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20-04-2008, 11.04.12 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-02-2007
Messaggi: 96
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Citazione:
Per il resto non so: che vuol dire “comportarsi bene”.. quello che è bene per me lo è anche per l’altro?...e altra affermazione interessante: che è il “valore assoluto” ? Sai bene che per l’uomo il valore è sempre relativo… solo se lo fai dipendere dall’Assoluto può essere assoluto. Qui vorrei aprire una parentesi che tu m hai dato modo di esprimere. Per il credente (intendo colui che crede oltre l’uomo..) è imperativo in qualsiasi religione essere santi! Non sto a specificare che cosa sottende la parola “santo” credo si sappia! Secondo un grande uomo di pensiero islamico (non ricordo il nome) santi sono quelli che la vita futura non distoglie dalla vita terrena e che la vita terrena non distoglie dall’aspirare alla vita futura … all’Infinito. E qui direi che la frase sotto l’orologio ha ancora senso…! Ma si può essere santi anche senza Dio? |
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20-04-2008, 12.35.40 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
osizione, Guido, è quella dell'agnostico: siccome non si può dimostrare l'esistenza di Dio, tanto vale non porsi il problema. E per l'Aldilà, anche in quel caso, scopriremo che c'è solo quando toccherà a noi e quindi, fino ad allora, non mi pongo il problema. Il problema che invece mi pongo è come stare questi70/90 anni (speriamo di più) sulla terra. Secondo me rispettare dei valori che contribuiscono a migliorare l'ambiente in cui ti trovi è il modo migliore. Ma queii valori non discendono necessariamente dalla religione. L'umanità, l'onestà, il buon senso, l'amore, l'altruismo, la tolleranza, l'empatia verso il prossimo sono valori propri dell'animo umano. E in questo senso assoluti. Certo, magari in qualche cultura minore si faranno ancora sacrifici umani, ma sono casi marginali. Ovnque, almeno a parole, il rispetto per la vita e la dignità umana è un valore fondante e non solo a livello di "costituzioni", anche nel semplice rapporto quotidiano, al mercato, piuttosto che in ufficio. Poi ci sono le persone maleducate e ignoranti, quelle più egoiste, quelle disoneste, e così via, ma se chiedi anche a loro quali sono i valori fondanti di una società, non ti rispondono mica la disonestà, l'egoismo e la prepotenza! In altre parole tutti siamo consapevoli di come ci dovremmo comportare. Qualche volta non lo facciamo. Si tratta di trovare il coraggio e la forza di essere sempre coerenti. Ma questo non te lo da la religione, o almeno non solo lei. E' sufficiente una buona educazione.
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20-04-2008, 15.52.45 | #15 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Citazione da Frollo:
Qualche volta non lo facciamo. Si tratta di trovare il coraggio e la forza di essere sempre coerenti. Ma questo non te lo da la religione, o almeno non solo lei. E' sufficiente una buona educazione. Caro Frollo,carissimo amico, Prova a riflettere un poco più profondamente,se quella forza e quel coraggio di essere coerenti non te li dà la tradizione,insegnami tè una strada migliore dove trovarli ed io ti asseconderò ringraziandoti enormemente. Sono tanti anni che io ne vado in cerca,e a tutto oggi il posto dove posso trovare il meglio è proprio in questa tradizione millenaria. Ma non sono un Dio,potrei anche sbagliarmi. Ciao e buon pomeriggio espert37 |
20-04-2008, 17.29.51 | #16 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Scusate, ma è mai possibile che quando si vanno a toccare problematiche di vita ci si debba sempre scontrare più o meno pacatamente sulla religione?
Sono partito da una iscrizione sotto un orologio di cui Natoli ha dato una sua lettura e non mi sembra proprio di aver in un qualche modo citato ne dato alito a dictat di religioni! Vorrei che fosse abbandonato questo schema che tutti sappiamo, visto che in fondo un po’ tutti ci conosciamo, porta a ragionamenti tanto sottili che poi se ne perde il filo e finiamo (se va bene) per non comprenderci. Non esisterà mai un unico punto di vista (convinzione) ....ma ne accetteremo semmai un compromesso! Credo che debba valere per tutti questa affermazione: “Vediamo che vi sono uomini il cui destino è determinato in prevalenza dagli oggetti dei loro interessi e altri il cui destino è invece determinato piuttosto dalla loro propria interiorità, o soggettività. Poiché tutti noi ci avviciniamo un po’ più a questo o a quel modo di essere siamo naturalmente inclini ad intendere sempre ogni cosa nel senso che è peculiare al nostro proprio tipo.” C.G. JUNG A tutti poi consiglierei una lettura della introduzione al libro “I grandi iniziati” riportata in questo sito in “Testi per riflettere” anche per avere un’altra prospettiva, un’altra visione. Preferirei ritornare alla frasetta Pereunt et imputantur perché non possiamo rifugiarci in ideologie personali, per evitare la preoccupazione del fatto che il tempo passa e viene computato…o qualcuno qui è padrone del tempo o può affermare che al pari di Dio ..non esiste? Se poi io credo all’immortalità e tu no, non cambia il fatto che entrambi svalutando la potenza dei nostri atti rischiamo la catastrofe, il punto di non ritorno! Già i miei figli si interrogano sull’insicurezza che sembra ormai dilagante… in un mondo senza certezze creato forse dal non valore affidato ai nostri atti. |
