Citazione:
Originalmente inviato da bside
Penso che l'esibizionismo dia fastidio a molte persone. Quello che però trovo censurabile è la rappresentazione caricaturale che danno le TV del gay pride. Oggettivamente uno che non ci è mai stato e vede al TG qualche immagine della manifestazione non può averne che una pessima impressione; perché le telecamere, non sapendo bene chi inquadrare, indugiano sempre sugli aspetti più "coloriti": i carri mascherati, i travestiti, i palestrati e compagnia bella, come se nel corteo ci fossero solo loro. E gli altri mille, duemila, tremila senza "piume" dove sono? La tv non li mostra come se non esistessero.
Mi ricordo proprio tempo fa una puntata di ANNOZERO sui DICO con un servizio sul gay pride del 2000. Praticamente hanno mandato in onda il peggio del peggio, andando a scovare ed intervistare i personaggi più ridicoli e grotteschi, col solo scopo (non ne vedo altri) di dare una cattiva immagine del partecipante-tipo.
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Beh!... in questo direi che il “gay pride” non è discriminato affatto!
La ricerca del particolare piccante o pruriginoso, dello scandaletto, del morbosetto “mejo” di quello che hanno scovato i concorrenti è preoccupazione costante dei nostri “Comunicatori”, ed in particolare dei “fornitori di notizie”, come TG e simposi “di approfondimento”; perché qui c’è la fascia di spettatori più ampia, non solo gi appassionati di sport o di serial televisivi.
Lo “scoop” al TG fa più spettacolo, e naturalmente quello che conta è l “audience”, l’informazione è ormai solo un pretesto secondario!.
Ed è ovvio quindi che siano più interessanti due gentiluomini seminudi, impiumati e scul….ttanti (mi censuro da solo, e fò il fischietto, che attira più della notizia!) che due chilometri di gente delusa e immusonita.
E’ sempre così. Inchieste ed interviste fiume per la donna di Cogne o il parrucchino e le rughette stirate del politico (fanno più effetto) ed un minuto solo per la fame che avanza fra di noi, e più il problema è serio… meno ne parliamo, per non turbare chi ci può servire.
Hai citato “ANNOZERO”, e non è una trasmissione che mi piaccia granché, lo devo dire. Ma non la trovo diversa dalle altre. Come tutte, batte a cassetta di ascolto, e non di più. O meglio, anche tutto il resto, purché serva allo scopo.
“Un po’ come i notiziari… o qualunque altro spot pubblicitario italiano!” mi dicono con sorridente compiacenza i miei amici di oltr’alpe!