primato del papa, se Protestanti, perchè "non hanno conservato l'episcopato valido e la genuina e integra sostanza del mistero eucaristico". Per i Protestanti la sorte è peggiore. Per Ratzinger, infatti, "non sono Chiese in senso proprio".

Nei fatti non rimane agli altri cristiani che il "ritorno all'ovile", anche se non è detto così. Con lo stesso atteggiamento si guarda alle altre religioni. I loro seguaci, benchè possano ricevere la grazia divina, "si trovano oggettivamente in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici".

Navarro, portavoce papale, getta acqua sul fuoco: "La Santa Sede non cambia linea nelle relazioni con le altre Chiese cristiane". Gli strali della Congregazione per la dottrina della fede sembrano indirizzarsi soprattutto contro i teologi europei ed asiatici, che da qualche anno si sforzano di capire in che modo la "potenza salvifica" di Dio agisce anche nelle altre tradizioni religiose. Sono problemi teologici complessi e a rigore la Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede non introduce novità. Ma sono gli accenti del documento a suscitare forti preoccupazioni dentro e fuori la Chiesa. Sparando a zero contro i tentativi di aprire vie nuove, la Dichiarazione pone sbarramenti alle aperture del concilio Vaticano II e dello stesso papa Wojtyla.

Certo, resta l' acquisizione che anche i fedeli di altre religioni possono salvarsi per l'intervento divino e un ebreo che nega Gesù come figlio di Dio può ricevere il dono della salvezza e, comunque, Israele alla fine dei tempi "riconoscerà Cristo", ma i paletti sono tanti.
La Dichiarazione se la prende con il relativismo, l'eclettismo, le tesi che oltre al cristianesimo ci siano anche altre "vie di salvezza" oppure che il Logos, il Verbo, cioè Cristo nella sua divinità possa manifestarsi al di fuori dell'evento rappresentato da Cristo nella sua incarnazione storica. Guai a pensare che tutte le religioni siano uguali.

"Deve essere fermamente creduto - afferma il cardinale Ratzinger - che la Chiesa è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo è il mediatore e la via della salvezza". E' ora, sostiene Ratzinger, di "riaffermare le verità smarrite" da un certo tipo di dialogo che avrebbe introdotto "l'idea errata che le religioni del mondo siano complementari alla rivelazione cristiana", dimenticando che in esse vi sono anche errori e inganni. Soprattutto il cardinale si scaglia contro quella che definisce "l'ideologia del dialogo che si sostituisce alla missione e all'urgenza dell'appello alla conversione".

Fissando i suoi sbarramenti, la Dichiarazione finisce per correggere e svuotare anche i ripetuti gesti fraterni di papa Wojtyla nei confronti delle Chiese cristiane e le sue aperture nei confronti delle altre religioni. Quando il Papa dice che Dio non manca di rendersi presente anche nel patrimonio spirituale delle altre religioni il tono è proiettato su nuovi scenari. Quando Ratzinger sottolinea che le altre credenze sono sostanzialmente un'esperienza religiosa umana alla ricerca della verità assoluta, è un richiamo all'ordine.

Comunque, la Dichiarazione è stata approvata in forma solenne da Giovanni Paolo II e il segretario della Congregazione per la dottrina della fede, monsignor Bertone, ha spiegato che i contenuti del documento sono sempre stati "infallibilmente proposti dal magistero" della Chiesa e quindi richiedono da ogni fedele un "assenso definitivo e irrevocabile".
La_viandante is offline  
Vecchio 20-04-2005, 13.41.31   #2
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
La scelta di “capi” conservatori, di cui il nuovo papa è la più emblematica, (senza con questo sottostimare il fenomeno America dove i conservatori, con Bush, hanno vinto due volte l’elezioni), indicano l’incapacità del pensiero/cultura, di adattarsi agli stravolgimenti che la rivoluzione industriale e tecnologica hanno portato in essere. Nella storia dell’uomo mai prima d’ora si erano avuti cambi così radicali in lassi di tempo così brevi. E’ un fatto!
E la reazione è proprio quella di cercare di salvare nel cambiamento ciò che si ritiene abbia valore.
Ma in questo mondo che diviene sempre più coeso, dove i poveri incontrano i ricchi, dove gente di diverse etnie e religione si mescola e vive insieme nelle varie metropoli del pianeta, c’è bisogno di tutto tranne che dell’arroccamento sui valori, sui privilegi e sui poteri di parte, perché quell’arroccamento, inevitabilmente, inasprirà i contrasti e creerà conflitti.

