"E’ nel silenzio delle pause che si esprime l'anima". (David)
La punteggiatura è l'unica “non-regola” della grammatica.
Nella letteratura e specie nella poesia poi, trova , della sua arbritarietà,la spiegazione.
Dal mio punto di vista il segno di interpunzione ha lo stesso grande valore delle pause sullo spartito musicale e, anzi, ne rappresenta proprio quella affinità elettiva di espressione che la accomuna a tutte le arti.
In pittura la punteggiatura è il chiaro scuro, di cui la pausa rappresenta l'ombra, che interrompe e modula la rappresentazione visiva; nella scultura si invera nel vuoto che si interpone al pieno materico, e così in architettura.
Perchè la punteggiatura deve necessariamente essere arbritaria? semplice: senza la scelta SOGGETTIVA di essa non vi sarebbe TIMBRICA, COLORITURA, CARATTERE, IMPRONTA caratteristica di QUEL poeta.
Sembrerà paradossale, ma proprio tra i punti e le virgole, cioè nel "silenzio-assenza" delle pause, esiste una eloquenza infinita:
sposta una virgola della "Ave verum" di Mozart, e crolla la melodia, togli la mela rossa dal cesto con la frutta di Caravaggio e inverti l'uva nera con la bianca posta sulla sinistra, e distruggi un capolavoro;prova a cancellare questo doppio "errore" grammaticale e perdi… Leopardi:
Tutta vestita a festa
la gioventù del loco
lascia le case, e per le vie si spande;
e mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
(Passero solitario) Ditemi se non è questa MELODIA!
David.