Le Finestre dell'Anima
di Guido Brunetti indice articoli
Un mondo senza Dio è privo di senso
Aprile 2022
La modernità ha pensato di sostituire l’anima, il trascendente, Dio con la scienza e la tecnologia. L’illuminismo ha perseguito il suo disegno di rendere l’uomo padrone del mondo. La realtà purtroppo ha dimostrato il fallimento di questo obiettivo.
La terra - ha scritto Horkheimer - “splende all’insegna di trionfale sventura”. L’analisi della condizione umana mostra, d’accordo con autorevoli filosofi, l’assenza di un più generale e unitario senso della vita.
Siamo dissociati. Lo siamo da noi stessi e dagli altri.
È questa la condizione psichica e sociale che i filosofi da tempo denominano “morte di Dio”. Siamo senza padre, senza una propria identità. Sono morti anche gli ideali morali, sociali e politici.
Il senso metafisico dell’affermazione di Nietzsche - “Dio è morto” - è anche la mancanza di fiducia nella dimensione del sacro e del trascendente. Il mondo sovrasensibile dei fini, per Heidegger, “non regge più la vita”.
Manca una visione che dia forza alla nostra vita interiore.
Il tema della morte di Dio è stato fatto proprio dai filosofi, in particolare da Hegel, Nietzsche e Heidegger.
Un universo “privo di senso” (Noah Harari), che rimuove le domande esistenziali e le trasforma in richieste, come “Quanto guadagno?”, “Che cosa mi compro?”. L’Homo sapiens viene sempre più spodestato dall’Homo consumens.
In verità, siamo stati noi - dichiara Nietzsche - a “uccidere Dio”, e siamo noi a subire angoscianti conseguenze.
Su di noi infatti alita “lo spazio vuoto”. Ed è proprio perché la natura umana è “corrotta”, come sostiene Pascal, c’è l’esigenza di far “risplendere” la grazia divina. Qualcosa di divino si manifesta nell’interiorità umana. “Dio - precisa Seneca - è dentro di te”. È il daimon di Socrate e Platone, la personificazione, per Sant’Agostino, di un’energia divina.
Di qui, l’esigenza di riscoprire la concezione dell’uomo come anima, come dimensione spirituale, libertà e creatività, superando la mera dimensione biologica, materiale dell’essere umano.
In ciò risiede il senso autentico della vita. Che va cercato in noi, nella nostra interiorità. È il bisogno profondo e fondamentale dell’idea di Dio, del sacro e del trascendente.
Certamente, rimane il mistero della vita, il mysterium fascinans e il mysterium tremendum, una relazione che affascina e attrae, ma che genera anche tremore e sgomento (Rudolf Otto).
Dobbiamo continuare a porci le grandi domande sul perché esistiamo, da dove veniamo, dove andiamo, qual è il senso dell’esistenza.
Guido Brunetti
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