Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Guénon, Gurdjieff, Crowley e Castaneda
Gennaio 2009
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Aleister Crowley era nato a Lermington (Warwickshire) il 12 ottobre 1875, da una famiglia di agiati industriali della birra. Fin dall’infanzia, l’irrefrenabile esuberanza fisica e la fertile immaginazione lo posero in contrasto con la fede religiosa della famiglia; da questo prese le mosse la sua violenta avversione per il Cristianesimo e per qualsiasi forma di repressione sessuale.
Studiò a Cambridge, mettendosi in luce come poeta e coltivando la passione per la montagna. Era un ottimo scalatore, e i suoi sfortunati attacchi al K2 e al Kanchenjunga sono annoverati tra le più rilevanti imprese dei primordi dell’alpinismo: mi è capitato di trovare libri di alpinismo che parlano a lungo di lui, spesso senza nemmeno accennare che fosse un esoterista.
All’età di 23 anni si affiliò alla Golden Dawn, nelle cui file conobbe un giovane bizzarro che era anche il più famoso maestro occidentale di yoga: Alan Bennett (Bhikku Ananda Metteya, destinato a morire in odore di santità buddista nel monastero di Lamma Sayadaw Kyoung, ad Akyab, Sri Lanka). Crowley si trasferì nel suo appartamento e apprese da lui, oltre a tutti i misteri dello yoga, anche il vizio dell’eroina, che non doveva più abbandonarlo sino alla fine dei suoi giorni.
Due anni dopo abbandonò la casa di Bennett per trasferirsi nel maniero di Boleskine, in Scozia (che negli anni settanta-ottanta fu di proprietà del Led Zeppelin Jimmy Page, crowleyano entusiasta; sulle montagne di fronte a Boleskine i Led Zeppelin girarono una parte del film The song remains the same (1) ) dove realizzò l’Operazione di Abramelin, una potente forma di auto-iniziazione magica.
Nel 1904, con la prima moglie Rose Kelly, si recò al Cairo con l’idea di stabilire un contatto mentale con le fonti dell’Ermetismo. Per bocca di Rose, abile veggente, giunsero allora a più riprese le comunicazioni di un’entità chiamata Aiwass, che dettò a Crowley il “Liber Legis”: enigmatico testo auspicante l’avvento di una nuova umanità governata dalle leggi dell’amore e della magia.
L’illuminazione definitiva gli venne dall’incontro con Theodore Reuss, capo dell’Ordo Templi Orientis (OTO): una scuola trasmutatoria tedesca che tramandava una tecnica sessuale di origine tantrica, il cosiddetto vamacharis. La grande idea di Crowley fu di adattare il vamacharis a un contesto simbolico ispirato allo Gnosticismo; a partire da quel momento, egli conferì alle sue partners magiche il titolo di “Donna Scarlatta”, mentre l’operatore di sesso maschile (nel caso, Crowley stesso) era “La Grande Bestia” (cfr. Apocalisse, 17).
Il sistema che ne venne fuori era una fede bizzarra e audace, nella quale dogmi di matrice libertaria (FAI CIO’ CHE VUOI SARA’ TUTTA LA LEGGE) si intrecciavano con severe prescrizioni piuttosto difficili da rispettare per chi non ne avesse colto l’oscuro significato ermetico (UOMO, TI E’ VIETATO DI MORIRE ! ). Dell’Ermetismo conservava l’intento trasmutatorio: lo sviluppo di un “Corpo di Luce” mediante il supporto dell’energia sessuale e di un’immaginazione sviluppata artificialmente fino ai limiti più estremi.
Su indicazione di Aiwass, affittò una grande villa in Sicilia (a Cefalù) dove prese dimora con una piccola corte di discepoli, fondando la “Abbazia di Thelema”. Come per Gurdjieff al Prieurè, anche questa esperienza fu spezzata da un grave lutto: la morte del “figlio magico” di Crowley, il giovane statunitense Raoul Loveday (probabilmente per aver bevuto crudo il sangue di un gatto).
Gli attacchi della stampa inglese, che già da tempo seguiva la vita nell’Abbazia con morboso interesse, indussero il governo fascista a espellere Crowley dall’Italia.
Dopo la fine di Thelema, la parabola di Crowley entrò nella sua fase discendente. Vagabondò per tutto il mondo, perseguitato ovunque dalla stampa che lo bersagliava con le accuse più immaginose, presentandolo perfino come cannibale; lui d’altra parte aveva imparato a sfruttare questo genere di pubblicità. Vendeva pillole che assicuravano lunga vita, un corso per il ringiovanimento fisico e sessuale chiamato Amrita, dava lezioni di yoga e scacchi, scriveva poesie e si drogava.
Si spense ad Hastings il 1° dicembre 1947, e il suo ultimo scandalo fu il funerale secondo il rito thelemico, celebrato da uno sparuto manipolo di seguaci. Era stato dimenticato da tutti, ma il suo mito era destinato a ravvivarsi negli anni sessanta - quando i vagabondaggi per l’Asia, i fluenti capelli biondi della sua giovinezza, la passione per le droghe e lo spirito libertario che avevano caratterizzato la sua esistenza dovevano fare di lui “il profeta sconosciuto degli hippies”.
Se Crowley degli hippies fu il profeta, il loro Messia era un grassoccio ragazzo hispanic alto non più di un metro e sessanta, che il mattino della morte di Crowley probabilmente scorrazzava in bicicletta per i sobborghi di Los Angeles, del tutto ignaro di ciò che il destino gli riservava.
La west coast americana era il posto adatto per recepire le rivendicazioni di Crowley sui diritti in campo esoterico dell’immaginazione. Qui l’individualismo ottimista che è tipico della mentalità americana si combina a uno stile di vita fondato sull’edonismo, e spunti ulteriori allo sviluppo della fantasia vengono forniti dal suggestivo ambiente naturale, dalla storia e dalle leggende.
Nei primi decenni del dopoguerra, in California videro la luce (o trovarono un fertile terreno) i più suggestivi e duraturi adattamenti del messaggio crowleyano, che ben si conciliavano con il nascente movimento psichedelico e con la sua “espansione della coscienza” fondata sull’uso di droghe.
(1) N.d.r. Il film contiene la celebre Stairway to Heaven una delle canzoni più belle della musica rock.
Nella pagina dedicata ai testi delle canzoni potete leggere il testo con traduzione sia di Stairway to Heaven (testo molto interessante) che di The song remains the same.
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