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25-03-2004, 03.25.04 | #5 |
Utente bannato
Data registrazione: 03-11-2002
Messaggi: 601
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Provo ogni volta una grande malinconia mista e gioia,quando vado a prendere mio figlio a scuola.Resto sempre un poco appartato dalla selva di genitori,perchè credo che così fancendo do attimi di assoluta libertà a mio figlio quando esce dal cancello con tutti gli altri bambini.Lui spara occhiate veloci,sa che non mi fermo mai nello stesso posto e che resto distante,lui scaltro tira fuori dalla tasca il mazzetto di figurine calciatori e con altri bambini festanti,si diletta nello scambio:ti do Totti e tu mi dai Inzaghi e Dida. No,mi dai Totti e Buffon e Seedorf se vuoi...
Sorrido e non posso non ricordare quando facevo esattamente le stesse cose,coi miei compagni, i nomi dei calciatori,degli idoli erano diversi:Rivera,Mazzola,Riva,ma il gioco dello scambio non è cambiato. Questa rappresenta la componente di gioia,poi c'è la componente di malinconia,forse anche rammarico,perchè i nostri bambini non hanno prati dove correre liberi dietro farfalle e lucertole.Oggi bisogna fare attenzione a sirighe infette,e ad altri mille fobie. Esaggerazione? Non saprei. La mia generazione ha vissuto nella libertà,nelle strade,che rappresentavano le palestre della vita.Avevamo tanti amici,a scuola e tra i vicini di casa,e cerano mille occhi guardiani per i bambini. Crescevano forti,solidi nel carattere,ed imparavano presto ad avere il coraggio di affrontare la vita. Il fatto che i bambini non possono più correre nei prati,è da reputarsi una grande sciagura....e poi se penso che a 14 anni feci il mio primo grande viaggio in autostop,circa 800 chilomentri in tre giorni,per andare a Milano,e a piedi da Milano a Cologno Monzese per cercare un amico da poco trasferitosi,e poi tornare sempre in autostop. Erano tempi diversi, l'avventura era nel sangue.Il mito di piazza di Spagna a Roma,e quello di Liverpool. Forse era il mio sangue di nomade,ma una forza incontenibile mi spingeva sulle strade,o a salire un treno senza biglietto,sfuggire al controllore e scendere alla prima stazione e correre alle carrozze dietro dove il controllore era già passato e risalire il treno,senza farsi mai beccare. Che viaggi! Milano-Venezia-Rimini-Foggia-Napoli-Roma-Firenze-Torino-Parigi-Londra-Liverpool-Amburgo-Francoforte-Stoccarda-Zurigo. Quante notti al freddo,oppure riparati in un portone.Ricordo un viaggio da Roma diretti al Gargano,ci colse la notte ad Avellino,quando sei stanco hai sempre freddo,ma quella notte faceva veramente freddo,mi adagiai sull'unica cosa non gelida,un grosso serbino in un portone e ho dormito.La mattina successiva,ci mancavano 100 lire per il biglietto del pulman,ma il vetturino fu gentile,dormimmo come ghiri. L'Idea era quella di vedere una tappa del cantagiro,ma arrivammo dopo,così anzichè seguire il cantagiro,ci fermammo ad una spiaggia e per tutta la notte scrivemmo titoli di canzoni "Ho scritto t'amo sulla sabbia", "Acqua azzura acqua chiara". Follie? Forse,ma quella era per noi la libertà,la trasgressione.Viaggiare da nomadi,senza nulla di organizzato,con pochi spiccioli ed in casi estremi chiedere un panino ad un salumiere. Poi bastava sedersi per terra,io suonavo l'armonica,i soldi per comperarmi una chitarra non li avevo,ricordo quanti risparmi per mettere 500lire da parte,per la mia prima armonica e il primo motivetto fu il ritornello di Pietre,cantata da Antoine.Dicevo bastava suonare qualcosa e subito si creavano grandi comitive di giovani,si cantava e si battevano le mani,si fumava una sigaretta anche in 10,una boccata a testa,si ignorava l'esistenza delle cosidette canne. Mio figlio,come me,ha la predisposizione per la musica,ed io già penso di prendergli una tastiera,i miei genitori non presero mai in considerazione di comperarmi una armonica.Ma loro non immaginavano che alimentavo i sensi con la musica. Mi vergognavo di suonare alla presenza dei miei. Quando poi ho fatto altri risparmi per comperare un sax di seconda mano,mi rimproveravano che facevo baccano.Mio padre mi smontava:-ma che cosa sono ste pernacchie che fai con questo trombone?- Replicavo:< Papà ,è un sax!> E lui:- Sax o trombone sempre pernacchie sono!- Cazzo,mi dispiace,lui non ha mai assistito ad un mio spettacolo.Mia madre si,ma solo due anni fà,capitai dove lei va in vacanza,venne con una numerosa comitiva di anziane signore a fare baccano e mi faceva sentire spaesato,emozionato come lo scolaretto che scambiava un Rivera per un Facchetti e un Chiarugi ,esattamente come mio figlio,coi suoi Totti e Kakà. |
25-03-2004, 19.02.52 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
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Caro Nemamiah, leggendoti mi hai fatto ricordare questa "poesia", spero ti faccia piacere.
