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23-04-2005, 21.47.27 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 25-11-2004
Messaggi: 17
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Bè, la prima citazione - quella sull'uomo qualunque - va diciamo così "storicizzata". Non era una semplice polemica antiborghese come sarebbe fin troppo facile fare oggi, ma qualcosa di più complesso. Agli inizi degli anni '60, quando fu fatto il film, si era in pieno boom economico, e la media borghesia era la protagonista di quella stagione, che stava trasformando l'Italia da Paese agricolo in Paese moderno. Pasolini era terrorizzato dall'idea che questa trasformazione facesse perdere - come in effetti fece - sia i valori arcaici (culturali e spirituali) della vecchia società contadina sia gli ideali rivoluzionari marxisti. Di qui, la sua solenne incazzatura. C'è un'altra citazione di quel tempo che in un certo senso è attualissima, in un altro senso va vista nel contesto in cui nacque:
L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Vie Nuove n. 36, 6 settembre 1962 Tutt'altro discorso per la seconda citazione. Il tema potrebbe così riassumersi: non c'è vita interiore se non c'è crescita. Qualcuno saprebbe citare lo stesso tema trattato da altri Autori? |
19-05-2005, 22.12.57 | #4 |
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Messaggi: 195
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Caro Polosud.
Non ti ho risposto prima perchè sono un pò freddoloso(scherzo), ma poiché ho avuto la sfortuna/fortuna di conosce Pier Paolo Pasolini, non potevo non intervenire nel tuo dibattito. Ma perché ti chiederai: sfortuna/fortuna? E' stata una sfortuna perchè quando l'ho conosciuto ero appena un Bambino/ragazzetto(credo di avere avuto tredici anni), e, non comprendendo il personaggio, non riuscivo nemmeno ad assaporarmi la fortuna di quell'incontro. All'epoca abitavo a Roma, dove sono nato, e lui frequentava il mio quartiere in cerca delle sue "necessita". A quel tempo, nella periferia Romana, per la sua natura non esistevano i nuovi vezzeggiativi di: diversi, Gay ecc. Lui, per noi ragazzi di Borgata era semplicemente un fro..... e basta. In tal senso ti potrei raccontare tanti di quegli episodi che nessuno se li può immaginare e che, sono arcisicuro, nemmeno gli amici più stretti conosceranno. Mentre la fortuna qualè stata? La fortuna è arrivata quando, da adulto, mi sono imbattuto nel Pasolini scrittore, e per pura casualità ho letto "Scritti Corsari" con tutta la sua produzione (A parte le poesie in dialetto che sono incomprensibili per chiunque). Solo allora ho potuto apprezzare un uomo che, con la sua logica, lungimiranza, intelligenza e pulita semplicità (caratteristica di chi le cose le vive dal di dentro), riusciva a spiegarti e farti comprendere delle dinamiche che si sarebbero puntualmente attuate dopo cinquantanni. Una volta gli uomini come lui venivano chiamati "Profeti", proprio per la qualità di saper valutare il lontano futuro. Scritti Corsari non era altro che la raccolta di articoli che lui scriveva sul giornale in cui collaborava, ma ti posso assicurare che ha contaminato di positivismo ed intelligenza tutti quelli che lo hanno letto. L'unico amaro in bocca che mi era rimasto, ma che poi ho compreso e "digerito", era il fatto che lui le sue prede le veniva a cercare in quartieri perifrici, allora e tuttora pieni di degrato scientificamente voluto. Ma questo è un problema di tutto il mondo; anche nella democratica America di Bush il "salvatore", esiste Harlem, ma si guardano bene dar farlo sparire; e pensare che lo si potrebbe fare con la spesa della metà delle bombe che hanno sganciato sull'Irak. Chissà cosa ne avrebbe pensato Pier Paolo Pasolini di queste guerre di liberazione... Io lo sò: mi dispice per voi. Vapensiero Ultima modifica di Vapensiero : 19-05-2005 alle ore 22.27.37. |
20-05-2005, 22.16.18 | #5 |
Ospite
Data registrazione: 25-11-2004
Messaggi: 17
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Scritti Corsari
Grazie della tua bella ed interessante risposta. Partendo da essa ci sarebbero un mucchio di cose da dire, su Pasolini, sull'arte e sul mondo: dove inizia l'artista e dove finisce l'uomo, quanto la poesia possa essere profetica, ecc... E' bello vedere come hai saputo e potuto elaborare attraverso la conoscenza dell'opera le prime "sfortunate" impressioni sull'autore. E forse questo vale anche in un senso più ampio, certe volte è solo la cultura che ci permette una visione obiettiva del nostro vissuto.
Comunque, visto che parli degli Scritti Corsari, mi sembra il caso di citare una delle più arcifamose poesie di PPP. Per chi non la conoscesse: questa poesia, intitolata "Il PCI ai giovani!!" fu scritta e pubblicata nel '68, all'indomani degli scontri di Villa Giulia a Roma, che segnarono l'inizio del movimento studentesco. In un contesto culturale in cui tutta l'intellighenzia stravedeva per i manifestanti, lui - proprio lui, il più impegnato degli scrittori - disse che era dalla parte dei poliziotti... È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care. Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. Pier Paolo Pasolini |
21-05-2005, 05.19.02 | #6 |
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Re. Polosud.
Grazie Polosud. In effetti nel mio post ho parlato di sfortuna/fortuna (La seconda in tono minore) proprio perchè l'evento è accaduto nell'eta della non comprensione; averlo scoperto in un secondo momento ha aumentato ancora di più il mio dispiacere. In ogni modo, quella da te riportata non può essere considera una poesia, ma un articolo di giornale. Poi, se decidiamo che tutto quello scritto da Pier Paolo Pasolini è poesia: lo sottoscrivo pubblicamente. Vapensiero. PS. Se hai tempo e voglia riporta l'articolo che parlava dei ruoli di ognuno di noi nella società, di carosello e della chiesa, poiché è molto illuminante per comprendere il disfacimento dei valori dei giovani e dei meno giovani di oggi, ma iniziato anni ed anni or sono. Ultima modifica di Vapensiero : 21-05-2005 alle ore 05.21.09. |