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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
23-12-2004, 13.08.52 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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impostazione
Penso che, in un rapporto di coppia, debba funzionare, in un certo qual senso, il "do ut des"...però, stando agli esempi fatti, non ritengo che sia necessario restituire nella medesima specie...mi spiego: se una persona fa una cosa per te (sto all'esempio: cambia religione), non è necessario che l'altra sia disposta a fare la stessa cosa, per ricambiare (sempre stando all'esempio: non so se anch'io avrei cambiato religione)...basta che sia capace di fare qualcosa di altrettanto importante...in conclusione: penso che una coppia funzioni se abbia gerarchie simili, sì da consentire uno scambio tendenzialmente paritetico (i rapporti non si possono ridurre a matematica), nel rispetto di principi condivisi...
Herzog |
23-12-2004, 16.32.28 | #5 |
Ospite
Data registrazione: 08-12-2004
Messaggi: 25
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Bella discussione, innanzitutto.
Molto complessa e delicata, seconda cosa. Entro nel merito della discussione parlando con la mentalità dell'artista (se artista posso giudicarmi) che con quella del filosofo, ovvero con una concezione più terrena ed etica dell'amore piuttosto che in termini metafisici. Tutte e due, comunque, concorda in una visione utopica nella società di adesso. Cominciamo a definire a chi viene rivolto l'amore, e poi a dire che cos'è. Rivolgiamo amore al nostro partner, ai nostri amici, ai nostri familiari, alle persone che ci sono vicine, ecc. . Da essi non pretendiamo alcuna ricompensa per quello che facciamo per loro, perchè identifichiamo non più queste persone come un'entità distaccata da noi, bensì essi sono una parte di noi: aiutarli, farli sentire bene, vuol dire aiutare e far sentire bene noi stessi. Diventiamo un altro essere - sia esso coppia o gruppo - che conserva la propria individualità ma allo stesso tempo si perde e si identifica nell'altro. A questo punto la domanda viene spontanea: cosa vuol dire dedicare amore? Vuol dire confronto, sincerità, capacità di spingersi oltre al limite pur di compiacere l'altro, scambio di esperienze per arricchire le proprie. Tutto ciò però non deve scadere nella schiavitù d'amore, ossia l'essere sfruttati da qualcuno attraverso il sentimento che l'innamorato cerca di condividere. Ed è per questo che molti, in maniera inconscia o volontaria, credono di amare e di essere amati ma in realtà non lo sono. Consideriamo infatti gli esempi citati: il marito bloccato sulla sedia a rotelle non è in realtà amato, perchè se così fosse la moglie sacrificherebbe non tanto il suo dovere, quanto il suo piacere, perchè dovrebbe trovare appunto piacere nell'essere disponibile e nell'aiutare quella persona come può. E' facile "voler bene" ad una persona nel bene, ma spesso ciò viene confuso con il semplice divertimento (gruppi di amici che vanno insieme in discoteca, quella non è amicizia) attrazione fisica (coppia che vive per scambiarsi favori sessuali) o addirittura semplice comodità inconscia (in due le cose si fanno meglio e quello che non sa fare l'uno lo fa l'altro). Ma è quando le cose si mettono male che si vede chi ama davvero, proprio perchè solo chi si identifica nell' "individuo-coppia" e non nel semplice individuo è in grado di trovare la forza e la voglia di aiutarla ad andare avanti, a farla uscire (o addirittura semplicemente a lenire) la situazione di stallo in cui il partner-compagno si ritrova. Viviamo in un mondo in cui si è circondati di falsi amici, di cuori fedifraghi che aspettano solo il momento buono per attaccare chi è più debole di loro: è un fattore biologico inconscio, che amplifica notevolmente l'istinto di conservazione che consiste nel mettersi insieme per resistere ma che, se uno diventa un peso, deve essere eliminato. Per questo gli animali sono incapaci di amare. L'amore è complesso perchè è sempre un fattore biologico ma sublimato e reso umano: l'amore per gli handicappati, per i più timidi, per quelli che hanno veramente bisogno viene nettamente ignorato perchè sono un peso e solo chi è costretto ad "accollarseli" per tutta la vita ha il dovere di aiutarli. Io mi dedico a loro - faccio volontariato - e so quanto amore loro ricambino rispetto a una bella donna o uomo che si rimorchia per strada. Il sacramento del matrimonio legalizza questo concetto, ma non è affatto necessario. Per amare una persona non servono mere permissioni legate al contingente, è necessario soltando unirsi e perdersi nell'altro (un po' come gli androgini del mito di Platone). Non vi è il concetto di "do ut des" nel rapporto, perchè come è già stato detto anche da altri non richiede qualcosa in cambio se non un arricchimento personale, un sorriso, un abbraccio sincero e la consapevolezza che - se dovessi trovarmi nella stessa situazione - quella persona vorrà aiutarmi. Ed è lungi dall'essere un pensiero egoistico, come dice Hobbes, un modo per avere favori da tutti. Guardate questo smile ---> , forse quello che abbraccia vuole qualcosa in cambio? Non si accontenta del semplice sorriso? Io sto scrivendo anche un libro su questo argomento, anche se in forma migliore rispetto a questa. E' un tema a me molto caro, sin da giovanissimo: forse perchè ho avute buone esperienze e la fortuna di avere persone che mi sono sempre state vicine. Questo per indicare che nessuno può farcela da solo e che la mia completa trasformazione sia una ricompensa sufficiente per loro che non attendono certo il momento propizio per riottenere qualcosa. Buon Natale a tutti |
23-12-2004, 16.58.26 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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do ut des
Dark...interessante il tuo contributo...lo condivido e preciso il mio: io ritengo che, in un rapporto di coppia sano, il "do ut des" debba esserci, nel senso, e solo nel senso, che l'amore deve essere "scambiato"...io non penso ad un rapporto sano, laddove l'amore vada solo in un senso e non sia reciproco (mi vengono in mente, piuttosto, rapporti di altro tipo, nevrotici et similia)...forse l'aver usato l'espressione, mutuata da post precedente, "do ut des" non era appropriato, ne convengo (l'ut sottintende una finalità, nel mio caso si parla solo di conseguenza), ma volevo rendere più forte la mia idea, pur se in questo senso intesa e da intendere...l'amore è, prima di tutto, donarsi, ma, nel giusto rispetto (e amore) per la propria persona, deve saper anche ricevere....