20-04-2008, 18.39.57 | #17 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Io ti risponderei come nella magistrale battuta di Massimo Troisi in "Non ci resta che piangere", quando il monaco menagramo gli urlava con voce stentorea e apocalittica:
"Ricordati che devi morire" Lui rispondeva: "Va bene... mo' me lo segno!" Il tempo passa... e allora? Io confido che la medicina di qui a 40 anni abbia fatto degli enormi passi in avanti Sai che c'è... purtroppo grazie a Berlusconi dovrò lavorare fino a 70 anni, poi, quando finalmente avrò la mia vita a disposizione, penserò a come passare gli altri 70... che sono quelli che dovrò campare per riprendermi almeno tutti i contributi versati all'INPS. Ma fino ad allora, la mia vita (e forse quelle di tutti) sono segnate e scandite da settimane tutte uguali in attesa del week end e delle ferie estive. Io almeno dal lunedì al venerdi esco alle 8 e torno alle 8 e non mi resta poi così tato da fare oltre a guardare un po' di TV. Mi piacerebbe fare l'artista e svegliarmi la mattina dovendomi organizzare ogni giorno una nuova giornata, ma purtroppo devo sfamare 2 bimbe e una moglie e pagare un sacco di spese. In compenso, proprio perchè il tempo passa, ho fatto un'assicurazione sulla vita(solorischio morte): se muoio daranno 300000 euro a mia moglie. Se muoio per incidente stradale la cifra raddoppia... Ho detto a mia moglie che se mi viene un infarto a casa, mi deve buttare in mezzo alla strada e farmi passare sopra da un autobus! |
20-04-2008, 18.55.06 | #18 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Citazione:
Scusa Guido, questoche segue è uno stralcio dal TUO riassunto: uccidendo Dio l'uomo uccide se stesso come essere orientato verso l'altro mondo. Per questo oggi quella scritta sull'orologio che invita a contare le ore non è più «sentita»: tolto Dio, mortificata la storia, rimane solo il consumo, la vita perde gusto e spessore, diventiamo schiavi dei comandi sociali. A me sembra l'affermazione di un principio tanto chiaro quanto categorico. Alla quale sarebbe possibile replicare, e a qualcuno potrebbe esser venuto spontaneo di cercare di farlo, con una ipotesi addirittura OPPOSTA: mentre le questioni ecologiche mondiali rappresentano un orologio più visibile rispetto a quello del Duomo.... la mortificazione della Storia ed il permanere del solo consumo..... volendo.... si può convenire di leggerli come frutto dell'aver "tolto Dio"..... ma , magari, in un senso tutto diverso e che potrebbe ANCHE esser questo: se in luogo di coltivare l'aldilà in ossequio a precetti.... si fosse dedicata più meditazione sull'aldiqua..... forse oggi beneficeremmo di maggior "coscienza" e di minor schizofrenia dinanzi al flop (conturbante, indubbiamente) dell'aldilà. |
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20-04-2008, 22.38.55 | #19 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Citazione:
Ciao Donella, , come sempre sei estremamante ...attenta al significato dei miei interventi...ma bada bene che io ho riferito una relazione di Natoli che fra l'altro ha affermato di non essere credente! Da ottimo filosofo che è, pone delle considerazioni oggettive.. Mia madre avrebbe detto: "Non c'è più religione!" per affermare una deriva..di valori. Ma mia madre era una credente! Io non ho messo paletti religiosi (nessuno ha parlato di religione semmai di Dio considerato nel divenire della storia..) ma ho posto una questione diversa: il valore dei nostri atti! e che vorrei ribadire! Ho letto con attenzione il tuo intervento sempre venato di polemica e sottile sarcasmo....., sorrido, ci sono abituato! Ma non imputare a me quello che tu hai voluto intuire e su cui peraltro hai elaborato ottime considerazioni considerando un'altra visuale! Complimenti! Lodevole dialettica come sempre! Ciao ciao! |
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21-04-2008, 18.03.05 | #20 | |
...il rumore del mare...
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Riferimento: Pereunt et imputantur (Le ore passano e sono contate)
Citazione:
Stralcio queste tre righe dal tuo post in risposta a quello di donella perchè l'evidenziato, per quanto mi riguarda, mi porta a riflettere e ad asserire che "il valore ai nostri atti" sono gli altri a darlo, io posso soltanto dare un significato ai miei gesti. Il riconoscimento da parte degli altri va a gratificare solo ed esclusivamente il mio ego mentre quello che veramente conta, per me, è come vivo e le esperienze che la vita mi richiede di affrontare. Per questo mi viene da pensare alla differenza abissale tra il moto di orgoglio che si prova dopo essere riusciti a superare una difficoltà, un proprio limite e quello che deriva dal fare un qualcosa affinchè gli altri ci siano riconoscenti.... Ci sono esperienze che possono lasciare un segno "indelebile" nel tempo, dalle quali a volte si è costretti a ripartire, dolorose a tal punto da pensare che un'altra eguale non riusciremo a sopportarla ma nel momento in cui la si è lasciata alle spalle, guardandoci indietro, capiamo di essere più forti, più "bravi", più "grandi"... Condivido infine ciò che scrive frollo , il suo vivere "qui e ora" con ironia direi.... tragicomica, nel rimandare al "non ci resta che piangere" di Troisi.... Io non piango più, ho smesso da un pezzo... So che la vita è una gran fregatura per questo cerco di vivermela al meglio....finchè dura.... Lasciando, con il massimo rispetto, Dio e la religione a chi ne ha necessità.... Carpe diem, quam minimum credula postero..... |
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