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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
07-03-2005, 23.46.50 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-03-2002
Messaggi: 164
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Non so cosa ci porterà il futuro, non sono un profeta, guardo solo alla realtà odierna e la realtà ha portato alla sconfitta della società comunista, economicamente, socialmente e culturalmente.
Ho una domanda alle persone che vedono nella abolizione della proprietà privata una tappa importante nella realizzazione del sogno comunista – cosa gli impedisce di costruire dei villaggi quartieri o città tipo Kibbutz in cui potranno realizzare il loro ideali, senza costringere gli altri, nel’ loro modo di vivere. Non c’è nessuna legge logica che dice che il sogno comunista è realizzabile per tutti o per nessuno. Dieci, cento o mille persone possono unirsi, portare tutti gli introiti in cassa comune, dividere i compiti nella comunità a votazione e vivere felici e contenti leggendo il libretto rosso di Mao o imparando a memoria i discorsi di Castro? Perché il comunismo non si comincia cosi? Senza restrizioni. |
08-03-2005, 11.56.38 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
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evoluzione
Secondo il mio modesto parere è proprio sull'idea di una rivoluzione comunista, diciamo nazionale, che la teoria Marxista ha avuto i suoi limiti, le forze capitalistiche economicamente più forti hanno avuto facile gioco nel boicottare questa nuova visione dell' economia, per il tornaconto di pochi, nell'ideologia marxista si parla di contraddizioni delle suddette forze tali che porteranno ad un sovvertimento di certe concezioni economiche e che un vero rivoluzionario non deve pretendere l'avvento di questo ma deve lavorare perchè questo avvenga; che poi in gruppo ristretto questo sia giè attuabile è ovvio: in ogni famiglia non credo ci sia la proprietà privata fra i vari componenti della stessa
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08-03-2005, 14.29.30 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-02-2005
Messaggi: 45
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Il problema, che molti non vogliono vedere, è che il tentativo comunista si è inserito su un fallimento capitalista, che il comunismo ha tentato, senza riuscirci, di correggere. Il capitalismo promette libera concorrenza e libero mercato, la famosa manina invisibile di Smith che riporta l'equilibrio. Il problema è che presto i capitalisti hanno superato la fase mercantilistica ed hanno scoperto che con il monopolio o l'oligopolio si può evitare di sottostare alle regole fin troppo democratiche della concorrenza, trasformando il monopolista in un nuovo aristocratico che esercita il potere per diritto di nascita: vedi gli Agnelli e gli eredi Berlusconi. Quello che oggi è veramente incomprensibile è che quelli che attualmente si definiscono liberali, si oppongono con tutte le loro forze all'istituzione, al rafforzamento ed alla internazionalizzazione di misure antitrust, quali quelle inventate nel più capitalistico dei paesi, gli USA, che permetterebbero di difendere concretamente il mercato ed il riequilibrio della "manina", cioé il principio stesso cui loro dicono di ispirarsi. E' storia ed è innegabile che il capitalismo deregolamentato e lasciato a se stesso ad operare produce l'aristocratico monopolio e l'oligopolio, cioé una malattia mortale del capitalismo stesso: allora come si fa a predicare deregulation e laissez-faire? Che razza di liberali sono quelli che in Italia difendono l'oligopolio televisivo di RAI e Mediaset?
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