Le Finestre dell'Anima
di Guido Brunetti indice articoli
L'uomo tra cielo e terra, spirito e materia. I due principi della vita
Aprile 2016
Nell’uomo, la qualità più rilevante è il cervello. Per questo, egli è considerato da alcuni studiosi “superiore” agli animali e “di poco inferiore” all’Essere infinito.
Il cervello è il bene proprio della persona umana. Nel resto non è “dissimile” dagli animali e dalle piante.
Nel corso dei secoli, l’essere umano è stato attratto, affascinato e spesso ossessionato da due forze che i mistici chiamano trascendenza e immanenza, bene e male, i poeti cielo e terra e i filosofi spirito e materia.
In sostanza, secondo una vasta letteratura che va dai primi filosofi agli autori moderni e contemporanei, due sono fondamentalmente i principi che governano la vita umana. Principi che sono in perenne lotta fra loro. Essi sono “filia” - amore o amicizia - e “neikos” - odio o discordia. Che corrispondono, come ha teorizzato Freud, alle nostre due pulsioni originarie: Eros - cioè creazione e vita - e Thanatos, distruzione e morte. “Due cose belle”- afferma Leopardi - ha il mondo: amore e morte.
L’uomo si è dibattuto tra questi due poli, attribuendo di volta in volta più importanza all’uno o all’altro, talora negando realtà all’uno dei due: la materia è il male, il corpo è schiavitù, il tempo è illusione. E viceversa, il cielo non esiste lo spirito è mera proiezione, l’eternità un sogno.
Da una parte, “carpe diem”, la terra è troppo attraente per non godere dei suoi piaceri. Dall’ altro, il mondo è troppo fugace per riporvi la nostra fiducia.
Esperimenti di brain imaging di recente hanno scoperto che Dio, la religione, la moralità, hanno una base biologica innata. Sono generati dal cervello. Dall’analisi della letteratura neuro scientifica, in particolare dal nuovo campo di ricerca definito “neuroetica” e “neuroteologia” emergono importanti dati, i quali mostrano come i comportamenti etici e le credenze religiose siano basati su meccanismi neuronali e creati dall’emisfero sinistro del cervello. Dunque, c’è un centro divino nel cervello. Una intuizione già sostenuta oltre duemila anni fa da Seneca. Che si rivela proprio un uomo moderno. “Argomentiamo - scrive il filosofo latino - che Dio esiste anche perché in tutti è innata l’idea della divinità. E in nessun punto del mondo c’è un popolo così al di fuori delle leggi e dei costumi civili da non credere in Dio”. C’è quindi “un Dio in ogni essere umano”.
Si tratta di credenze, che hanno una dimensione universale, esiste cioè un’etica universale. In tutti gli esseri umani, per il neuroscienziato Gazzaniga, esiste “una scintilla morale”, una struttura morale profonda.
Siamo angeli, come pensava Benjamin Disraeli, o primati molto evoluti, secondo molti neuro scienziati? Concordiamo con la concezione di uno dei massimi esperti di neuroscienze, Vlayanur S. Ramachandran: “Noi non ci sentiamo primati, ma angeli che, intrappolati in corpi di bestie, anelano costantemente alla trascendenza e tentano di dispiegare le ali nel volo. Siamo un po’ sopra le bestie e un po’ sotto gli angeli (Voltaire). Vaghiamo tra paradiso e inferno. Il cervello infatti è una combinazione di bene e male, miseria e nobiltà, odio e amore. Soprattutto oggi, sembra che da qualche parte e in qualche momento della sua storia, l’umanità abbia smarrito la propria via.
Sapere che la moralità e le credenze religiose siano basate su sistemi neuronali è un fatto che ci deve aiutare a riflettere sugli istinti emotivi e vivere meglio.
Guido Brunetti
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