Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
La mirabile dottrina dei Réau Croix sulla costituzione dell'Universo
- Seconda parte
di Arturus R+
Luglio 2020
Abbiamo visto il mese scorso come Adamo fosse stato provvisto da Dio di grandi poteri, perché potesse ricondurre all’obbedienza gli spiriti ribelli e contribuire alla reintegrazione del mondo della materia nell’unità divina.
Purtroppo egli cominciò a riflettere sui propri poteri e venne preso dall’orgoglio. Si ritrovò ben presto a comparare le proprie facoltà con quelle del Creatore, pensando che forse gli era data la possibilità di eguagliarlo.
Eppure percepiva confusamente che al proprio potere, per eguagliare quello di Dio, mancava qualcosa; ma non sapeva esattamente cosa, pur sentendo che era in qualche modo legato al suo modo di rapportarsi con l’onnipotenza divina.
Lambiccandosi in questi pensieri, cominciò a poco a poco a percepire come un peso insostenibile la consapevolezza della propria inferiorità nei confronti di Dio; e subito i suoi nemici se ne accorsero, e si accostarono a lui.
Il loro capo gli si presentò nelle vesti di un angelo di luce, e gli chiese:
Adamo, che cosa desideri conoscere di più dell’onnipotente Creatore? Non ti ha fatto uguale a lui con la virtù e l’onnipotenza che ha posto in te? Agisci dunque secondo la volontà innata in te, ed opera nella tua qualità di essere libero, sia sulla Divinità sia su tutta la creazione universale che è sottoposta al tuo comando!
Allora ti renderai conto che la tua onnipotenza non differisce per niente da quella del Creatore.
Imparerai a conoscere che sei non solo creatore di potenza particolare, ma anche di potenza universale: infatti ti è stato detto che da te dovrà nascere una posterità di Dio. Dal Creatore ho saputo tutte queste cose, e per suo conto e in suo nome io ti parlo.
Il capo dei demoni insegnò poi ad Adamo i riti che servono per assoggettare ogni essere. Gli rammentò ancora che rientrava nei poteri concessigli da Dio l’utilizzarli, e Adamo pensò forse che avrebbe potuto servirsene per facilitare il proprio lavoro; e nel caso fosse ancora incerto, il capo dei ribelli gli suggerì che - se li avesse usati - tutti avrebbero reso giustizia alla gloria che gli era dovuta.
Dopodiché, insistette ancora sul potere di generare nuove creature:
Adamo, hai innato in te il verbo della creazione di ogni specie; sei possessore di tutti i valori, pesi, numeri e misure. Perché non metti in opera la potenza di creazione divina che è in te? Non ignoriamo che ogni essere creato ti è sottomesso; opera dunque delle creature, poiché sei creato Re.
È importante notare come il pensiero del crimine non fosse sorto in Adamo, che si era limitato ad avere dei dubbi: fu l’incertezza della sua volontà ad aprire la breccia nella quale i demoni si insinuarono, e certamente la causa prima della sua incertezza può essere identificata nel libero arbitrio, che ci espone al dovere di dover scegliere costantemente tra la nostra volontà di rettitudine e l’influsso di mille maligne suggestioni.
Ma non per questo Dio ha intenzione di ritirare dalle sue creature spirituali questo grande dono, che rappresenta il suo più caratteristico marchio, anzi il simbolo stesso della nostra signoria sul creato.
Prima che Dio gli affidasse il compito di guardiano del mondo, Adamo aveva il potere di leggere nel pensiero di Dio ed in quello dei demoni come in due libri aperti, e la sua posizione di distacco gli consentiva di operare le proprie scelte con sicurezza e obbiettività. Ma dopo che ebbe conosciuto l’orgoglio - lo stesso male che aveva già causato la perdizione dei ribelli - impercettibilmente da pensante che era divenne pensoso; le suggestioni maligne potevano ora sfiorarlo, carezzarlo e al limite penetrarlo, come purtroppo finì per accadere.
Così, il primo effetto originato dal discorso del capo dei ribelli fu di accentuare oltremisura il suo turbamento. Sopraffatto dai propri pensieri, scivolò in uno stato che potremmo definire di trance, ma che i R+ propriamente designano come estasi spirituale animale.
A questa condizione che non aveva mai conosciuto prima seppe reagire, riscuotendosi dalla sua incertezza; ma ormai era tardi, un cambiamento impercettibile in lui era avvenuto, di cui non seppe essere cosciente dopo che ebbe recuperato la lucidità.
Allora, illudendosi di stare esercitando liberamente il suo arbitrio, Adamo respinse completamente il pensiero spirituale divino, per non fare uso che di quello che lo spirito maligno gli aveva suggerito.
