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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 29-10-2003, 10.07.08   #1
VanLag
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Chi porterà in salvo la diligenza?

Riprendo il filo dei discorsi che stavo facendo, soprattutto in “come sarà il futuro”, perché mi sembra di essere ad uno snodo cruciale.
Nel titolo, (preso da una frase di Numero 5 il robot del film Corto circuito), la “diligenza” è una metafora che indica, l’uomo, il suo pianeta ed il suo pensiero.

Dunque:

Per spiegare l’arcano mi ero rifatto alla storia, narrando come:

- Correva l’anno 330 d.c. ed il più grande impero (l'impero romano), che la storia avesse fino ad allora conosciuto si stava sfaldando, non (solo) per disfatte militari ma anche e soprattutto per dissenso interno. L’impero infatti era pervaso dal positivismo scientifico che a sua nasceva sull’onda lunga di quella “Verità ultima”, postulato da Platone e Socrate. Una Verità dialetticamente perseguibile infatti, ben si prestava, all’indagine ed alla speculazione intellettiva, mentre l’attributo di “ultima” la collocava nel trascendente. Quella collocazione nel trascendente ebbe l’effetto originale di assolutizzare i valori della scienza sui quali l’efficientissimo impero appoggiava i suoi successi.
Ma un valore assoluto, finisce per esercitare una coercizione “assoluta” sull’uomo che alla lunga cerca il sistema di evadere dalla prigione che ha costruito con le sue stesse mani. Infatti, nella Roma pagana, attecchì, come il fuoco in una montagna di paglia, il messaggio di un oscuro profeta di origine ebraiche. Nasceva il Cristianesimo suffragato dalle parole di quel Gesù di Nazareth che la storia religiosa avrebbe eletto a figlio di Dio. Nessuno lo aveva conosciuto di persona eppure il suo messaggio era così vicino al cuore dell’uomo che, le prime comunità cristiane, preferivano lasciarsi sbranare dalle fiere nei circhi che rinunciare a quel “nuovo” valore.

Quello che i nostri antenati non videro, (perché non avevano il back ground storico), fù che le parole di un profeta si prestavano ad un assoluto ancora più forte del precedente, perché erano mutuate dalla divinità.
Ed in effetti la “buona novella”, alla lunga, si sarebbe rivelata ancora più opprimente dell’assoluto scientifico di quella Verità ultima che aveva sostituito.

Precedendo nella narrazione scopriamo che:

Dalla rivoluzione copernichiana in avanti non abbaiamo fatto altro che demolire il sistema dei valori religiosi che noi stessi avevamo costruito, perché ancora più dei precedenti, questi valori soffocano la nostra individualità

Se la storia insegna qualche cosa l’intelligenza, la capacità cioè di discernere, oggi dovrebbe dirci che ad essere sbagliato non è questo o quel valore bensì è l’assolutizzazione che chiude il valore in uno schema statico, mentre il valore è dinamico e contestuale. Un valore dinamico e contestuale significa un sistema di individuazione del valore che sia libero da schemi e da dogmi e che permetta di individuare ciò che ha valore nel contesto di ogni situazione della vita, finanche le più piccole ed insignificanti.
Il positivismo scientifico, (quando non cede a manie di onnipotenza), applica questo riconoscimento dinamico ma, purtroppo, la scienza ha il grande limite di non poter trattare ciò che non è “pesabile” ne “misurabile”, infatti la scienza ignora l’etica, la morale e la vita affettiva ed emozionale dell’uomo. In pratica ignora l’uomo…….

Ed allora……….. – Chi porterà in salvo la diligenza?

P.S. Però non ditemi, vi prego, come migliorare la mia vita. La mia vita va benino così com’è. Quello che c’è da migliorare è una società dove tre quarti dell’umanità vivono nell’indigenza e nel sottosviluppo, dove la pace affonda le sue tenui fondamenta sulla paura dell’atomica, e dove divisione, prevaricazione e sfruttamento la fanno da padroni, il tutto mentre l’uomo nelle profondità del suo animo anela al bene, al buono ed al bello.
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Vecchio 31-10-2003, 18.05.45   #2
ObyWan
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La diligenza ha capottato ...

