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28-06-2003, 08.45.10 | #15 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
Cara Irene: sono giorni che cerco di trovare una risposta alle cose che hai scritto in questa discussione perchè la questione mi tocca da vicino e prima di rispondere dovevo fare molta chiarezza dentro di me. Per anni, molti anni, ho considerato ciò che scrivevo una cosa estremamente privata che nemmeno il mio compagno aveva il permesso di leggere. Pochissimi anni fa le cose sono cambiate e io ho sentito il desiderio di condividere. Ho iniziato a far leggere ciò che scrivo. A pubblicare su uno di quei terribili siti a cui fai riferimento. (che non sono poi più terribili di questo, secondo me). Cosa è cambiato? Sinceramente mi sono posta il probelma dell'esibizionismo (autogiudicandomi e rovinando perfino un po' la mia scrittura) partendo dal presupposto che l'esibizionismo fosse male. Ah, la presunzione di sapere ciò che è male e ciò che è bene! Posso dirti, ora, che in realtà non è cambiato il mio "livello di esibizionismo". E' cambiato il mio modo di scrivere. E soprattutto è cambiato il fatto che non mi interessa in nessun modo cercare di sembrare qualcosa. Mi sono semplicemente autorizzata ad essere un po' di più quello che sono. Mettere ciò che scrivo a disposizione di chi ha voglia di leggerlo (perchè comunque non lo impongo a nessuno), coltivare il desiderio di essere un giorno, magari, pubblicata su carta, è certamente in parte desiderio di essere amata (che poi è questo l'esibizionismo, solo portato all'eccesso) ma è anche desiderio di condividere con chi ha voglia di capire. E quella minima dose di centratura che mi permette di accogliere i consensi senza montarmi la testa e anche di accogliere le critiche distinguendo tra chi cerca di darmi una mano a migliorare e che vuole solo ferire. E che mi consente, soprattutto, di non vivere come un fallimento il fatto che io credo di aver detto una cosa e invece ne viene capita un'altra. Non tutte le persone che leggono un testo ... leggono lo stesso testo. (per questo il testo non è l'anima dell'autore messa a nudo). Un testo senza lettore è morto perchè il lettore è, secondo me, autore di ciò che legge almeno al 49%. Per chi scrive, far leggere ciò che scrive significa permettere ai suoi testi di vivere. Di vivere molte vite, una per ogni lettore. E poi ho anche scoperto che quello che scrivo non è mio. Non è il prodotto di un pensiero. Arriva. Mi viene a trovare. Che diritto ho di imprigionarlo in un cassetto? Sono brava? Sono "una scrittrice" di quelle che possono stare esposte sui banche di una libreria? No? (sinceramente credo di no!) E chi se ne frega! Fino a che mi capiterà di scrivere in questo modo, cercherò lettori per i miei testi. E meglio se non sono amici. Gli amici leggono attraverso il filtro della conoscenza che hanno di me. Leggono me e non il mio testo. E il mio testo non sono io. Non è la mia anima messa a nudo. E' semplicemente qualcosa che mi è venuto a trovare e che io metto sulla carta. Poi, da dove è venuto è un'altra questione. Non so se ti ho risposto. Per farlo ho dovuto "mettermi in mostra". Parlare di me. Ed è una cosa che non faccio tanto volentieri su internet. Ma quando una cosa ci tocca così da vicino, se ne parliamo in generale, senza metterci in gioco, mentiamo. Perchè in questo caso la nostra verità è quella che ci tocca proprio nella carne. Non quella del pensiero. Ciao a presto Ultima modifica di Fragola : 28-06-2003 alle ore 08.48.06. |
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