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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 24-02-2005, 12.08.42   #1
Franco1
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Data registrazione: 12-01-2003
Messaggi: 85
Produzione & Consumo

Sempre più aziende decidono di spostare le loro unità di produzione in paesi dove il costo del lavoro è molto più basso che nel cosiddetto mondo occidentale.
Sempre di più le stesse aziende ci ubriacano di pubblicità, ci studiano, ci coccolano affinché compriamo i loro prodotti.
Siamo sempre meno un mercato di produzione e sempre più un mercato di vendita.
Così il nostro paese si impoverisce, anche se noi consumatori possiamo comprare beni che costano sempre meno (per esempio abbigliamento e elettronica)
Secondo voi, sarebbe giusto rivedere il nostro modo di comprare ?
Sarebbe giusto che a guidarci nei nostri acquisti non fossero solo prezzo e qualità percepita ?
Dovremmo considerare anche altre cose, tipo dove è stato prodotto il meno, se sono state sfruttate persone per produrre quel bene ? se per produrre quel bene si è prodotto inquinamento ?
Sarebbe giusto e realistico ? L’etica nella produzione quasi non esiste, è realistico pensare di introdurla nel consumo ?
A voi la parola

Ciao

Franco1
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Vecchio 24-02-2005, 12.14.16   #2
rodi
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Messaggi: 1,952
Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da Franco1
...
L’etica nella produzione quasi non esiste, è realistico pensare di introdurla nel consumo ?
A voi la parola

Ciao

Franco1

nessuno ci impedisce ancora materialmente di fare acquisti ponderati ed etici, quindi mi viene da rispondere che si è possibile, anche se è più semplice non porsi domande ed acquistare beni che tutto sommato non ci sono strettamente necessari e sapendo che sono economici perchè sono prodotti sfruttrando qualcuno.
rodi is offline  
Vecchio 24-02-2005, 12.20.22   #3
pirrone
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Data registrazione: 06-02-2005
Messaggi: 45
Io credo che l'organizzazione dal lato del consumo e dell'utenza sia la tutela del futuro, la sola "sindacalizzazione" efficace contro l'organizzazione multinazionale della produzione.
pirrone is offline  
Vecchio 24-02-2005, 12.33.45   #4
Ettore
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Data registrazione: 29-12-2004
Messaggi: 398
Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da Franco1
Sempre più aziende decidono di spostare le loro unità di produzione in paesi dove il costo del lavoro è molto più basso che nel cosiddetto mondo occidentale.
Sempre di più le stesse aziende ci ubriacano di pubblicità, ci studiano, ci coccolano affinché compriamo i loro prodotti.
Siamo sempre meno un mercato di produzione e sempre più un mercato di vendita.
Così il nostro paese si impoverisce, anche se noi consumatori possiamo comprare beni che costano sempre meno (per esempio abbigliamento e elettronica)
Secondo voi, sarebbe giusto rivedere il nostro modo di comprare ?
Sarebbe giusto che a guidarci nei nostri acquisti non fossero solo prezzo e qualità percepita ?
Dovremmo considerare anche altre cose, tipo dove è stato prodotto il meno, se sono state sfruttate persone per produrre quel bene ? se per produrre quel bene si è prodotto inquinamento ?
Sarebbe giusto e realistico ? L’etica nella produzione quasi non esiste, è realistico pensare di introdurla nel consumo ?
A voi la parola

Ciao

Franco1

Secondo me questa questione è una questione politica.
Anzi, è la princiapale questione politica del nostro tempo.
L'uomo è consumatore...e non si tratta di vedere l'uomo con una certa ottica...o meglio questa "certa ottica" è l'ottica.
Perchè tutto parte da lì: l'homus consumatore (come sarà in latino?) è l'uomo dei nostri tempi...perchè oggi anche il nostro pensiero è strutturato sull'ottica mercantile / commerciale.
Noi siamo Homus consumatore.
Non sto dicendo che viviamo le relazioni come lo acambio delle merci...ma sto dicendo che il rapporto e la relazione a livello pubblico / politico ha un linguaggio che è quello dell' homo economicus (questo homus è già stato riconosciuto e identificato) e la domanda a questo punto è quale economia?