Il valore che va esaltato e difeso oggi è piuttosto la capacità di cooperare, la capacità di dialogare, di scambiare, di essere aperti e ricettivi, il saper integrare le differenze. E’ valore capire come si può creare ricchezza morale e materiale “usando” il diverso. E’ valore l’esaltazione dell’esseità della persona, contro il concetto di “avere” delle società contadine e povere.

Voglia il cielo che la luce illumini, i cervelli dei capi e delle guide, e che sorgano nuovi pensatori ed illuminati che comprendano i termini del problema e che sappiano, con coraggio, guidarci in questa transizione, perché non è difendendo valori che operavano in contesti diversi e che non funzionano più nelle nostre vite che potremo vivere delle vite degne di questo nome.
VanLag is offline  
Vecchio 20-04-2005, 14.07.14   #3
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Ogni generazione si sente "di transizione"

Non sono affatto certo che la tua analisi, van Lag, sia corretta.
In particolare, sollevo dubbi sulla validità del paradigma dialettico progresso/conservazione, rivoluzione/reazione, invalso da due secoli nella storiografia moderna.
Ratzinger non è soltanto un teologo, ma anche un filosofo tra i massimi del nostro tempo.
La sua contestazione del relativismo culturale esprime un germe del tutto attuale (e nuovo nelle sue forme ed argomentazioni) nel dibattito teoretico contemporaneo, e rappresenta lo sbocco di un percorso personale che vi è transitato pienamente.
La mia personale sensazione è che questa elezione al Soglio Pontificio precorra leggermente i tempi, non tanto in senso storico, quanto dal punto di vista culturale.
Qualcosa di simile a quanto accadde quando l'eletto fu il cardinal Roncalli.
Stiamo a vedere...
Weyl is offline  
Vecchio 20-04-2005, 15.13.20   #4
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: Ogni generazione si sente "di transizione"

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Non sono affatto certo che la tua analisi, van Lag, sia corretta.
Ciao Weyl ….Io sono abbastanza certo invece della correttezza della mia analisi e cerco di motivare ulteriormente.….

Mai si era vista nella storia dell’uomo una tale forza evolutiva. Parlo dei terremoti sociali seguiti alla rivoluzione industriale, con la popolazione attiva che è passata dall'agricoltura all'industria, l'elettricità che ha trasformato la notte in giorno. I treni, le navi, le macchine, che hanno modificato radicalmente il modo di vivere dei nostri predecessori, mentre iniziava l'era della comunicazione con la carta stampata, la radio, il telefono. Ed a seguire, la rivoluzione tecnologica con computer, cellulari, l'occhio gigante dei satelliti, i laser.
Oggi i media ci portano in casa nostra, in tempo reale, le immagini del mondo, possiamo arrivare dall’altra parte del pianeta in meno di 24 ore. Possiamo comunicare con tutti gli angoli del globo. I popoli si spostano, non con gli eserciti, ma per cercare sopravivenza.

Questa che descrivo non è la mia analisi è la realtà che ci circonda. A Milano, tranne gli indiani pellerossa, che li abbiamo sterminati e gli oriundi di Papete, che stanno bene a casa loro, trovi di tutto, musi gialli, neri, russi, sudamericani. E non è qualcuno qui e là, sono vagoni di metropolitane, file di sedili sui “bus”, code sui marciapiedi. Ed io credo davvero che non possiamo gestire la trasformazione in atto, con un pensiero che risente ancora delle influenze dell’antica Mesopotania e dell’antico Egitto.
Non possiamo perché questa trasformazione è qualche cosa di nuovo e diverso da quello che l’uomo conosceva fino a prima degli ultimi due secoli. Neppure ci serve un pensiero elaborato con fini argomentazioni. Il valore deve operare nelle nostre vite, deve farci vivere bene e quello che ci serve oggi è un pensiero illuminato che sappia infonderci la gioia della scoperta, lo stesso spirito che animò Marco Polo o Colombo, perché questo è il mondo di oggi, è il nuovo hardware che abbiamo creato.