Tu che sei nato prima del 1970: A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!! Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air-bag. …E viaggiare nel cassone posteriore di una pickup, in un pomeriggio torrido, era un regalo speciale. I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari. Bevevamo l’acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che orrore! Andavamo in bicicletta senza usare un casco. Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri “carri giocattolo”. Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema ……noi da soli!! Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo. Non esistevano i cellulari. Incredibile! Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti…. e non c’erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa. Ti ricordi degli incidenti? Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevamo male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai. Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero….ma nessuno di noi era obeso. Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi. Non avevamo la Playstation, né il Nintendo, né dei videogiochi. Né la TV via cavo, né le videocassette, né il PC, né internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele! Senza controllo! Come siamo sopravvissuti? Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi. Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo. I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe. Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro a un altro. L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge. Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo. Sapevamo che quando i genitori dicevano “No”, significava proprio No. I giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa. E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto ciò che volevamo. Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e ottimi risolutori di problemi. Negli ultimi 50 anni c’è stata un’esplosione di innovazioni e nuove idee. Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli. Se sei uno di loro, complimenti! |
25-03-2004, 19.39.03 | #7 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
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ah-ah-ah !!!
com'è vero !!!
io ho passato la mia infanzia tra boschi,bicicletta e pallone e terribili bande di piccole pesti che mi ritrovavo a capeggiare peggio,molto peggio dei ragazzi della via pal ... e i danni che facevamo e le botte che prendavamo ...ma il mondo era NOSTRO e non c'era proprio nulla che potesse fermarci ah... che bei tempi ma a pensarci bene oggigiorno il mio spirito non è cambiato di molto e ciò mi rende felice riempendo di stimoli ogni attimo che ho la fortuna di vivere in più posso godere di ampi spazi aperti e animali e natura e mare e ...e ...sì voglio gridarlo : IL PARADISO E' QUI ! E' ADESSO ! ed è tutto mio ! wahankh . |
25-03-2004, 19.51.18 | #8 | |
Utente bannato
Data registrazione: 03-11-2002
Messaggi: 601
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Citazione:
Grazie, certo che mi ha fatto piacere. |
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30-03-2004, 23.14.21 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
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Caro Nemamiah...ti chiedi cosa puoi insegnare a tuo figlio in questa società così diversa dalla nostra di allora...io penso, leggendoti, che avrà in te un grande esempio di "persona".
