Italia sì, Italia no, Italia gnamme.
Per conservare il potere politico e amministrativo occorrono i voti.
I voti li esprimono i cittadini maggiorenni.
I cittadini maggiorenni, normalmente, hanno un lavoro.
Il lavoro, nel nostro Paese, è drogato dalla accoglienza del pubblico impiego e dei settori limitrofi.
Per matenere pubblico impiego e settori limitrofi occorrono soldi.
I soldi vengono dalla imposizione tributaria.
Morale: le tasse servono a finanziare pubblico impiego e settori limitrofi, ossia il bacino di voti più coeso e controllabile che c’è. Ergo le tasse garantiscono il mantenimento del potere politico e amministrativo.
Suona bene?
Sì.
Astrattamente, e giusto x capirci, le teorie di politica economica dovrebbero reggersi sul presupposto che le forze di destra dovrebbero ridurre le imposte (liberismo). Le forze di sinistra dovrebbero aumentarle (dirigismo). Astrattamente, ai diversi approcci alla imposizione tributaria (più tasse, meno tasse) dovrebbero infatti corrispondere due diversi approcci alla politica economica: meno tasse/meno pubblico impiego vs. più tasse/più pubblico impiego. Astrattamente
Concretamente, esiste un UNICO approccio al problema (guarda un po’!?): più tasse/più pubblico impiego, adottato indistintamente dalla destra come dalla sinistra. Il motivo non occorre spiegarlo; solita solfa: più voti coesi controllati (pubblico impiego), più potere.
Nessun governo di qualsivoglia colore ha mai provato a ridurre le tasse, non volendo mai ridurre la spesa pubblica e il pubblico impiego. Di più: nessun governo si è mai nemmeno cimentato – udite udite – a moderare la crescita della spesa pubblica (quindi nemmeno han provato a frenare un po’.. sempre di più! sempre di più! … ma va’?!).
Ebbene non vi sareste comportati così anche voi se aveste avuto accesso ad un seggiolino romano, con appartamentino nell’Urbe, volo freccialata, e la possibilità di conoscere l’attricetta del cinematografo (mi rivolgo ai maschietti, che sono in di più). Non avreste voluto anche voi mantenere il vs. establishment privilegiato?
Esiste una unica eccezione, dal dopoguera ad oggi: Giulio Tremonti.
Quando stava all'Economia, e comandava tutto lui, ha fatto passare in Finanziaria un tetto di aumento annuo massimo al 2% rispetto all’anno precedente, su certi capitoli sensibili di spesa pubblica.
Ma è pazzo?!?
Gli hanno fatto la pelle. E al tiggì ci hanno raccontato che si trattava di uno s***** personale con Fini… quel sabato.
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