Ospite
Data registrazione: 01-05-2004
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...la famiglia ... ieri, oggi e ... domani ?!?
La Chiesa, consapevole dei cambiamenti avvenuti nella società ed al fine di stare "al passo" con i tempi, ha apportato delle trasformazioni al diritto canonico, che attribuiva al matrimonio il fine primario della procreazione. E infatti, dopo il Concilio Vaticano II ( promosso da papa Giovanni XXIII) il matrimonio è stato così definito " patto e alleanza coniugale che ha avuto origine nell'amore da una libera scelta di un uomo e di una donna che impegnano reciprocamente le loro persone e tutta la loro vita".
E, in subordine, " per la sua struttura di amore coniugale pienamente umano, che coinvolge ogni persona nella sua totalità di spirito e corpo, possiede le esigenze della fedeltà, della indissolubilità e della f e c o n d i t à".
Tale trasformazione non è cosa trascurabile. Infatti, ai tempi dell'antichità ( vedi filosofi greci) l'omosessualità era considerata come cosa normalissima e comunque non era oggetto di scandalo. Le vere difficoltà per gli omosessuali iniziò proprio da quando la nuova morale cattolica concepì il sesso solo come mezzo di procreazione - come ancor oggi e a torto si ritiene -, considerando peccaminoso qualsiasi altro tipo di rapporto sessuale, donde le persecuzioni e i pregiudizi diffusi ancora oggi ( cito De Crescenzo "Socrate").
Quanto ai movimenti più rumorosi si deve riconoscere in tale asprezza l'espressione genuina di una frustrazione sentita in modo molto profondo, e quella di una collera giustificata in una situazione in cui si operano distinzioni e priorità in modo troppo rapido e troppo netto. Asprezza, frustrazione e collera, ampiamente giustificati e comprensibili, ma che vengono spesso ridicolizzati.
E' tragico, ma dolorosamente vero, dover ammettere che chi per troppo tempo ha sofferto in silenzio, occorre che urli per farsi ascoltare: forse!
Come del resto si è verificato nei primi movimenti femminili.
I cosiddetti "normali" non hanno alcun bisogno di urlare perchè non hanno nulla da rivendicare. Anche, se a mio avviso, dovrebbero far sentire - alta - la loro voce a difesa di chi è stato omologato come "diverso, anormale, innaturale".
E sono molti in Italia i gruppi che, all'interno delle varie realtà religiose, tentano di promuovere il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. E non tanto di diritto in senso giuridico si tratta, quanto di diritto all'esistenza, a non doversi nascondere perchè ci si vergogna della propria identità, che nel migliore dei casi viene considerata come una diversità da "tollerare" ( purchè resti confinata in un ghetto e non contamini la parte sana della società) e, nel peggiore, un vero e proprio peccato da condannare duramente (... se ne risente ancora l'eco!...)
Ritengo che sia quanto meno doveroso da parte di tutti impegnarsi in una conoscenza della realtà delle persone omosessuali, prima di attaccare con moralistica violenza, come spesso e purtroppo accade. E infatti le tante dichiarazioni che vengono rilasciate denunciano un'assoluta ignoranza delle scoperte e teorie sessuali scientifiche cui si è pervenuti.
Mentre, laddove sono prese in considerazione le moderne indagini scientifiche e mediche sulla sessualità - la definizione della omosessualità come perversione e come malattia viene superata. Ed è invece compresa come espressione delle identità umana tra le altre.
E' certamente importante che l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) abbia cancellato l'omosessualità dalla lista delle malattie, nel 1992. Ma solo su queste basi non si può indubbiamente forzare nessuno in una società libera a considerare il comportamento omosessuale come "sano", e moralmente ammissibile.
E proprio per questo , al fine cioè di affrontare la difficoltà di una elaborazione di giudizio, dobbiamo sforzarci di considerare la solitudine e l'angoscia di tali persone.
Forse è tempo di impegnarci con passione e con forza a far sì che vengano finalmente eliminate le discriminazioni, le violenze anche fisiche e le pressioni psicologiche di cui tali persone sono spesso fatte oggetto, anche nella Chiesa, a causa della loro cosiddetta diversità.
Forse è tempo di esprimere la nostra solidarietà e di provare com-passione. E - perchè no? - di considerare che le chiese hanno, tra l'altro, il dovere di impegnarsi a superare ogni discriminazione contraria ai diritti umani, inclusa quella contro le persone a causa dei loro orientamenti e identità sessuali.
Termino, però non prima di aggiungere che ero ancora molto giovane quando mi capitò di leggere un libro "Il pozzo della solitudine" di Radclyffe Hall, dell'Oglio editore Milano, che mi aiutò tantissimo ad "entrare" nella sofferenza della protagonista e ad impormi di superare la mia naturale avversione, quelle pulsioni immediate, cui fa riferimento Euforbica.
Ora, al fine di trasmettere almeno ad uno solo di voi i miei stessi semtimenti di "allora" e di sempre, trascrivo l'invocazione finale riportata nel testo:
"... non si sentiva che una voce sola, una sola domanda, una sola preghiera. Era la sua stessa voce che aveva radunato in sè tutte le altre infinite. Una voce simile al rombo spaventoso del tuono, una preghiera simile allo scrosciare di mille acque, un urlo terrificante che le rintronava le orecchie, le faceva pulsare il cervello la scuoteva nel più profondo delle sue viscere. Barcollò e cadde quasi sotto l'orrendo peso di quel suono, che le chiudeva la gola, nella volontà estrema di essere espresso.
"Dio!" - invocò anelante . " crediamo! Ti abbiamo detto che crediamo. Tu non ci hai rinnegati. Ed allora levati a difenderci, riconoscici, o Dio! Davanti a tutto il mondo, dà anche a noi il diritto all'esistenza".
Mi piace sottolineare che per me, cattolico, la famiglia deve essere celebrata come luogo degli affetti, piuttosto che come circuito biologico dove ci si scambia materiale genetico.
E nessuno dovrebbe essere tanto sensibile a cogliere questi aspetti rivoluzionari della comunità familiare come noi cristiani che nella "santa Famiglia" veneriamo il trionfo della grazia, non della biologia o della legalità.
In una realtà così complessa, essere troppo rigidi non sortisce l'effetto desiderato, mentre una partecipazione ad un esame 'attento' del vivere di oggi, consente una maggiore chiarezza, fermo restando ciascuno con le proprie ... responsabili opinioni.
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