Ospite abituale
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Benvenuta Loren
Hai ragione, ho interpretato male, parlavi di contemporanei e io ho accumunato ad essi quelli che giustamente hai definito moderni ('gnurant)… ho temuto li volessi escludere…. Parli di Roth… mi hai riportato alla memoria un altro autore, non so se sia da annoverare fra i moderni o i contemporanei, non mi va di cercare le date: Joseph Roth, l'autore di Giobbe, del Re Pescatore, della Cripta dei Capuccini. Ho amato tutti e tre i romanzi citati (nel gradino più alto Giobbe che ho riletto di recente e in combinazione con l'altro Giobbe, quello della Bibbia). Uno scrittore sconsolato, ma che nella sua mestizia trasmette sensazioni, forti e dolci allo stesso tempo.
Riprendo Marquez, perché scordarlo? Mi sono immerso nel ritmo caldo, tipicamente sudamericano, delle descrizioni del 'Generale nel suo labirinto'. Ho avvertito il sudore, la stanchezza dell'eroe e il suo triste destino. Sensazioni, queste che non ho potuto far a meno di trascrivere su un foglio.
Mi sono piacevolmente perso nei labirintici meandri della saga dei Buendia, avvolgendomi di pagine surreali. Grazie a Gabo (se non l'ho trascritto male, è il suo nomignolo) ho visitato le piantagioni di banane e ho patito le fatiche di una vita difficile, che sembra infinita.
Ho scrutato i segreti della tirannia, così magistralmente e terribilmente raccontati in ' L'Autunno del patriarca'. Ne ho percepito l'essenza attraverso la lettura di pagine complesse (per la struttura letteraria prescelta), dolorose e allo stesso tempo affascinanti che s'impongono volta per volta, man mano che si scorre il romanzo (quello a cui era più affezionato… si comprende anche il perché lo fosse), non alla ragione ma ai sensi… è una lezione che ho acquisito non con la mente ma con l'intimo, si è intrufolata in me senza che ne avvertissi l'azione insinuante, ed ora è lì, indelebile che fa parte di me.
Ho gustato fino in fondo l'azione del Fato di 'Cronaca di una morte annunciata' e la scorrevolezza di un racconto povero di parole ma ricco di emozioni.
Hai mai letto qualcosa di Vargas … a me (mi) piace, amo i colori e il calore dei latini.
Fra gli autori contemporanei italiani vorrei segnalare anche Sebastiano Vassalli e i suoi romanzi inseriti in epoche storiche… belli, appassionanti, storici, realistici, veritieri e fantasiosi… nonché scorrevoli. Ho amato soprattutto il mistero che trasuda da uno degli ultimi, se non ricordo male (sono troppo pigro per andare a controllare), 'Dell'infinito numero'. Il suo [il mio, quello del lettore] viaggio surreale in compagnia del novello Virgilio alla ricerca delle radici degli Etruschi… affascinante… anche in questo caso non sono riuscito a trattenere la mia smania di scriverci sopra qualcosa… che brutto vizio, lo sto' perdendo.
Qualcuno mi racconti di Bulgakov e del suo 'Maestro e Margherita'… forse è un moderno, non ricordo bene, ma è un moderno fantastico… in tutti i sensi.
Gunter Grass, ho letto Il Tamburo di latta, l'ho concluso, un mattone epico, illegibile, non mi è piaciuto e non l'ho capito… racconta, se vuoi.
Saramago mi ha donato sensazioni ed emozioni forti con Cecità… che *******, anche qui ci ho perso del tempo a trasferirle su un foglio.
Che dire? Forse sei troppo severa.. parli ed esalti un periodo letterario che è stato sicuramente uno dei più floridi in termini d'ingegno e fantasia, innegabile ed indimenticabili i vari autori… anche quelli italiani, anche se ad un livello sicuramente inferiore… ma quel periodo si è srotolato nel corso di tanti anni, oltre un secolo che abbraccia la fine del settecento e gli inizi del secolo scorso. E' vero, forse il secondo dopoguerra, eccettuati alcuni grandi, la strada della letteratura ha subito una sorta di involuzione, ma converrai con me, non era affatto agevole tener botta a quei signori che tanto ammiri… comunque i 'sei personaggi' di Pirandello rappresentano per me una sorta di trait d'union fra i fasti di allora e l'aridità di adesso… che sia il riposo di un'arte, il necessario ritrarsi in sé necessario per ricaricare la molla… vedremo… cosa c'è all'orizzonte?
Io amo Dario Fo… seppur poco letterario, rappresenta pur sempre una grandissima novità: il teatro popolare, che deve trovare nuova linfa e tornare a germogliare… su questo versante, qualcosa di apprezzabile si vede… encomiabile, sotto questo punto di vista, l'immane fatica di uno dei più genuini autori/attori che calcano il palcoscenico… Beppe Barra e l'immortale cultura partenopea.
Come mio solito sono riuscito ad incasinare tutto… fa nulla
Ci siamo lasciati in dieci e ci ritroviamo in venti… bene … eppure qualcuno manca ancora all'appello… aspetteremo
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