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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
17-06-2007, 17.10.01 | #1 |
Ospite abituale
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A chi giova l'odio?
Se oggi sentiamo stridere qualche cosa all’interno della nostra cultura e società, se tutti più o meno siamo pervasi da inquietudine e delusione, se vediamo il mondo andare nella parte inversa della ragione e del buon senso, possiamo farcene una ragione conoscendo e capendo le correnti sotterranee di pensiero e le forze sotterranee che stanno pilotando l’intera cultura umana.
<<< Non si può sempre costruire armi senza mai usarle! C’è l’arsenale bellico da rinnovare! Altrimenti falliremo tutti! >>> Sembra di sentirlo il consiglio di amministrazione della multinazionale delle armi, quella stessa oscura congrega che già l’indomani della passata guerra mondiale, Eisenhower, il 34° presidente degli stati uniti, denunciava nel suo discorso di commiato dalla nazione il 17 gennaio 1961. (vedi sotto) L’obbiettivo finto, e sottolineo il finto, di questa logica, che trova la sua aggregazione in termini come PNAC, think thank e cristianisti, è il predominio dell’America sul mondo, ma dopo l’esperienza irachena ed il misero fallimento di quella guerra, persa su tutti i fronti, che costa migliaia di vittime non solo militari ma soprattutto civili, e vista la pervicace tenacia con cui il presidente americano Bush ed i suoi sostenitori intendono andare avanti, allargando anzi il conflitto, appare ormai chiaro a molti, che l’obbiettivo vero non è vincere le guerre ma fare in modo che ci siano sempre guerre, sempre più guerre. D'altro canto, all’indomani dell11 settembre, il presidente americano ha offerto al mondo intero proprio la prospettiva di una guerra infinita. Questa agghiacciante presa di coscienza, che le guerre si fanno e si incrementano anche se non si vincono, porta con se una considerazione nuova e cioè che ci sia un regista occulto di queste filosofie, che sta usando i valori tradizionalmente della destra, alimentando la paura prima del comunismo e poi dell’Islam, per un suo fine preciso. Infatti parrebbe che all’establishment americano non interessi neppure il dominio dell’America sul mondo, ma interessi solo l’uso delle armi, il consumo delle armi, il mercato delle armi, e soprattutto gli interessi il fiume di denaro ad esso collegato. Le ideologie, create in laboratorio sulla grandezza e sul dominio dell’America sul resto del mondo, sarebbero, in questa ottica, solo il mezzo per fare accettare all’ignaro cittadino un costo in vite umane ed un’assenza di etica che altrimenti le masse, che non sono beneficiarie dei guadagni plurimiliardari delle lobbie delle armi, non vedrebbero motivo di pagare. Banalmente, se analoghe ingenti somme gravitassero attorno al mercato dell’ecologia, dell’energia pulita, o al mercato dell’altruismo e della solidarietà, ecco che d’improvviso, il nostro mondo, da quel covo di serpenti avidi ed affamati che è diventato e che hanno necessità di discordia e di odio per incrementarsi e svilupparsi, diventerebbe una sorta di eden nel quale l’uomo potrebbe trascorrere abbastanza serenamente il suo cammino umano. Purtroppo, le parole con le quali Eisenhower paventava il mostruoso intreccio tra lobbie delle armi e la società civile, che andava sviluppandosi nel suo paese, suonano come l’illuminata visione di un uomo intelligente ed acuto che aveva saputo leggere, con almeno 50 anni di anticipo, quale sarebbe stato il futuro dell’umanità. Poco, ma qualche cosa possiamo fare per cambiare. Intanto bisogna non abbandonarsi al fatalismo pensando: - è così che va il mondo - La rotta del mondo nasce dal prodotto di circa sei miliardi di volontà, (e non solo di quelle), e sottraendo consenso si può fare molto, anche se il risultato non è subito evidente. Nel suo poco, ciascuno di noi può fare piccoli gesti, ad esempio: documentandosi maggiormente, spostando