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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 04-11-2003, 18.35.07   #1
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Quanto vi fidate dell'informazione giornalistica?

Quotidiani, televisione, radio, Internet...
Quali sono i criteri che seguite , nella selva selvaggia di informazioni a tutto campo e a getto continuo che ci travolgono, per mantenervi aggiornati su quello che accade nel mondo ?
irene is offline  
Vecchio 04-11-2003, 21.11.15   #2
VanLag
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Secondo me....:-)

Il problema dell’informazione giornalistica è che funziona troppo spesso con la logica del “crocchio di paese”, portata a livello nazionale. Cioè l’informazione per essere vendibile deve essere trucida e truculenta, proprio come facevano le beghine nei paesini, altrimenti non paga.

Un’altra stortura dell’informazione è che fa esistere solo ciò di cui ci porta a conoscenza. Infatti com’è stato giustamente scritto nel 3d sull’islam - cosa sapevamo dei talebani prima dell’11 settembre? - E quindi quante cose che non vengono riferite dai media stanno succedendo proprio ora?

Comunque possono succedere cose anche peggiori, come quella che stà succedendo in Italia e cioè che la metà, (o forse più della metà), dei media ha un padrone unico e preciso e quindi chiaramente non è più libera, perché non può dire cose contrarie al padrone.
E' come se in un paese ci fosse una sola famiglia, (magari molto numerosa ma una sola), e nei crocchi di paese non si parlasse d’altro che dei fatti di quella famiglia…… ed ecco allora che ci viene in mente… - ah che bello quando c’erano le beghine di paese –

Ciao
VanLag is offline  
Vecchio 05-11-2003, 18.36.52   #3
alessandro
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 176
Ah perchè non siamo una unica grande famiglia... e per casa la vecchia Standa
ne abbiamo già parlato in un altro post, la storia la scrivono i vincitori. Il pericolo principale dell 'informazione è che oggi la storia non si limitano a scriverla i media, ma la creano. Il testo di Chomsky sulla fabbricazione del consenso è molto illuminante
alessandro
alessandro is offline  
Vecchio 07-11-2003, 08.06.05   #4
Willow
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 211
io ho avuto un pessimo approccio con le fandonie giornalistiche,perchè mi hanno colpito in prima persona quando a febbraio scorso è purtroppo morta la mia migliore amica di meningite. Se ne sono inventati di tutti i colori, specialmente i piccoli quotidiani locali,arrivando a dire cose sul contagio che hanno creato una fobia in città per settimane.

Sono rimasta delusa e preoccupata. Se sono sicura che raccontano fandonie su argomenti che conosco, chi mi assicura che non lo facciano anche su quelli che non conosco?
Willow is offline  
Vecchio 07-11-2003, 15.09.45   #5
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
infatti, Willow.
Anche se in un contesto del tutto diverso, anche a me è capitato di verificare, e più di una volta, quanto le informazioni diffuse dai media in relazione a determinati fatti di cronaca (e di cronaca internazionale, per giunta) fossero, in sè stesse, frammentarie e incomplete, per non dire parziali e tendenziose.
Insomma, attraverso i media noi conosciamo solo quello che "dobbiamo" conoscere.
Che si può fare, dunque, per reagire a questa sorta di dittatura mediatica?
Probabilmente nulla, oltre che limitarsi al saggio partito di recepire tutte le informazioni diffuse dai media con quella sorta di riserva mentale ed emotiva che ci tuteli dalla sindrome dell'ipse dixit, oggi talmente diffusa da non essere più nemmeno identificabile come tale: "L'ha detto la tivù...L'ha scritto il giornale..." etc.
Per quanto le distanze tra un punto e l'altro del pianeta si siano accorciate al punto da sembrare (quasi) inesistenti, se vogliamo capire cosa accada oggi, davvero, in un punto qualsiasi del globo, dobbiamo prenderci la briga di spostarci dalla nostra poltrona di spettatori televisivi e lettori di carta stampata per andare a verificarlo di persona. Anche nel Duemila, grazie a Dio, la conoscenza è possibile solo attraverso l'esperienza diretta e non delegata degli eventi...
Una banalità che la dittatura dei media tende, vischiosamente, a farci dimenticare, per esautorarci, una volta di più,della capacità di essere padroni del nostro pensiero e del nostro giudizio.
irene is offline  

 



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