Ettore is offline  
Vecchio 24-02-2005, 12.58.07   #5
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
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Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da Franco1
Dovremmo considerare anche altre cose, tipo dove è stato prodotto il meno, se sono state sfruttate persone per produrre quel bene ? se per produrre quel bene si è prodotto inquinamento ?
Mi ricordo una piccola storia di paese, (quello dove sono nato), dove un’industriale ha minacciato le autorità comunali di spostare il suo stabilimento, se non gli davano la possibilità di costruire in una zona che era stata adibita a residenziale.
Mi sono stupito che le autorità comunali si fossero intimidite e non lo avessero denunciato perché una cosa del genere a casa mia, si chiama RICATTO, si chiama minaccia, si chiama violenza, si chiama prevaricazione.
Gli imprenditori si appellano al libero mercato…… Certo che il mercato deve essere libero ma io farei una legge che se un industriale vuole produrre in Cina, poi però vende in Cina e questo, se fosse fatto da un governo eletto democraticamente non si chiamerebbe ricatto, ma LEGGE.

Comunque i problemi del mercato, secondo me, sono altri. Sono che una classe di beoti invece di creare occupazione e benessere crea povertà, senza rendersi conto che innesca in ciclo vizioso dove tutti saranno penalizzati.
Invece di mandare i giovani a divertirsi, (quindi a consumare) li tengono in azienda fino alle 23 di sera. Invece di mandare gli anziani in riviera, (quindi a consumare), li tengono in azienda fino a 60 anni. Invece di promuovere l’edonismo promuovono lo sfruttamento nell’illusione di avere sempre più ma col risultato che sempre meno gente è messa nelle condizioni di consumare.
Un industriale, un dirigente furbo, ora che i mezzi di produzione sono così potenti, capirebbe che il problema non è la mancanza di beni bensì la mancanza di consumatori.

Il problema è anche che la maggior parte della gente è arcistufa di soprammobili argentati che riempiono le mensole di casa senza servire a niente ed a nessuno, di servizi di piatti, del detersivo che lava più bianco, della terza, quarta, quinta televisione….. di rasoi bilama, trimala, quadrilama, elettrodomestici perfettamente inutili che potevano fare gola ai miei nonni quando, agli albori della società industriale, avevano fame e sete del bene materiale.
Molta gente oggi cerca un altro tipo di bene, cerca qualità, armonia, cerca divertimento, “leggerezza”, contatti veri. Vanno alla grande le discipline alternative, le palestre, i centri di benessere, i centri di meditazione, i centri Yoga….. la cultura dell’anima e dello spirito.

Io, adotto, nel mio piccolo, l’etica del consumo, perché, per quanto ho detto sopra, sono convinto che tutto ciò che non è etico, si ritorce contro l’uomo ed alla lunga porterà inevitabilmente alla distruzione ed all’annichilimento di tutti.

VanLag is offline  
Vecchio 24-02-2005, 13.37.10   #6
bluemax
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Re: Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Mi ricordo una piccola storia di paese, (quello dove sono nato), dove un’industriale ha minacciato le autorità comunali di spostare il suo stabilimento, se non gli davano la possibilità di costruire in una zona che era stata adibita a residenziale.
Mi sono stupito che le autorità comunali si fossero intimidite e non lo avessero denunciato perché una cosa del genere a casa mia, si chiama RICATTO, si chiama minaccia, si chiama violenza, si chiama prevaricazione.
Gli imprenditori si appellano al libero mercato…… Certo che il mercato deve essere libero ma io farei una legge che se un industriale vuole produrre in Cina, poi però vende in Cina e questo, se fosse fatto da un governo eletto democraticamente non si chiamerebbe ricatto, ma LEGGE.

Comunque i problemi del mercato, secondo me, sono altri. Sono che una classe di beoti invece di creare occupazione e benessere crea povertà, senza rendersi conto che innesca in ciclo vizioso dove tutti saranno penalizzati.
Invece di mandare i giovani a divertirsi, (quindi a consumare) li tengono in azienda fino alle 23 di sera. Invece di mandare gli anziani in riviera, (quindi a consumare), li tengono in azienda fino a 60 anni. Invece di promuovere l’edonismo promuovono lo sfruttamento nell’illusione di avere sempre più ma col risultato che sempre meno gente è messa nelle condizioni di consumare.
Un industriale, un dirigente furbo, ora che i mezzi di produzione sono così potenti, capirebbe che il problema non è la mancanza di beni bensì la mancanza di consumatori.

Il problema è anche che la maggior parte della gente è arcistufa di soprammobili argentati che riempiono le mensole di casa senza servire a niente ed a nessuno, di servizi di piatti, del detersivo che lava più bianco, della terza, quarta, quinta televisione….. di rasoi bilama, trimala, quadrilama, elettrodomestici perfettamente inutili che potevano fare gola ai miei nonni quando, agli albori della società industriale, avevano fame e sete del bene materiale.
Molta gente oggi cerca un altro tipo di bene, cerca qualità, armonia, cerca divertimento, “leggerezza”, contatti veri. Vanno alla grande le discipline alternative, le palestre, i centri di benessere, i centri di meditazione, i centri Yoga….. la cultura dell’anima e dello spirito.

