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Arte - Commenti, recensioni, raccolte di... >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Riflessioni sull'Arte |
02-05-2006, 17.37.46 | #6 | |
Ospite
Data registrazione: 08-04-2006
Messaggi: 20
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Citazione:
insomma, non è che ci siano stati molti altri poeti lirici in Italia nell'Ottocento... quel che intendo dire che le sue opere sono ripetitive, ed è innegabile, dai! gli stessi sentimenti erano anche in Foscolo, ma nessuna delle sue opere è ripetitiva. anzi, pur nel suo profondo sentimento nichilismo riesce a comporre opere che vanno oltre, non si barrica(come invece fa Leopardi) dietro alle sue ossessioni. |
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02-05-2006, 18.42.38 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-03-2006
Messaggi: 290
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Citazione:
Anche Foscolo mi piace molto,io però non mi soffermo sulla ripetitività delle opere, in generale, ma cerco di capire il risultato finale,la sintesi che ne scaturisce. Poi scusa Foscolo era bello e seduttivo,a differenza di Leopardi che ha sofferto per la sua fisicità. Bisogna tener conto anche delle personalità e del carattere per capire in pieno anche l'opera. |
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03-05-2006, 14.46.23 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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L'arido vero di Leopardi non è pessimismo ma realismo, accettato coraggiosamente. Il suo "io poetante" lo aiuta a superare il dolore (piu' che il male, dato che un Maligno non c'e'): ecco la centralita' e la modernita' di Leopardi non solo in letteratura ma nella storia del pensiero, in quel suo intenso umano, troppo umano interrogarsi:
"dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, Il tuo corso immortale?" Le sue contraddizione e la coscienza del limite sono la sua grandezza, che sfocia nella solidarietà comunitaria de "La ginestra". |
04-05-2006, 13.05.23 | #9 |
Ospite
Data registrazione: 29-04-2006
Messaggi: 5
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Ognuno di noi - come persona, prima che come artista - ha i suoi "chiodi fissi", quelli che in psicologia si chiamano "motivi o situazioni ricorrenti"...sono anche quelli su cui ognuno di noi si deve soffermare se vuole capire se stesso, e spesso sono anche quelli che costituiscono nodi problematici.
Leopardi, nella sua ripetitività di tematiche, non si allontana dalla maggiornaza degli altri artisti e poesi che conosco...la sua "ripetitività" dà forse più nell'occhio perché è drammatica, angosciante, come dire "scomoda", a volte...e naturalmente molto influisce lo stile, che non è troppo variato non per incapacità sua (con la cultura che aveva, Leopardi possedeva una varietà di lessico tale da fare le scarpe agli artisti di mezzo mondo) ma perché aveva scelto di usare "parole indefinite", che dessero senso di indeterminatezza e di soavità. Tra l'altro, trovo che leopardi sia anche uno dei poeti che invece mostra una evoluzione notevole...dalla nostalgia, le speranze (deluse ma sempre "ultime a morire") all'accettazione dell'arido vero...da una sorta di "fuga" dall'umanità per rifugiarsi nella poesia ad un desiderio di alleanza e di comunità per combattere conto la natura crudele. Idea che, per quanto espressa in modo così pessimista e drammatico, è anche di una potenza grandiosa...e forse l'unica che permetterebbe di superare certe prove che la vita ci impone comunque, e che non dipendono da noi, come le malattie, il dolore, la morte... Lo trovo uno dei più grandi non solo dell'Ottocento ma di tutta la letteratura in genere. E niente affatto sopravvalutato...semmai, sottoposto ad essere presentato nelle scuole con un taglio un po' troppo scontato e unilaterale. |
04-05-2006, 17.22.03 | #10 |
ad maiora
Data registrazione: 02-01-2005
Messaggi: 275
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E poi anche Foscolo (che amo, stimo e adoro) non è un po' ripetititvo (il termine non mi piace: come si può dire? gli erano cari certi argomenti.)? Dopo tutto mette il tema della patria, precursore del Romanticismo, anche "In morte al Fratello Giovanni", oltre che in "A Zacinto" e le "Ultime lettere di Jacopo Ortis" ne sono pregne.
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