VanLag is offline  
Vecchio 20-04-2005, 17.06.33   #5
La_viandante
stella danzante
 
L'avatar di La_viandante
 
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
credo che i tempi siano ancora acerbi per tirare le conclusioni, almeno per me le informazioni arrivano velocemente e tutte insieme, oltre all'indottrinamento mediatico che mette la notizia giusta a corredo di un sottofondo entusiastico le idee di ratzinger sulla scia dell'entusiasmo dell'avere un nuovo papa, essere spettatori di un momento storico
fortemente d'impatto

ma non credo che sia stato eletto a caso
l'elezione risponde esattamente a una politica che gia' si era delineata

proprio per quello che dici vanny, il rapido susseguirsi di cambiamenti che non permettono un adeguato adattamento, la mescolanza di diverse etnie, tutta questa confusione, alla quale la chiesa ha cercato di adattarsi, nel rispetto e la tolleranza, in realta' ha creato una profonda crisi d'identita' del cattolico, ed ecco secondo me perche' si e' scelta la linea del fuhrer, un assolutismo che reintegra una identita' religiosa di un popolo, con forti messaggi a marcarne l'autenticita' e l'inattaccabilita'.
uno scoglio forte per aggrapparcisiviti

ma... credo che cambiero' idea ancora parecchie volte
La_viandante is offline  
Vecchio 21-04-2005, 02.04.40   #6
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
La linea del Fuehrer

Essere una "viandante" non ti dipinge come un'assertrice di letture ad alta emotività espressa...
Dovresti procedere cauta, nel tuo vagabondare.
In fin dei conti, cosa cerchi?
Dove vuoi andare ?
Che cosa vuoi sapere ?
Che cosa vuoi fare ?

Io spero tu abbia la pazienza di leggermi, prima di aver formulato risposte.
In tal caso: ossia, nel caso tu sappia sospendere ogni tuo pensiero in vista di una possibile domanda che, non rispondendo al senso di quelle che ti ho posto, ne sviluppi l'intrigo al di là del denominatore comune che le sottende.
In tal caso: perchè il "dovere" non può intersecarsi con il "volere" ?

Se mi segui e se sei una persona intelligente, hai già compreso del tutto ciò che ti voglio suggerire.
Il problema, intendo, è il seguente: nessun pensiero, come architettura di immagini, dovrebbe preoccupare te o ciascun altro.
Non in quanto luogo in cui il "dovere" ed il "volere" possano coniugarsi in un sillogismo dialettico.

Dunque, "desinas ineptire", ti direi, nel bel latino che il nuovo Papa ha detto nel corso della Sua prima Messa.
Oppure, nella sua lingua, i bei versi vorrei citarti di Rilke

"Das ist die Sehnsucht: wohnen im gewoge
und keine Heimat haben in der Zeit

Und das sind Wuensche: leise Dialoge
taeglicher Stunden mit der Ewigcheit (....)"

- Questo l'anelito: vivere nell'onda
e non aver patria nel tempo

E questi i desideri: dialoghi lievi
di brevi momenti, con l'eternità (...) -

Ciao, cara amica
Weyl is offline  
Vecchio 21-04-2005, 10.53.56   #7
La_viandante
stella danzante
 
L'avatar di La_viandante
 
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
weyl, il pensiero
Citazione:
come architettura di immagini
è tutto quello che abbiamo e risponde a un bisogno fondamentale, dare forma e spessore, e anche emotivita', al vissuto a supporto dell'identita'
esperendo non facciamo altro che riportare in forma cosciente le immagini della percezione
il pensiero cosciente della esperienza soggettiva e' tutto quello che abbiamo per rapportarci al circostante
ora se scelgo di dipingere un attimo della mia esperienza cosciente colorata di parole razional-emotive, puoi fermarti solo a contrappore le tue immagini alle mie, evidentemente quello che esperisci tu nasce dal bisogno di dare forme ai tuoi schemi mentali
puoi dire, quel colore non mi piace, ma non 'smetti di impazzire a modo tuo e fallo a modo mio, te lo consiglio'

se pensi che avere un'opinione su quello che succede intorno non debba preoccupare ne' me ne' altri... perche' te ne preoccupi tu?

ma tutto mi fa pensare di aver sbagliato forum
mi ero lasciata trarre d'inganno dal nome, riflessioni, credevo volesse significare riflettere in un altro senso, cioe' di pensieri, non d immagine personale
e invece costantemente ci si prende sul personale, io esprimo un idea, e mi si critica o si' da consigli alla persona
adieu mes amis
La_viandante is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it