Io, adotto, nel mio piccolo, l’etica del consumo, perché, per quanto ho detto sopra, sono convinto che tutto ciò che non è etico, si ritorce contro l’uomo ed alla lunga porterà inevitabilmente alla distruzione ed all’annichilimento di tutti.


posso condividere ?
bluemax is offline  
Vecchio 24-02-2005, 13.44.51   #7
VanLag
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Re: Re: Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da bluemax
posso condividere ?
Direi di si..... ma attenzione che poi ci sgridano perché siamo OT.....
VanLag is offline  
Vecchio 24-02-2005, 13.55.18   #8
Fragola
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Re: Produzione & Consumo

Citazione:
Messaggio originale inviato da Franco1
L’etica nella produzione quasi non esiste, è realistico pensare di introdurla nel consumo ?
A voi la parola

Ciao

Franco1

Non solo è realistico, ma reale. Esistono canali di informazione alternativa per un conumo consapevole.
Mi ricordo che proprio qui, un po' di tempo fa, era stata pubblicata in un 3d una bella collezione di siti internet e pubblicazioni in cui reperire le informazioni. Se la ritrovo ti metto il link.

Comunque, presso tutte le botteghe del commercio equo e solidale, ci sono piccoli libri, molto economici, con l'elenco delle multinazionali di cui è meglio non acquistare i prodotti e perchè.
Informarsi sul consumo consapevole è facile e doveroso! Praticarlo anche.

Che poi secondo me è più importante tenere presente che spesso le produzione svolte nei cosiddetti "paesi in via di sviluppo" non solo impoveriscono la nostra economia, fosse solo questo! Ma sfruttano il lavoro minorile, non riconoscono nessun diritto ai lavoratori, inquinano come vogliono, uccidono le biodiversità, soffocano le culture locali ecc. Sono vere e proprie colonizzazioni economie e culturali.
Fragola is offline  
Vecchio 25-02-2005, 01.47.03   #9
Franco1
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Le vostre risposte offrono molteplici spunti di riflessione e molte cose che ho letto, le ho detto pensate e dette anche io.
Ma lasciatemi fare, per una volta, l’avvocato del diavolo.
Comincio dalla fine, Fragola…Lei si ricorda, che proprio qui, un po’ di tempo fa era stata pubblicata in un 3d una bella collezione di siti internet e pubblicazioni in cui reperire le informazioni. Ma evidentemente, quelle informazioni sono rimaste in quel 3d anche per lei.
Non sono diventate una pratica quotidiana. Il tuo messaggio, Fragola, mi richiama alla mente la beneficenza, ma io non mi riferivo a questa, pur lodevole, attività.
Io pensavo a qualcosa di più diffuso, più popolare, più contagioso rispetto agli acquisti nelle piccole botteghe del commercio equo e solidale. Semplicemente mi chiedevo se si poteva smettere di fare affari con gli *******

Di VanLag mi piace soprattutto l’ultima riflessione. L’economia non è un mondo a se, ne facciamo parte, ne siamo gli attori principali anche se spesso lo dimentichiamo.
La società siamo noi e ci rispecchia, se tutti nel nostro piccolo un po’ più etici, credo di poter dire che la società sarebbe un po’ più etica. Il potere è nostro ma bisogna prenderne coscienza.