i pochi risparmi in banche che non aderiscono alla produzione di armi, boicottando le testate di giornali chiaramente interventisti, denunciando sempre ed ovunque, non appena se ne abbia l’occasione, l’influenza delle lobbie delle armi, sul pensiero del mondo moderno. Informando, dichiarando e denunciando coi mezzi che la democrazia ci permette. Il cambiamento di tendenza è possibile non solo nel popolo di sinistra, storicamente legato a valori diversi da quelli capitalistici e più propenso alla cultura della collaborazione e della solidarietà, che alla cultura del dominio, ma persino nel popolo di destra che può reinvestire il suo spirito dominante non nella forza dei muscoli ma in quella dell’intelligenza. Può riscoprire la sua grandezza nell’etica e non nelle armi. Dwight D. Eisenhower stralcio del discorso d'addio alla nazione del 17 gennaio 1961. Tratto da wikipedia «Un elemento vitale nel mantenimento della pace sono le nostre istituzioni militari. Le nostre armi devono essere poderose, pronte all'azione istantanea, in modo che nessun aggressore potenziale possa essere tentato dal rischiare la propria distruzione... Questa congiunzione tra una immenso corpo di istituzioni militari ed una enorme industria di armamenti è nuovo nell'esperienza americana. L'influenza totale nell'economia, nella politica, anche nella spiritualità; viene sentita in ogni città, in ogni organismo statale, in ogni ufficio del governo federale. Noi riconosciamo il bisogno imperativo di questo sviluppo. Ma tuttavia non dobbiamo mancare di comprendere le sue gravi implicazioni. La nostra filosofia ed etica, le nostre risorse ed il nostro stile di vita vengono coinvolti; la struttura portante della nostra società. Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme..» |
18-06-2007, 11.14.30 | #4 | |
Ospite abituale
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Riferimento: A chi giova l'odio?
Citazione:
Non sono incline a credere ai grandi complotti, o meglio, che un grande complotto abbia possibilità di dominio. Quel che penso invece è che sia il nostro perseguire un senso di giustizia a generare il grande mostro che ci schiaccia; saremmo cioè vittime delle nostre migliori intenzioni. L'odio si costituisce nel pensare che la nostra ragione sia più giusta di quella di un altro; l'odio giova ai potenti, ma è un giovamento che tornerà prima o poi come nocumento. Che se ne fa un ricco di tutti i suoi soldi, quando è costretto a chiudersi in una gabbia dorata? la sua gabbia dorata lo stritolerà prima o dopo, senza magari che lui se ne accorga. Ciao |
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18-06-2007, 16.54.29 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: A chi giova l'odio?
Citazione:
Non ci piove, è proprio così, ma la manipolazione del consenso sfrutta la forza del nostro pensare che la nostra ragione sia più valida di quella dell'altro e questo è secondo me un processo incosciente, non premeditato, anche se non mi meraviglierei del contrario. Un esempio? Un articolo di cronaca locale titolava così : "Tagliati i 25 platani lungo la provinciale nei pressi di XXXXXX. Hanno causato una decina di morti negli ultimi due anni". Ora io mi chiedo quale sia il metro che giudica i platani pericolosi. Ciao. Daniele |
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18-06-2007, 18.50.59 | #7 | |
Ospite abituale
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Riferimento: A chi giova l'odio?
Citazione:
Ecco perché insistevo sulla presa di coscienza, affinché sempre maggior gente conosca…. Conoscere e diffondere e ritirare il consenso..... solo così si può riaccendere una speranza per un mondo che invece delle logiche del conflitto sappia trovare quelle della collaborazione e della cooperazione. |
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18-06-2007, 19.50.27 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: A chi giova l'odio?
Ancora brevemente......
