Estate 1967. Quattordici anni. Spiaggia del Lido di Venezia. "Letture delle vacanze", si chiamavano così i libri che la professoressa di Italiano assegnava per l'estate, ma tra noi adolescenti, sdraiate sui piccolo asciugamani a rosolarci dopo il bagno, circolava di mano in mano un libro diverso: L'amante di Lady Chatterley di Lawrence. La copertina era stata foderata di anonima carta da pacchi perché già dal titolo, con la parola "amante", risultava scandaloso. E la storia non era da meno, con la giovane Connie che, sposata ad un aristocratico malato e impotente, appassita nell'aridità di un rapporto forzatamente platonico, riscopre il gusto della vita nella relazione sessuale col guardacaccia Mellors.
Di nascosto ci passavamo a vicenda il libro che ci faceva sgranare gli occhi con vistose frasi che raccontavano le nudità dei protagonisti. Così mentre sulla spiaggia imperversavano Wilma Goich e Bobby Solo con le loro melense canzoni, noi ragazze che, riguardo alle oscure raccomandazioni ricevute dalle nostre madri riguardo al sesso, nella nostra quasi totale mancanza di educazione sessuale, leggemmo Lawrence per diventare adulte.
Il sessantotto era vicino, il sesso ancora un tabù e la parola emancipazione sapeva di scandalo e stravaganza. Eppure certe idee le sentivamo vibrare nell'aria, come la voglia di rompere con certi pregiudizi e regole stantie. Lontanissima ancora la legge sul diritto di famiglia che solo nel 1975 avrebbe sancito la parità giuridica fra uomo e donna, abolendo tra l'altro l'istituto arcaico della dote. Ancora impensabili in quell'estate del 67 i cortei femministi con le donne in piazza a gridare "io sono mia". Inconcepibile il concetto che il personale è politico, eppure già in quei nostri sconcertati commenti sottovoce, schiena contro schiena su quegli asciugamani sporchi di sabbia, confusamente intuivamo che idee da sempre vissute in silenzio potevano essere affrontate in una dimensione comune.
Fu una specie di autocoscienza ante litteram quella lettura. E Lady Chatterley fu per noi la prima vera donna.