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14-02-2006, 18.30.55 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: ... gioiosa leggerezza o depressa banalità?
Citazione:
Caro oizibaf grazie per il post che completa mie lacune. In ogni caso l'argomento è vasto e di proposito ho presentato una riflessione adatta per San Valentino, senza eccessive pretese e con un'elaborazione un po' personale evitando – nei limiti – dettagli eruditi di stile manualistico, oppure un po' scontati. Qualora tu non li conosca ti indico L'amore e l'Occidente di De Rougemont, '77 il massimo studioso dell'argomento; L'uomo e la morte dal medioevo a oggi, Aries, '80 ; L'erotismo di Bataille, per il senso di trasgressione che lo alimenta. Particolare che ho trascurato di riportare è che la lirica cortese dei trovatori provenzali trasse ispirazione dal catarismo, l'eresia neomanichea che nel X° secolo dalla Bulgaria si diffuse attraverso i paesi slavi. Inoltre per alcuni studiosi si dovrebbe tenere conto anche della centralità della donna nel tempo in esame. Per tradizione il binomio amore-morte si fa risalire al mitico Tristano, dove la seconda rappresenta un'esigenza ancor più profonda di una comune felicità. L”amoroso affetto ed il “desiderio di morire” assieme nati, del sognatore disincantato Leopardi, sono fin troppo noti. Un amore letterario tragico del '900 che mi piace ricordare fu quello di C. Pavese per Constance: “Ci si uccide perchè un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, infermità, nulla” ( Il mestiere di vivere) Il concetto di “amore lontano” è tipico del romanticismo tedesco, inoltre non metto in dubbio una presenza di letteratura e poesia erotica che attraversa le varie epoche storiche. Non ho chiarito che intendevo dire come l'attrazione fisica sia oggi oggetto di studio anche per la scienza, con inevitabili reciproci rimandi tra fiction e realtà come è sempre stato. Così come certe intuizioni del passato. Già Freud, ad es. notò che è l”assente” a perturbare ed a rinfocolare il desiderio, per quanto riguarda le opere letterarie che ammirava, ma anche la psicologia amorosa nella vita reale. Concetto ripreso pure dal proverbio “in amore vince chi fugge”. In quanto al successo della poesia fruita dalla massa, esso ricade nel concetto di kitsch, termine tedesco sinonimo di “cattivo gusto”, e indica per lo più intuizioni artistiche convenzionali e banalizzanti, che non turbano le aspettative più ovvie di lettori e fruitori, ottenendo comprensibilmente consenso. Per farti un esempio in campo narrativo pensa a “Love story” considerato il miglior romanzo d'amore del nostro tempo!, ma si potrebbe anche citare qualche recente “premio letterario”. Vari osservatori culturali temono il rischio di un linguaggio poetico omologato. Un tempo imperversavano “gabbiani e tramonti”, oggi forse varianti di situazioni sentimentalistiche, termini preziosi giustapposti per ottenere facili suggestioni, ecc. Ad es. i quattro versi di Quasimodo “Ed è subito sera”, se inediti e proposti in un forum virtuale passerebbero certamente inosservati. Conta certo l'evocazione d'immagini ma anche una classica essenzialità- e perciò di maggior efficacia – per evocare una situazione esistenziale da tutti condivisa. Condivido l'opinione sull'inconsistenza attuale dei rapporti interpersonali, anche riferendoci ai forum virtuali di discussione. Aggiungerei anche un frequente arroccarsi su proprie posizioni intellettuali senza entrare in un dibattito dialettico allo scopo di una sintesi di “contrarietà” pur complementari, come insegnano gli antichi. C'è spesso un'intenzione difensiva più o meno conscia, e a volte capziosa, a sminuire ciò che afferma l'altro. Devo comunque ammettere che Riflessioni è migliore rispetto ad altri forum che ho frequentato. E' innegabile il fascino dell'amore incompiuto e sofferto che vive di proiezioni immaginarie, ravvivanti le produzioni letterarie ma anche gli amori espliciti della quotidianità, e oggi in particolar modo le nuove suggestioni virtuali delle cyberstorie. Si ama sempre una nostra creazione e non chi ci sta davanti. Immagini e passioni nate dentro noi stessi, che la realtà spesso smentisce bruscamente ridimensionandole in nostalgici desideri. Anche quando finisce un amore consiglierei di elaborare il lutto per la fine del sogno che ha rappresentato e non per la perdita della persona in sé che lo ha suscitato. Ps. come avrai capito non sono un “poeta”. Talora , specialmente se trovo chi mi asseconda, mi piace giocare con le rime, anche per sdrammatizzare certe situazioni. |
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15-02-2006, 00.52.59 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: Re: ... gioiosa leggerezza o depressa banalità?
Citazione:
Carissimo arsenio, solitamente chi ha velleità letterarie spende i suoi soldi in libretti per APS (Autori a Proprie Spese, secondo la definizione di U. Eco) e la piccola industria che se ne giova non fà altro che lucrare su tale umana debolezza. Questi libri peraltro non hanno alcun successo di pubblico. Forse i pochi lettori odierni son molto più "scafati" di un tempo: non son molti infatti coloro che preferiscono un libro all'imbecillimento mediatico della TV, questa sì potente mezzo di omologazione e di kitsch! Gli osservatori culturali lasciamoli infine tristemente ad osservare, consci che se sapessero far di meglio produrrebbero buona letteratura e non lagne sociologiche. ciauzzzoiz |
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15-02-2006, 10.51.31 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: Re: Re: ... gioiosa leggerezza o depressa banalità?
Citazione:
Caro oizirbaf conosco le illusorie “stampe a proprie spese recuperabili” di personali poesie- spazzatura, a livello di “Corrida” televisiva. I “poeti” poi per ammortizzare le elevate spese importunano amici, conoscenti, colleghi, ecc. affinché comperino i volumetti. Chi non è mai stato coinvolto in tali situazioni imbarazzanti, che inducono tra l’altro a falsi benevoli giudizi? Forse sono stato un po’ troppo categorico nel giudicare il palato dei fruitori, ma ovviamente non generalizzo. Il concetto di kitsch purtroppo non l’ ho inventato io, potrei citarti importanti opere sull’argomento, ad es. di G. Dorfles, di U. Eco, ecc. E’ fatale che si seguano opere allineate a certe mode, che si privilegino le immediatezze di lettura, certi buonismi fasulli o facili appelli al sentimentalismo, o viceversa terminologie desuete che non veicolano alcun senso, ma fanno “poeta ermetico” Non sono né un poeta velleitario né uno scrittore dilettante con il libro nel cassetto, ma mi diverto a seguire un po’ i concorsi, e per solito risultano vincitrici certe composizioni che sono un’apoteosi di banalità. |
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