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Arte - Commenti, recensioni, raccolte di...
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Vecchio 20-11-2005, 15.14.49   #1
raindog
Ospite
 
Data registrazione: 26-02-2004
Messaggi: 15
da che (p)arte?

ormai è un sacco di tempo che al fianco della parola "arte" pongo un grosso punto interrogativo, perchè veramente non riesco a spiegarmi che cosa si intenda con questa parola. e tutti i suoi derivati ovviamente. ad essere sinceri ho sempre avuto un'idea abbastanza negativa di questo termine. una definizione solo mi ha soddisfatto, secondo la quale l'arte obiettiva in forme il ritmo del vissuto. e non mi ricordo neanche chi la disse. ma a parte questo problema linguistico, tutto sommato di poco conto (o forse semplicemente irrisolvibile), oggi, quelle rare volte che penso all'arte, è quando penso al suo futuro. alcune forme di arte parrebbe ci stiano abbandonando. è stato benjamin il primo a scrivere della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, predicendo il declino della sua caratteristica evenemenziale. d'altra parte già la letteratura da sempre, e col tempo sempre di più, si basava sull'assenza dell'originale. con la stampa e l'alfabetizzazione poi tutto questo è diventato ancora più vidente e immediato. lo sviluppo tecnologico ha permesso per l'appunto una riproducibilità, ma sopratutto una diffusione, vastissima. l'abbandono del carattere rituale dell'evento artistico diventa evidente con l'invenzione del cinematografo, intendendo con rituale un evento che correntemente ha un senso all'interno di un contesto, come il teatro, un concerto, la danza, che solitamente prevede la fruizione collettiva dell'evento. a subirne gli effetti più tragici di questo modificarsi di rapporto è forse la pittura, inevitabilemte legata alla singolarità dell'opera. un picasso è uno e vale milioni, l'intera opera di dante ci costa 12 euro. certo non avremo il manoscritto originale ma l'esperienza, il pathos che trasmette è lo stesso. grazie a dio la pittura come "arte", o meglio, come espressione, non morirà mai, ma certo il suo buisness, elitario, risente della sua arretratezza oggi che le arti si rivolgono principalmente alla massa. se poi vogliamo ancorarci a un concetto accademico di arte, allora dovremmo temere il presente futuro in cui l'arte si fa al computer e scavalca le gerarchie di "classe", valenza e quant'altro. ma non credo che questo sia il sentimento corrente per fortuna. immagino che stiamo riavvicinandoci ad un'idea di estitca che avevamo accantonato. ed è chiaro, oggi con nuovi strumenti questa ricerca può dare qualcosa di nuovo, mentre cento anni fa sulle varie discpline artistiche si erano sedimentati millenni di sperimentazione che avevano essiccato non solo l'estro e il talento, ma forse lo stessa esperienza della vita era tutta passata attraverso quelle maglie e quei filtri, al punto che ci si chiedeva cosa altro poter creare. Le avanguardie, credo, sono state l'ultimo colpo di coda di un'arte morente. Ma sinceramente non credo l'arte morirà mai, anche se viverla nel presente è sempre stato più difficile che farlo nel passato, come storia.
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Vecchio 22-11-2005, 03.40.39   #2
cannella
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Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
Scusami, forse ho capito male, ma tu sostieni che l'arte si rivolge principalmente alle masse; non sono d'accordo, intendendo per arte la risultanza che viene esibita nelle varie biennali, quindi non opere a livello locale ma globalizzato.

Al contrario da qualche decennio a questa parte, è necessaria un'informazione o almeno una didascalia per comprendere cosa l'artista intenda comunicare.

Tu scrivi: "immagino che stiamo riavvicinandoci ad un'idea di estitca che avevamo accantonato. ed è chiaro, oggi con nuovi strumenti questa ricerca può dare qualcosa di nuovo, mentre cento anni fa sulle varie discpline artistiche si erano sedimentati millenni di sperimentazione che avevano essiccato non solo l'estro e il talento, ma forse lo stessa esperienza della vita era tutta passata attraverso quelle maglie e quei filtri, al punto che ci si chiedeva cosa altro poter creare".

Su cento anni fa immagino che tu intenda l'arte fino ai primi readymade di Duchamp (degli anni intorno al 1910), che rompono con lo schema ideale di pittura o scultura come da sempre veniva intesa.

Da lì in poi è stato un susseguirsi di idee di rottura con l'accademismo, fino ad arrivare a forme ancor più provocatorie come quelle di Manzoni e quindi all'idea democratica dell'arte al potere come slogan degli anni 60: Joseph Beuys teorizzava il suo lavoro in termini di "arte sociale" e sosteneva che il compito dell'arte fosse quello di liberare la creatività di ogni individuo affinchè ognuno potesse diventare artista a tutti gli effetti.