Poniamola così:

Se giochi a TRIS con qualcuno, c'è un solo modo di perdere: la disattenzione. Però, al massimo, si perde solo del tempo. Ricordo L'immane simulazione di "War Games", dove alla fine Joshua giocando a tris da solo ha capito che non potevano esserci vincitori.

Ecco, un computer non si distrae: giocando a Tris con se stesso, non vince e non perde. Ma il tris è un gioco semplice.

Prendiamo qualcosa di più complesso: ad esempio gli scacchi: Mentre nel tris le opzioni possibili decrescono per entrambi i giocatori con l'aumentare del numero di mosse giocate, negli scacchi il numero di opzioni è dinamico in funzione dello svolgimento della partita.

Va da sè che, mentre non esiste e non può esistere un campione mondiale di tris, esiste un campione mondiale di scacchi, ed è tale semplicemente perchè non si distrae.

Ma gli scacchi offrono comunque uno startup paritetico a qualunque giocatore: ognuno possiede 16 pezzi e le opzioni iniziali sono uguali per tutti.

Evidentemente, essere campione di scacchi non influenza la vita del proprio avversario da un punto di vista economico; lo farebbe se, ad ogni partita, ci fosse una posta in gioco.

Anche in questo caso, però, nessuno è obbligato a giocare, e quindi sottrarsi alla sconfitta è semplice: basta non giocare!

Ora, tornando alla diligenza, e quindi al sistema sociale planetario, il problema è che più o meno tutti siamo obbligati a giocare contro un avversario che, per esperienza acquisita, diventa sempre più bravo; come se non bastasse, ad ogni vittoria può permettersi di giocare con un pezzo in più: oggi un pedone, domani una torre, dopodomani un cavallo ....

A queste condizioni diventa e diventerà sempre più difficile poter vincere una partita; sono quasi convinto che, oggi, sia pressochè impossibile vincere.

Ma ... a questo punto cosa si può fare (per salvare la diligenza) ?
Giocare con regole diverse ci hanno provato in molti, e tutti hanno fallito. Smettere di giocare è problematico, almeno fintantochè non si è disposti a rinunciare ad un certo tipo di benessere, al telefono cellulare, al forno a microonde, ecc. ecc.

Barare sembra essere illegale ...

Ciao!
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Vecchio 31-10-2003, 20.52.57   #3
VanLag
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Giocare con regole diverse ci hanno provato in molti, e tutti hanno fallito. Smettere di giocare è problematico, almeno fintantochè non si è disposti a rinunciare ad un certo tipo di benessere, al telefono cellulare, al forno a microonde, ecc. ecc.

Una volta molto, ma molto, tempo fa chiedesti in forum come mai, secondo noi, non usavamo le macchine e la tecnologia per sgravarci dai pesi del lavoro e come mai, con tanto benessere a portata di mano, eravamo sempre più succubi della fatica e del lavoro…… A quei tempi non avevo la risposta, ora la intravedo. Siamo prigionieri del valore assoluto e per quel valore domani ci neghiamo la gioia oggi.
Non credo che dovremo tornare ad arare la terra, le conquiste fin qui fatte sono nostre e se ne potrà farle altre, però senza più un assoluto sopra l’uomo.
L’altro con cui stiamo giocando a scacchi, (per seguire la tua metafora), non è un altro uomo ma è l’intera cultura umana cementata attorno all’idea dell’assoluto. Una sorta di super computer enorme ed indomabile, ma è sufficente privare l'avversario di quell'idea ed esso si spegnerà proprio come una macchina senz’anima a cui hai tolto la corrente.

Se capiamo che il valore è dinamico e contestuale e che, per definizione, non può essere assoluto, ecco che torniamo ad essere noi i “padroni della stanza dei bottoni" e coloro che se ne erano impossessati indebitamente, i non aventi diritto.... sono fuori….. ed è – scacco matto –

P.S. Scusa se non ti ho controbattuto nei contenuti ma ho usato il tuo post per andare avanti ad esporre la mia teoria ma fosti uno dei primi nick che lessi sul forum, (forse il primo) e se mi fermai in riflessioni un po’ lo devo a te.
Ciao grande Jedi…..
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Vecchio 31-10-2003, 21.05.18   #4
Marco_532
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Re: La diligenza ha capottato ...

