Citazione:
Originalmente inviato da cannella
Temo che dietro all'intenzione di Mastella ci sia ben altro che condannare il diritto all'opinione.
A dicembre si è tenuta a Teheran una conferenza organizzata dal presidente iraniano, dove pare che l'obiettivo fosse quello di negare l'esistenza dell'olocausto.
Gli accademici intervenuti hanno dichiarato che l'olocausto è stata una montatura voluta dai sionisti per giustificare la creazione di uno Stato ebraico in Palestina.
Quindi alla base di questo revisionismo evidentemente c'è un progetto politico che và al di là della momentanea follia di qualche testa calda, e potrebbe fondare le basi per un rigurgito antisemita, con uno scopo guerrafondaio alla ricerca di alleanze più forti e allargate di quelle già in essere.
L'opinione rimanga quindi un diritto democratico, ma non sulla pelle e sulla memoria di chi ha pagato un tributo esageratamente alto in sofferenza e sangue.
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Hai ragione, Cannella.
Credo che nessuno degli amici del forum abbia mai avuto accesso al testamento spirituale di Hitler, scritto da questi negli ultimi trenta giorni di vita, al riparo della più immane delle tragedie.
Io ne posseggo una versione tedesca originale, almeno... ho buone ragioni di credere che lo sia.
Avendo letto sia "Mein Leben" che "Mein Kampf", vi ritrovo alla perfezione lo stile di quell'uomo: ho, quindi, l'intima convinzione che quel documento sia vero.
Si tratta di una quarantina di pagine di stralunate e vaticinanti profezie, frammiste a considerazioni che appena sfiorano la tragedia allucinante che si consumava nel cuore del popolo che egli aveva eletto a incubatrice dell'Uomo Nuovo.
Con disprezzo avvilito egli accusa i tedeschi di debolezza e di corruzione intrinseca dell'animo, giustificando in tal modo la "colpa" di non aver saputo e potuto condurre a termine uno dei compiti "propedeutici" al compimento del Reich millenario.
Affida, con incredibili ed inquietanti capacità di premonizione (lo scritto è, ovviamente, di Maggio 1945) agli arabi del secolo che seguirà il "testimone" di questo elemento precursore al suo disegno: lo sterminio completo ed assoluto del popolo ebraico rappresenta, infatti, la "conditio sine qua non" della realizzazione futura del progetto nazista.
Con una lucidità angosciante, Hitler individua, quindi, nell'antiamericanismo europeo (all'epoca inimmaginabile) il preludio al riproporsi delle istanze esoteriche del nazionalsocialismo.
Con una sconcertante lucidità, dichiara l'anima slava inappropriata al modello marxista ed intuisce che, dopo la fine della guerra, gli slavi avrebbero tentato, con lo scudo del comunismo, di farsi vessilliferi del nuovo ordine mondiale.
Tale obiettivo, però, non si sarebbe mai potuto compiere, in quanto quella razza sarebbe incapace di sostenere un progetto collettivo di grande respiro, minata alle sue radici da una tendenza all'opportunismo bigotto dell'individualismo servile.
Ho riassunto in poche righe, citando a memoria.
Quando, vent'anni fa, lo lessi, vi assicuro che lo trovai bizzarro e strano.
Oggi, francamente, mi inquieta.