Un genitore trasmette tutto quello che ha dentro al proprio figlio, lui ne sarà fiero, credici. Se un'estranea come me, intuisce il tuo dentro...penso che tuo figlio avrà molto da te. Con affetto |
31-03-2004, 03.30.01 | #10 | |
Utente bannato
Data registrazione: 03-11-2002
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Citazione:
Grazie per la buona considerazione Certo che se i genitori offrono un buon esempio ai figli,hanno un modello da seguire. Ma è sufficente l'esempio dei genitori? Il signore ha voluto farmi nascere zingaro,ma questo non mi ha impedito di afferrare i valori di una scietà diversa. Da ragazzino ho fatto tanti lavori:scaricare carne,raccogliere- pomodori-vendemmie-facchino per traslochi-il garzone di salumeria,insomma ovunque cera da guadagnare un sola lira correvo. I miei mi lasciavano gestire i soldi guadagnati,ed io li spendevo in abbigliamento alla moda hippy dei tempi,quando vivevo in una cittadina del sud. Però all'esterno dell'ambito famigliare vi erano modelli positivi da seguire. Insomma se un ragazzino voleva un capo di abbigliamento,o i soldi per il luna park doveva guadagnarseli. Chi oggi crede ancora nel detto che il lavoro nobilita l'uomo? Cosa ascoltiamo dai politici in tv? Che gli italiani certi lavori non li fanno più,pertanto occorrono gli extracomunitari.Beh,a parte il sottile razzismo,il lavoro è lavoro,non può essere qualificato di serie A ,B,C,il lavoro è lavoro e basta,serve per ottenere onestamente una paga per vivere e andare avanti. Ricordo i miei primi amici,beh,prima ci siamo pestati più di una volta,poi un poco alla volta mi hanno accetato anche se mi reputavano "selvaggio",ebbene,era un gruppo di ragazzini di varie condizioni sociale: Alessio e Peppino,figli di un professore e di un Preside.Poi Dario figlio di un postino,Giosuè figlio di un brevettista,Dino figlio di un commerciante-mediatore di cavalli,dalle origini zingaresche ma che lui negava per vergogna.Poi Franco figlio di un muratore,l'unico non studente e che lavorava già col suo papà.Poi Vito e Carmine,figli di un salumiere,poi Fracno e Paki figli di un avvocato,e Andrea figlio di un oculista,poi Gino figlio di un garagista,poi Matteo e Franco,figli di un ricco agricoltore.Angelo e Gigetto figli di un operaio del poligrafico,poi Aldo che faceva il garzone al bar. Ci volevamo bene e vi era tra noi un grande ed innato spirito di solidarietà. Tutti facevamo un lavoro per guadagnarci qualche spicciolo,anche chi non aveva bisogno.Ci dividavamo tutto,non si andava a casa a fare merenda,ma dal papà di Vito e Carmine,che ci trattava bene sul prezzo,ci facevamo mettere delle fettine di mortadella in uno o due francesini che poi tagliava in porzioni uguali in base al numero che eravamo e in base alle finanze. Dino per esempio era uno che faceva sempre il furbo,quando aveva i soldi si faceva un mega panino e lo mangiava da solo,se non aveva soldi allora si accodava. Spesso veniva emerginato per quel suo fare,ma il nostro atteggiamento l'ha corretto in parte. I modelli e gli esempi. Giosuè era il più belloccio di tutti,elegante tipo inglese,esile e delicato,con una "vocazione" spirituale,infatti doveva entrare in seminario. Aldo somigliava nel vestirsi e nel comportamento Fonzy di Happy Day's. Era piccoletto e frequentava la palestra di box ed aveva manie da bullo e teppista. Ebbene,Giosuè attualmente è recluso,mi pare in toscana,da oltre 20 anni,per dei gravissimi reati. Mentre Aldo,il più indiziato a diventare da adulto un criminale o comunque qualcosa del genere,è un perfetto cameraman presso una notissima tv Nazionale. Voglio dire come è difficle prevedere il futuro e come è facile sbagliarsi nel giudicare cosa sarà del futuro di un ragazzo. Altri esempi: Dario da assistente idraulico è diventato medico.Gino da aspirante medico fa il tabaccaio. Alessio da aspirante Ingegnere ad agricoltore.Franco dopo un parentesi da pugile professionista,continua a fare il muratore a Milano.Angelo e Gigetto che ostentavano orologi e scarpe di lusso e motorette sono invecchiati a 20anni! Dino da meccanico a commesso e poi con propria boutique,ecco Dino è cambiato poco,anni fà l'ho rivisto al mare,beh,io certe volte sono eccessivamente trasantato e Dino ritenne di far finta di non conoscermi,ma la sera ci siamo rivisti ad una pizzeria io un un gruppo di gente tra questi alcuni di grande notorietà,e lui con miglie e due bambini,in quella occasione si alzò e venne a salutarmi,ma solo perchè voleva dimostrare alla moglie di conoscere gente che sta nel giro di chi esce sui giornali e in tv. Il primo impulso è stato quello di mandarlo a cacare,come spesso faccio in circostanze del genere,ma incrociai lo sguardo della moglie e dei figli,ed ho pensato a come sarebbero rimasti delusi se il marito-papà avesse fatto una figura di merda.Feci finta di niente. C'è chi resta uguale a com'era da ragazzino,frivolo e sciocco,poco corretto e sleale con gli amici. |
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