Quindi si sono susseguite installazioni, performances, lavori che si proponevano come un modo di uscire dagli schemi di antica concezione, e ora, ancora si continua così, poichè esiste la concezione che l'arte debba aderire alla realtà che si sta vivendo, diventare testimone di modi idee e tendenze contemporanee.

Se diamo credito a questa concezione, non solo le avanguardie non sono state "il colpo di coda di un'arte morente", ma sono state l'inizio (intendo le avanguardie storiche, non la transavanguardia) di un nuovo modo di operare.

Può questo non essere condivisibile (io stessa sono troppo ancorata alla vecchia tecnica pittorica), ma non si può, parlando di estetica, non tenerne conto.
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Vecchio 23-11-2005, 13.33.48   #3
raindog
Ospite
 
Data registrazione: 26-02-2004
Messaggi: 15
In effeti il mio giudizio era molto sommario, non avendo io le competenze per poter dire di meglio. ma tutto sommato rimango convinto che la grande maggioranza della produzione "artistica" sia destinata alle masse. con questo intendo sopratutto che uno degli elementi principali da pochi decenni a questa parte è diventata la sua fruibilità e alla sua diffusione. ovviamente questo avvine nelle discipline tecnicamente riprodotte prima di tutto, come il cinema la musica la fotografia la letteratura....è chiaro che esistono molti livelli in cui questa diramazione agisce, alcune opere sono magari snobbate dal pubblico e osnnate dalla critica, tipo jarmush nel cinema, altre il contrario e altro ancora. ma credo comunque che quello che interessi principalmente il mercato (ma non solo) artistico, sia questo. certamente alcuni casi nascono precipuamente per un mercato di nicchia, ma tutto sommato non è che la naturale conseguenza 200 anni dopo della scomparsa della figura del committente.


per quanto riguarda il concetto delle avanguardie sicuramente sono stato un po' confusionario nell'esposizione (dato che generalmente non ho la pazienza sufficiente). Quando parlo di un'arte morente intendo in senso lato, vale a dire in fase di trasformazione. Cambiando la società e gli strumenti, credo sia cambiato anche il concetto stesso di arte (ma non sto dicendo che è la prima volta ch succede). quindi credo che le avanguardie (e le postpostpost...) abbiano spianato la strada ad un rinnovamento artistico, ma la loro opera è stata un'opera principalemte teorica, avendo rivoluzionato sopratutto il modo di guardare all'arte (per essere ripetitivo:il concetto!) mentre rimanevano inevitabilmente legati ad un "fare", inteso proprio come lavoro manuale, storico. le cose hanno cominciato a cambiare dagli anni 70 in poi dal punto di visto strumentale, nascono le performance, le istallanzioni....ma quello che secondo me ha stravolto definitivamente i rapporti è stato l'uso delle tecnologie: sopratutto per quanto riguarda gli elementi che permettono la registrazione e la riproduzione.
poi in conclusione, mi sembra di aver capito che parlando di arte ci focalizziamo su aspetti diversi (non è difficile visto che per me questa parola non vuol dire niente).
raindog is offline  
Vecchio 24-01-2006, 16.29.44   #4
Marinella
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L'arte è in noi

L'arte è in noi. Per tutti e con tutti. C'è chi la predilige ad un buon libro e chi invece l'ama come una bella donna. Chi non l'apprezza è di animo sterile.L'arte è arte. L'arte è l'arte. Punto.

Ultima modifica di Marinella : 24-01-2006 alle ore 16.33.12.
Marinella is offline  
Vecchio 11-02-2006, 08.27.47   #5
Frasesia
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Re: L'arte è in noi

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Messaggio originale inviato da Marinella
L'arte è in noi. Per tutti e con tutti. C'è chi la predilige ad un buon libro e chi invece l'ama come una bella donna. Chi non l'apprezza è di animo sterile.L'arte è arte. L'arte è l'arte. Punto.

L'Arte è Arte, ma è meno diffusa in realtà di quanto si creda, se parliamo dell'Arte Pura.....poi se generalizziamo, la possiamo trovare a nostro modo anche in tutti noi, o nelle avanguardie....perchè no, nelle grandi mostre?!?!?! Ma io non condivido!....Per me oggi l'Arte Vera la vediamo sovente nelle piccole mostre curate da intenditori.....perchè oggi è divenuta un mercato, dove molto giocano gli interessi!.... Specifichiamo cosa intendiamo per Arte!..Io non intendo Arte tutto ciò che vedo nelle riviste del settore o nelle grandi Biennali ....Sbaglio?!?!...Come non prendo per oro colato le recensioni che mi capita leggere....amo giudicare solo ciò che vedo.....
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