Riflettevo sul problema che ha investito il traffico milanese ieri per un trasporto rovesciatosi che ha fatto chiudere una tangenziale per quasi tutta la giornata. Le macchine dirottate in Milano hanno mandato in tilt il traffico della città già congestionato per le feste. E pensare che il traffico dentro e fuori le tangenziali è già vicino alla paralisi normalmente. Ma in fondo di chi è figlia questa situazione?
E’ figlia di una cultura che dice di non dipendere da nessuno e di usare sempre e sempre di più i propri mezzi, di cavarsela da soli, di non pensare agli altri. Il trasporto pubblico significa dipendere dal tranviere, da orari, da coabitanti del mezzo pubblico, da percorsi fissi. A Milano, in Lombardia in Italia in genere non è mai stato molto potenziato. Si confronti la ricchezza delle 20 e più linee metropolitane parigine o londinesi, l’imponenza della rete oltre che delle carrozze e delle stazioni. Si confronti la potenza dei servizi erogati per capire la differenza.
Ciascun per se dunque, ciascuno se al cavi come può, perché la spesa sociale, anche quando è fatta per potenziare le infrastrutture di cui tutti potrebbero beneficiare è vista male. Meglio l’individualismo, il liberismo in armonia con la logica di destra della regione Lombardia che da diverse legislature ormai ci governa.
Chissà a chi toccherebbe capire i problemi e proporre le soluzioni? Io che vedo al città, o almeno una parte di essa, so che basterebbe allungare qualche metropolitana con linee di superficie, per togliere molto traffico. Basterebbe invitare la gente a servirsi dei mezzi pubblici dando un buon servizio. Basterebbe spostare all’esterno la barriera dell’autostrada Milano Genova per togliere infinite code, che entrano ed escono dalla tangenziale. Code che conosco bene perché mi toccano, le vivo e le subisco.
Quanto costerà spostare una barriera di qualche km in paragone alle spese sociali?
Questa è la logica del liberismo, dell’uccisione dello stato sociale in favore dei privati. Ma il privato vuole guadagnare tanto spendendo sempre meno. L’impresa ha come missione fare business, non certo erogare servizi buoni. L’impresa cercherà per sua missione di dare sempre meno guadagnando sempre più. E poi che libera concorrenza ci potrà mai essere sulle autostrade, sui treni? che liberalizzazione ci può essere su una telefonia dove un solo gestore possiede le apparecchiature della rete, (cavi centraline etc?)
Una logica perversa dettata da enunciati come questa sul laissez-faire:
che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita, ossia che il benessere umano può essere promosso più efficacemente, grazie al semplice sistema di lasciare la gente a sé stessa; cioè lasciando che gli individui seguano i suggerimenti dell'interesse egoistico, senza limitazioni da parte dello Stato o della pubblica opinione, purché si astengano dalla violenza e dalla frode. Questa è la dottrina nota comunemente come laissez-faire. (definizione del laissez-faire di John Eliot Cairnes 1823-75).
Una logica da cui tanti si sono lasciati sedurre illudendosi che loro e proprio loro, sarebbero diventati i più ricchi. No! non sono i più ricchi..... sono solo in coda sulla tangenziale a respirare gas metifici.
Uno stato amministrato bene, per contro, potrebbe dare buoni servizi mantenendo i costi limitati, perché la missione dello stato non è fare business bensì erogare servizi. Nelle nazioni del Profondo Nord Europeo conoscono molto bene queste logiche. Là la spesa sociale è altissima ma per contro il cittadino è pienamente tutelato da uno stato che lo garantisce senza vessarlo con la burocrazia.