Ci sono due possibilità: o vedete un mondo, perfettibile certo, ma già in se bello e buono attorno a voi ed allora i miei scritti vi suoneranno come le parole di un depresso, ed allora non vi fermerete a parlare con me, oppure vedete, attorno a voi, nel mondo e nella società, un bel po’ di sofferenza inutile e, come me, avete sentore che ci sia qualche cosa di sbagliato da qualche parte, in questo caso forse dovreste documentarvi, indagare e cercare da voi le risposte. Lamentarsi del male senza volere cercare la causa non è molto furbo. Io ho cercato molto le ragioni di questa società che vedo così disumana. Ho cercato di capire perché l’intelligenza nell’uomo fosse subordinata all’istinto, l’istinto di dominazione nella fattispecie. Non riuscivo a darmi pace che nonostante il fiorire della cultura e della civiltà, nonostante i 2000 anni di predicazione del messaggio evangelico, gli algoritmi che si esprimono nell’interazione tra i popoli siano spesso uguali o peggiori di quelli dell’uomo di 3000 anni fa quando sulle sponde del Tigri e dell’Eufrate, del Nilo, del Gange del fiume Giallo, l'uomo, iniziava questa fase del suo cammino. Il volto che ha mostrato l’America di Bush mi ha risposto in parte a queste domande. La nostra cultura “è come è” perché scientemente è pilotata, da almeno cinquanta anni, in quel senso. C’è una volontà precisa di mantenere vive la discordia e l’odio, perché c’è un fine dietro, un fine che stringi, stringi è meramente economico. La paura del comunismo e dell’Islam sono stati i validi pretesti per incrementare un lucroso business a vantaggio di pochi. L’altra parte della risposta che ho trovato io, è più filosofica. Il germe del male è contenuto nelle filosofie e nelle religioni stesse dell’uomo, ma questo è un qualche cosa che devo ancora trovare il modo di dire e di spiegare, altrimenti rischio di ferire la sensibilità di molti, senza comunicare niente di buono a nessuno. Ma questa è la mia ricerca e sono le mie risposte che cerco di condividere con voi, ma chi si riconosce nella parte di uomini che non sono affatto contenti di questa nostra cultura e di questa nostra società, avebbe il dovere, almeno, di cercare da se stesso e per se stesso, le sue risposte che magari possono aiutare la comprensione. Ultima modifica di VanLag : 18-06-2007 alle ore 23.18.15. |
18-06-2007, 20.17.06 | #9 |
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Riferimento: A chi giova l'odio?
L’umanità sta correndo forsennatamente e inesorabilmente verso la propria autodistruzione, come quegli animali che si suicidano in massa. E’ successo altre volte nella storia dell’uomo, e sta succedendo ora, solo che a livello globale, e nessuno può fare nulla per fermare questa folle corsa. I poteri occulti, i fabbricanti di armi, Bush, ecc., ecc., credono di dominare il mondo, ma sono solo strumenti di un destino ineluttabile che si porta appresso l’uomo sin dalla sua apparizione su questa terra. Eppure non ci vuole molto per accorgersi che la fine di un intero ciclo è in pieno atto, tutti i segni così lo indicano. L’umanità è pervasa da una specie di pazzia e incoscienza collettiva, il pianeta sta collassando, lo avvertono gli scienziati e ce ne accorgiamo tutti giorno dopo giorno, e intanto continuiamo a inquinare, a deforsetare, a sfruttare selvaggemente le risorse che ancora rimangono, pensando solo al profitto immediato, in un conato estremo di egoismo irresponsabile e criminale. La sola speranza è che dalle rovine di questa umanità possa nascere un mondo migliore, più saggio e soprattutto con più amore.
So che sarete tutti in disaccordo con quanto dico, e forse avete ragione, forse è meglio vivere nell’illusione di un domani migliore che affrontare di petto una situazione di fatto nell’unica forma che ci rimane, non guardando impotenti un mondo che finisce, ma gettando i semi di un uomo migliore dentro di noi. Ultima modifica di Brucus : 18-06-2007 alle ore 22.59.44. |
18-06-2007, 20.58.08 | #10 |
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Riferimento: A chi giova l'odio?
Non sono cose nuove Vanlang, già le sosteneva NOAM CHOMSKY nel 1992 nel libro "I CORTILI DELLO ZIO SAM", che tra l'altro ora puoi trovare in rete.
Un piccolo estratto per capire la politica estera USA: Uno dei documenti che bisogna conoscere se si vuol capire il nostro paese [3] è lo Studio n° 23 di Pianificazione Politica (Policy Planning Study), scritto da Kennan per l'ufficio pianificazione del Dipartimento di Stato nel 1948. Eccone un estratto: "Noi possediamo circa il 50% delle ricchezze del globo, ma solo il 6,3% della sua popolazione... In questa situazione, non possiamo che essere oggetto di invidie e risentimenti. Il nostro vero compito nell'immediato futuro consiste nell'individuare uno schema di rapporti che ci consentano di mantenere tale posizione di disparità... Per poterlo fare, dovremo rinunciare a tutti sentimentalismi ed i sogni ad occhi aperti; la nostra attenzione dovrà concentrarsi, sempre ed in ogni caso, sul nostro immediato obiettivo nazionale... Dovremo smetterla di parlare di obiettivi vaghi... e irreali come i diritti umani, l'innalzamento del livello di vita e la democratizzazione. Non è lontano il giorno in cui dovremo agire in termini di potere diretto. Meno saremo intralciati dagli slogan idealistici, meglio sarà". Il testo completo qui: http://www.tmcrew.org/archiviochomsky/ziosam_00.html |