Condivido quello che ha scritto Pirrone
“Io credo che l'organizzazione dal lato del consumo e dell'utenza sia la tutela del futuro, la sola "sindacalizzazione" efficace contro l'organizzazione multinazionale della produzione.”
Penso spesso la stessa cosa. Noi nella società attuale siamo più importante in quanto consumatori che in quanto lavoratore.
Come consumatore sei corteggiato, coccolato, informato, assistito (pre e post vendita) , come lavoratore sei un cazzone qualsiasi che se ti èiace è cosi se non quella è la porta.
Dovremmo organizzarci, avere soldi da spendere è avere potere (lo sanno tutti), e i singoli poteri, se organizzati formano una forza incredibile che può spuntare con le aziende condizioni nettamente migliori.
Ma forse ve ne sarete già accorti che a quel punto staremmo già somigliando alle multinazionali che tanto critichiamo… l’organizzazione di un potere di acquisto per spuntare condizioni nettamente favorevoli, rispetto agli altri, potrebbe aver luogo a danno di chi produce i beni…a meno che questa organizzazione non avesse tra i suoi principi guidi anche delle norme etiche.
Ma tornando al mio lavoro di avvocato del diavolo …
Ma se questo processo di delocalizzazione delle unità produttive, impoverendo i paesi ricchi e rendendo meno poveri i paesi poveri non contribuisse a diminuire il divario tra ricchi e poveri ?
Alla fine dei conti in questi paesi gli operai verranno pure pagati (anche se poco) e spenderanno quei soldi e apriranno nuovi negozi e crescerà anche li il tenore di vita.
Ma davvero crediamo che una persona di questi paesi preferirebbe non lavorare piuttosto che farsi sfruttare. Ve lo dico io, preferisce farsi sfruttare, perché è pur sempre una speranza.
Anche il problema dell’inquinamento pone delle domande. A produrre più inquinamento di tutti siamo noi, i paesi occidentali, e lo abbiamo fatto per tanti anni e ora guardiamo male la Cina che per sostenere la crescita degli ultimi anni ha un enorme bisogno di energia.
Lo abbiamo dato noi il cattivo esempio, con il nostro modello di crescita.
E’ come se in una piccola stanza noi e i nostri amici avessimo fumato per ore sigari cubani e poi entra un piccolo cinese e si siede nel angolo e a un certo punto tira fuori una sigaretta e noi ci voltiamo scandalizzati verso di lui e gli diciamo : Eh ma non lo devi quanto fumo c’è ? qui non si può piu fumare …lo vedi che non si respira ..e lui ci risponde ----ma è la mia prima sigaretta.
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Vecchio 25-02-2005, 10.43.26   #10
Fragola
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Messaggio originale inviato da Franco1
Le vostre risposte offrono molteplici spunti di riflessione e molte cose che ho letto, le ho detto pensate e dette anche io.
Ma lasciatemi fare, per una volta, l’avvocato del diavolo.
Comincio dalla fine, Fragola…Lei si ricorda, che proprio qui, un po’ di tempo fa era stata pubblicata in un 3d una bella collezione di siti internet e pubblicazioni in cui reperire le informazioni. Ma evidentemente, quelle informazioni sono rimaste in quel 3d anche per lei.
Non sono diventate una pratica quotidiana. Il tuo messaggio, Fragola, mi richiama alla mente la beneficenza, ma io non mi riferivo a questa, pur lodevole, attività.
Io pensavo a qualcosa di più diffuso, più popolare, più contagioso rispetto agli acquisti nelle piccole botteghe del commercio equo e solidale. Semplicemente mi chiedevo se si poteva smettere di fare affari con gli *******

Ecco, adesso io mi sono davvero rotta le scatole di tutta questa gente che giudica assolutamente alla ca**o senza conoscere la persona con cui parla!!!!!! E non mi riferisco solo a te!!

Certo, quelle informazioni sono "rimaste" nel 3d dove, se ben ricordo, una buona parte l'avevo messa io stessa. Certo è che ritrovarlo e metterti il link era meno faticoso che riscrivere tutto!!!!! ma da questo tu ti permetti di dedurre qualcosa su di me!

Sono almeno dieci anni che faccio la spesa (io faccio la spesa, tengo famiglia!) avendo bene a mente che cosa comprare e cosa no, che mi tengo aggiornata sul consumo consapevole e che lo pratico senza cedimenti. Perchè il consuno consapevole e' l'unico mezzo REALE che abbiano per influire in modo concreto sulle scelte degli ******* di cui tu ti limiti a parlare senza osare nominarli. Non sono poche le aziende che hanno modificato il loro comportamento in seguito a un boicottaggio degli acquisti.
Vuoi qualcosa di più diffuso e più popolare delle cooperative del commercio equo e solidale?
Ti "sanno" di beneficenza?
Insomma, qualcuno si da da fare davvero e tu ti permetti anche di fare lo schizzinoso?
Io ho solo suggerito il fatto che lì si può trovare materiale informativo, non ho detto di farci la spesa. Anche perchè non si può coprare tutto. Comunque oramai anche le più grandi catene di supermeercati (esselunga - coop) vendono prodotto di coopertaive del commercio equo e solidale. Quindi come vedi compare i loro prodotti è una scelta alla portata di tutti.

L'acquisto consapevole è l'unica cosa che possimo fare tutti, ma, ironia della sorte, anche SEMBRA una cosa piccola piccola, è uno strumento potente, sicuramente il più potente che abbiamo.

Ovviamente bisogna informarsi e io ho commesso l'errore di non parlare di aria fritta ma di dare indicazioni su dove reperire le informazioni, pare.

Caro Franco1, la prossima volta, prima di sparare ca**ate e giudizi su qualcuno che non conosci conta fino a 100.

Ultima modifica di Fragola : 25-02-2005 alle ore 10.59.00.
Fragola is offline  

 



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