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Vecchio 02-08-2005, 23.52.27   #1
cannella
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Quale Arte?

L'arte intesa come pittura e scultura ha ancora motivo di esistere?

Non è necessario visitare la Biennale in corso per rendersi conto che l'arte continua ad essere, da qualche decennio ad ora, legata ai critici e quindi al mercato.

Diversamente dalla musica e dal cinema, che continuano a vivere per mezzo del consenso del pubblico, l'arte contemporanea sembra farne totalmente a meno, o almeno, al fruitore delle immagini viene richiesto di comprendere, non sta a lui giudicare.

Il pubblico visiona quello che i critici hanno decretato essere arte, e anzichè godere delle stesse, interrogarsi sui significati complessi celati dall'opera.

Quindi via libera a opere multimediali, a installazioni di vitelli squartati, all'esibizione di oggetti di uso comune assemblati in varie fogge, a strumenti che producono suoni che intendono formulare esperienze percettive nuove, a sculture impiccate, simulacri simulanti.

La manualità e la tecnica hanno ceduto il passo all'idea, alla trovata.
Spesso mi chiedo come nascano queste idee, e da chi. Mi chiedo se dietro alle opere possa esistere un'adeguata preparazione filosofica ed estetica, visto l'alto intento comunicativo.

L'artista si sarà domandato se il suo messaggio arriverà forte e chiaro?

Arte come concetto, arte come politica, che manda messaggi.

Questa rivoluzione è nata negli anni 60 come ribellione al sistema: "la creatività al potere" dava diritto a tutti di esprimersi, di ribellarsi allo stile accademico che imponeva e dettava regole.

La libertà formale è nata come provocazione, come ricerca di un'alternativa all'ormai antico riquadro dipinto con tecnica ottocentesca.

Differenza sostanziale fra pittura e decorazione: l'arte non deve più sedurre, la fotografia ha reso inutile il realismo, figuriamoci il cinema.


I critici hanno cominciato a creare per primi i movimenti (e a scrivere libri) che avrebbero permesso a una ristretta elite di artisti di diventare improvvisamente innovativi e ricercati con un giro economico di tutto rispetto.

Quindi la "rivoluzione" è continuata al contrario, nel senso che la provocazione è diventata essa stessa il mercato (e le regole) che inizialmente aveva inteso contestare?
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Vecchio 03-08-2005, 23.10.18   #2
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Re: Quale Arte?

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Diversamente dalla musica e dal cinema, che continuano a vivere per mezzo del consenso del pubblico, l'arte contemporanea sembra farne totalmente a meno, o almeno, al fruitore delle immagini viene richiesto di comprendere, non sta a lui giudicare.


L'arte, intesa come pittura e scultura, non ha mai cercato e non ha modo di avere il consenso del vasto pubblico. Comunque, chiunque conosca i canali di divulgazione della musica e del cinema, sa molto bene che anche il quel campo il vasto pubblico ha accesso solamente a quello che altri hanno ritenuto facilmente vendibile. Ovviamente è molto più facile per una persona "normale" (economicamente normale ) comprare un cd, un libro o un biglietto del cinema che non un quadro o una scultura! Quindi il giudizio di ciritica di chi sceglie a quali opere dare risalto, tiene conto dei gusti della massa.


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Vecchio 04-08-2005, 00.09.25   #3
cannella
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Grazie per una chiave di lettura che non avevo considerato, ovvero quella dell' acquirente cui vanno indirizzati i prodotti.
Quindi l'arte vorrebbe distinguersi dal consumismo/consenso?

Ma allora in quale modo avvicinare e interessare il pubblico, visto che senza quello un'arte non può esistere?

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Vecchio 04-08-2005, 21.08.36   #4
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Grazie per una chiave di lettura che non avevo considerato, ovvero quella dell' acquirente cui vanno indirizzati i prodotti.
Quindi l'arte vorrebbe distinguersi dal consumismo/consenso?

Ma allora in quale modo avvicinare e interessare il pubblico, visto che senza quello un'arte non può esistere?


Secondo me l'arte esiste indipendentemente dalla fruizione dell'arte. Ma in un mondo in cui tutto è merce, anche l'arte è, in certi casi, merce.
Il "vasto pubblico" non compra quadri, sculture, palazzi! Non se li può permettere. Però compra libri, dischi, biglietti per i concerti.
Per questo motivo le case editrici e le case discografiche pubblicano solo opere che avranno un loro mercato. Negli ultimi vent'anni accade raramente che investano su nuovi autori bravi ma sconosciuti. Più facile che venga pubblicato il diario di uno che è stato al grande fratello che il bellissimo romanzo di uno scrittore esordiente. E lo stesso vale per la musica. Almeno per la musica leggera.

La pittura e la scultura hanno anche loro il loro pubblico di acquirenti. Non vasto. E i motivi per cui uno compera un quadro sono diversi da quelli per cui si compera un cd. Lasciamo perdere i casi di persone che conoscono e amano davvero l'arte! Sono, in fondo, la minoranza degli acquirenti. Gli altri, che motivazione hanno? Su questa motivazione fa leva la critica, credo.

L'arte non è tutto questo, ma questo è il mercato dell'arte. E nei circuiti molto conosciuti troverai solo ciò che si vende. Io mi interesso poco di pittura. Ti posso dire che nel campo della musica ci sono circuiti alternativi, tenuti in piedi da appassionati che non ci guadagnano una lira, per far conoscere, per ascoltare e per diffondere l'opera di musicisti bravi e poco commerciali.
Sono certa che esistano canali del genere anche per altre forme d'arte. La cultura vera ha sempre avuto canali di diffusione alternativi alla cultura "ufficiale".

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Vecchio 04-08-2005, 21.52.05   #5
cannella
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