Messaggio originale inviato da ObyWan

...il problema è che più o meno tutti siamo obbligati a giocare contro un avversario che, per esperienza acquisita, diventa sempre più bravo; come se non bastasse, ad ogni vittoria può permettersi di giocare con un pezzo in più: oggi un pedone, domani una torre, dopodomani un cavallo ....


Nel caso degli scacchi, l'esperienza acquisita si riferisce alla bravura effettiva dell'ipotetico detentore del titolo di camione, quindi solo se si è più capaci di lui, e quindi avendo doti più sviluppate delle sue ,o si ha più esperienza, si può avere possibilità di vincita.

A queste condizioni diventa e diventerà sempre più difficile poter vincere una partita; sono quasi convinto che, oggi, sia pressochè impossibile vincere.

Ora, supponendo che il giocatore di scacchi inizi a barare, che cosa succederebbe?...Qualcuno si accorgerà della truffa e automaticamente il suo titolo sarà screditato.

Ma ... a questo punto cosa si può fare (per salvare la diligenza) ?

La stessa regola vale per il "gioco" della vita. Se qualcuno è scorretto, cerca di truffare, qualcuno se ne accorgerà e quello sarà un punto a suo sfavore.

Smettere di giocare è problematico, almeno fintantochè non si è disposti a rinunciare ad un certo tipo di benessere, al telefono cellulare, al forno a microonde, ecc. ecc.
Barare sembra essere illegale ...


Smettere di giocare non è possibile. Possibile è scegliere di giocare secondo le regole o attraverso la truffa, che è sempre evidente.

A questo punto credo che la cosa importante sia "non abbassare mai la testa davanti all "truffa"", e credo che così, il tempo darà i suoi frutti.


Marco_532 is offline  
Vecchio 01-11-2003, 03.04.48   #5
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La diligenza continua a capottare ...

Citazione:
Messaggio originale inviato da ObyWan

...il problema è che più o meno tutti siamo obbligati a giocare contro un avversario che, per esperienza acquisita, diventa sempre più bravo;

come se non bastasse, ad ogni vittoria può permettersi di giocare con un pezzo in più: oggi un pedone, domani una torre, dopodomani un cavallo ....


E' evidente che c'è qualcuno che bara, e la dimostrazione è semplice:

Provate a progettare una macchina, magari che va avanti con primule macinate e buce di banana, che emette nell'atmosfera ossigeno puro, azoto e vapore acqueo, che non fa rumore, che si accorge se il pilota sta per stirare un pedone, che non si muove se il guidatore è ubriaco.

Poi però, per produrla, occorre omologarla, e mi chiedo per quale assurdo motivo tale concessione non possa essere emanata ...

Stessa cosa, ad esempio, per le frequenze radio: Provate ad esempio a mettere in piedi un servizio di radioallarme per emergenze che non sia il "salvalavita beghelli".

Oppure provate ad acquistare petrolio greggio, a raffinarlo in proprio ed a metterlo sul mercato in "libera concorrenza" come dovrebbe essere in un'ottica economicamente pluralista ...

Solo per sapere a che punto sono le pratiche, dopo due anni, si deve ricorrere a riti voodoo, e quindi mi chiedo come faccia, ad esempio la fiat, a sfornare nuovi modelli al ritmo dello schioccare delle dita.

Per scoprire se qualcuno bara, occorre essere attenti, ma se si è attenti (o non distratti), allora ci si accorge che si può vincere una partita, o almeno prevale l'istinto di potersi schierare dalla parte dei pochi che ci riescono.

Ma torniamo alla diligenza:

Coprisi d'oro e farsi vedere dalla gente ha una valenza contestuale certa: distinguere nettamente chi decide da chi subisce (ambendo a poter decidere). Decontestualizzando l'evento e proporzionandolo ad una soluzione di solitudine, il tutto riduce questo narcisimo proattivo ad una semplice quanto inutile esibizione senza pubblico. Il denaro ha valore solo quando è negoziabile, ma la vita di ognuno di noi non ha prezzo (anche se le compagnie di assicurazione la pensano diversamente).