Herzog |
24-12-2004, 11.27.00 | #7 | ||
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Re: do ut des
Citazione:
Bella l'idea dello scambio di amore, credo in fondo tu abbia ragione... mi piacerebbe credere che sia possibile elargire amore in modo continuo senza pretendere mai niente in assoluto ma, ahimé... siamo mortali, il dare senza mai ricevere - come giustamente dicevi tu anche in altri modi rispetto al nostro - rende forse frustrati. Ripeto che, però, credo sia raro il caso di chi pur dando senza riserve non riceva niente indietro: forse non sappiamo guardare o forse misuriamo solo col nostro metro.. non so. Citazione:
Bellissima!!!! Ragazzi, il Natale vi fa bene!!! Auguri nevealsole |
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24-12-2004, 11.33.09 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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chiarimento
No, neve..., non intendo dire che sia possibile dare amore senza ricevere...al contrario...l'amore è dare (prima) e ricevere (dopo), scambio continuo, appunto...certo, in un rapporto che funziona, fondato su stima e fiducia (assieme al rispetto, i tre requisiti fondamentali, secondo me), ci sono anche le pause...siamo esseri umani, in fondo, e questo ci rende limitati, ma, ancor di più, bellissimi...io ho sempre pensato che ciò che ci rende belli sono i difetti, non i pregi...
Herzog |
24-12-2004, 13.33.38 | #9 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 27-02-2004
Messaggi: 2
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Pur essendo iscritto da molto, annovero al mio attivo un solo intervento (politico), ed oggi, alla vigilia del Natale, ne redigo un secondo (amore). Ma in fondo, e qui inserisco una nota personale sono le due uniche cose importanti della mia vita, politica e amore.
Il mio è il contributo di chi, superato i 40, ha vissuto la stagione dell'amore puro, adolescenziale; dell'amore "gestito" (brutto come termine, ma sintetico), fatto non solo di passione e slanci, ma anche della paura di perdere la persona amata (e di tutto ciò che ne consegue); per approdare al desiderio di un amore. Si, senza più altri aggettivi, tutti noi sappiamo cos'è l'amore e penso tutti ne condividiamo la definizione (lascerei perdere gli sterili confronti lessicali), è quel sentimento gratuito (e NON può essere diversamente) che ci lega all'altro e che si differenzia nelle forme solo in virtù della sua destinazione. Per cui è amore cambiare religione, è amore un dono, è amore "lasciare", e Dio solo sa quanto ciascuno di noi ne ha bisogno. P.s. la conclusione trascendente non induca ad errate considerazioni, sono un materialista, e forse proprio per questo, ancor di più, sento l'esigenza dell' "AMORE" |
24-12-2004, 15.09.18 | #10 | ||
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Ciao Giorgio,
grazie del tuo intervento... sono felice tu abbia scelto un mio post tra tanti per dire la tua. Citazione:
Il tuo post scriptum è, a mio avviso, illuminante... in fondo anche Sartre, alla fine, cercò il senso nella solidarietà (altra forma di amore) di questa vita che può apparire assurda. Citazione:
Herzog, mi sono resa conto dopo di non avere espresso con chiarezza, cmq ora ho capito. Sui difetti concordo, io quando incontro qualcuno guardo ai pregi- ma i pregi sono pregi vanno bene tutti - e i difetti: secondo me scegliamo molto più attraverso i difetti le persone che ci piacciono, perché ci piacciono anche i difetti, o meglio manifestiamo quella sana "tolleranza" che non vuole il cambiamento. di nuovo auguri nevealsole |
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