Un caloroso saluto a tutti, dato che anco dal froum da mesi ormai.
Ieri sera ho però ultimato questo romanzo di Coelho che conclude la trilogia del "settimo giorno" (i primi due testi sono
Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto e
Veronika decide di morire .
Pongo un quesito a chi conosce questo particolare romanzo: secondo voi Coelho alla fine dà una risposta all'interrogativo che sottende il racconto, ovvero se l'uomo sia fondamentalmente buono o cattivo?
In tutto il romanzo lo straniero giunto a Viscos cerca di provare che gli uomini sono malvagi e opportunisti; giungere a una tale conclusione gli renderebbe più facile accettare la tragedia familiare che lo ha colpito, mentre se così non fosse (cioè se esistessero buoni e cattivi) allora significherebbe che Dio ha voluto essere ingiusto con lui in particolare.
In fondo il paese di Viscos ha accettato la sfida dello straniero e per denaro stava per commettere il delitto che questi pretendeva in cambio della ricompensa in lingotti d'oro. All'ultimo momento la sig.na Chantal Prym riesce a impedire che il delitto venga perpetrato facendo capire ai compaesani quanto complicato sarebbe poi stato cambiare quei lingotti e che quindi di fatto avrebbero ucciso senza trarne lacun vantaggio.
Nel penultimo capitolo Chantal racconta allo straniero la leggenda del Santo che parla con il criminale e confessa di avere gli stessi istinti di qualsiasi uomo, ma di saperli controllare. Coelho conclude poi la scena dicendo <<Tutto era una questione di controllo. E di scelta.>>.
Insomma la risposta finale sembra essere questa: il Male e il Bene sono uguali, sono due facce della stessa medaglia, solo che il Bene si manifesta tramite il libero arbitrio dell'individuo.
Sarà che io considero anche le intenzioni come espressione di malvagità, ma in questa conclusione vedo la conferma del fatto che fondamentalmente l'uomo è cattivo, anche se solo in potenza. Sono esagerata?
Luana