Non c'è niente da fare: per vincere una partita bisogna "avere il pelo" ed essere pienamente consapevoli che nessuno può diventare infinitamente ricco se qualcun'altro non diventa infinitamente povero. Vogliamo confidare sull'esame di coscienza dei "campioni di scacchi"? Io non ci scommetterei uno sputo.

Ma visto che sono in vena di facezie, vorrei aggiungere un carico a coppe con una pala da neve: Avete presente un qualsiasi film, telefilm o telenovela?

A domanda: "Dov'è Ridge ? " ci sono alcune possibili risposte:

1) Sta presiedendo un cosiglio di amministrazione
2) Sta facendo un massaggio cardiaco ad un barbone incontrato per caso
3) Sta scopando la prima bionda che gli è capitata a tiro
4) Si sta difendendo dalle molestie di una bruna che si è scopato per sbaglio
5) Sta in un letto di ospedale, in coma, ma con un pigiama di Versace

Ma possibile che in dieci anni non sia mai andato una volta al cesso? Possibile che ci vada solo Fantozzi (col pigiama in flanella ed il berretto) e che non scopi mai?

Per concludere il mio delirio (giuro che poi vado a bere una birra) eccovi un aneddoto che mi fece sorridere: "I parcheggi di taxi ed i negozi da barbiere traboccano di statisti d'eccezione e di fini economisti internazionali".

Ciao a tutti!




P.S. x VanLag

Lieto di avere attirato, all'epoca, la tua attenzione Ci siamo fatti un favore a vicenda! Ciao!
ObyWan is offline  
Vecchio 01-11-2003, 12.04.47   #6
VanLag
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Coprisi d'oro e farsi vedere dalla gente ha una valenza contestuale certa: distinguere nettamente chi decide da chi subisce (ambendo a poter decidere). Decontestualizzando l'evento e proporzionandolo ad una soluzione di solitudine, il tutto riduce questo narcisimo proattivo ad una semplice quanto inutile esibizione senza pubblico. Il denaro ha valore solo quando è negoziabile, ma la vita di ognuno di noi non ha prezzo (anche se le compagnie di assicurazione la pensano diversamente).

Il contesto non solo esalta il valore ma serve anche a determinarlo.
Ammettere la sua dinamicità e contestualità e vedere come le scale di valori “a priori” corrispondano alla melma nella quale è impantanata la diligenza è condizione necessaria, anche se non ancora sufficiente per portarla in salvo.

Tu porti nel quadro la sacralità della vita. Un valore direi di base e difficilmente negabile. Eppure durante la seconda guerra mondiale ci sembrò normale mandare a morire sui campi di battaglia milioni di giovani. Il perché ci sembrò “normale” quel sacrificio è semplice c’era in gioco un altro valore che in quel contesto era più importante e questo valore era la libertà dei popoli.

Se è vero com’è vero che per un miliardario perso nel deserto del Sahara, un bicchiere d’acqua avrebbe un immenso valore, mentre non hanno valore, per lui, in quel momento, le montagne d’oro accatastate nelle sue banche, è importante capire che non esiste un “valore” che possa dirsi tale se è disgiunto dal contesto.

Se si capiamo questo gettiamo via le tabelline di valori “ a priori”, sulle quali basiamo le nostre vite e le nostre scelte ed iniziamo a vivere con maggiore “leggerezza”, (e la diligenza riprende a correre).
Se si capisce che il valore è dinamico e contestuale si girano le spalle ai custodi del valore, (il potere), perché loro custodiscono il simbolo del valore, la sua etichetta, ma non il valore vero, infatti nessuno potrà mai dirci qual’è il valore nel nostro contesto, per il semplice motivo che solo noi siamo al centro di quel contesto. Non solo, ma anche nel nostro contesto non potremo formulare tabelle di valori statici, proprio perché essendo contestuale il valore si evolve con la vita. Questo eviterebbe gli scontri nei quali i miei “sistemi di valori” si scontrano con quelli degli altri.

Nota scherzosa finale: non so se ti quaglia grande Jedi…. ho trovato tutte queste idee in un manoscritto che viene fatto risalire ai tempi quando “l’impero” non esisteva ancora ed il nostro maestro Joda insegnava ai giovani Jedi l’arte della vita.

Ciao…..
VanLag is offline  

 



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