Secondo il volere di Dio, né gli esseri spirituali né Adamo avrebbero dovuto essere creatori, ma solo creature di potenza, testimonianti lo sfolgorio della potenza divina.
Ciononostante, era vero che Adamo avesse tra i propri poteri un atto di creazione di posterità spirituale, cioè di forma gloriosa; ma avrebbe potuto esercitarlo soltanto facendosi tramite della volontà di Dio.
Se fosse stato così, avrebbe avuto tutta la gloria di queste specie di creazioni: la volontà del primo uomo essendo uguale a quella del Creatore, appena il pensiero dell’uomo avesse operato, il pensiero divino avrebbe agito di conseguenza, colmando immediatamente il frutto della sua operazione con un essere perfetto come lui.
Dio e l’uomo, insieme, non avrebbero fatto che una sola operazione; ed in questa grande opera, Adamo si sarebbe visto rinascere con grande gioia, perché sarebbe stato veramente il creatore di una posterità di Dio - a lui il compito di produrre la forma gloriosa di ogni nuovo uomo, a Dio quello di infondergli un’anima emanata dalla Sua quadruplice essenza.
Ma ahimè: in luogo di attenersi a questo programma, Adamo, inorgoglito, tracciò sei circonferenze simili a quelle del Creatore, cioè operò i sei atti di pensiero spirituali che aveva in suo potere per cooperare alla sua volontà di creazione. Egli eseguì fisicamente, ed in presenza dello spirito seduttore, la sua criminosa operazione.
Non solo; ma egli operò anche il pensiero demoniaco, facendo una quarta operazione, nella quale fece uso di tutte le potenti parole che il Creatore gli aveva trasmesso per le tre prime operazioni, sebbene avesse respinto completamente il cerimoniale di quelle stesse operazioni. Preferì invece il nuovo cerimoniale che il demonio gli aveva insegnato, così come il progetto che aveva ricevuto per attaccare l’immutabilità del Creatore.
La sua intenzione era quella di emanare esseri spirituali; ma in luogo di una forma pura e gloriosa, il frutto dei suoi sforzi si rivelò essere una forma di materia.
Aveva sperato di avere lo stesso successo del Creatore eterno; ma fu molto sorpreso, come il demonio, quando al posto di una forma gloriosa non ottenne dalla sua operazione che una forma tenebrosa completamente opposta alla sua.
Nella divina lingua primordiale in cui gli era rimasta la facoltà di esprimersi, egli la battezzò Houwa o Eva, che significa: carne della mia carne, ossa delle mie ossa, opera dell’operazione da me concepita ed esercitata con le mie mani.
Dio si accorse di quello che era successo, ed all’istante mutò la forma gloriosa di Adamo in una forma di materia simile a quella che aveva ottenuto. Così avvenne che fu Adamo stesso a creare il modello della sua prigione o del suo corpo fisico, che lo avrebbe racchiuso - lui e la sua posterità - entro limiti tenebrosi e nella privazione spirituale divina fino alla fine dei secoli.
Riguardo a questa parte dell’insegnamento R+, va affermata fortemente una cosa: che Eva o Houwa, ovvero la forma creata da Adamo, non è la donna; o meglio, è solo la forma della donna, in quanto - come abbiamo visto - soltanto le forme Adamo era in grado di creare.
Eva sarebbe diventata donna soltanto dopo che il Creatore avesse provveduto a perfezionare l’opera di Adamo, comunicandole la vita; Adamo, perciò, non ha dato origine alla donna, ma soltanto ad una forma corporea.
Fu Dio, e soltanto Lui, ad emanare l’anima di Eva, come emana ogni essere, prima di incorporarla nella forma creata da Adamo; il quale, peraltro, veniva nel contempo rivestito anche lui di un corpo di materia.
La natura spirituale di Adamo ed Eva è peraltro strettamente identica, come pure i loro diritti e doveri nei confronti tanto del Creatore quanto del mondo manifestato; ed in questa prospettiva le differenze anatomiche tra i loro corpi fisici sono del tutto ininfluenti, a dispetto della malafede di coloro che vorrebbero ravvisare nell’essere donna un senso implicito di inferiorità o di perdizione.
La maggior parte dei gruppi R+ esistenti nel mondo ammette tra le sue file le donne, ad alcune delle quali è accaduto di conseguire la dignità di Gran Maestra, ovvero di Capo dell’Ordine.
Non appena Adamo ed Eva peccarono… (Dio) tolse loro la corazza formata dalla luce delle sacre lettere con cui li aveva circondati. Fu allora che furono presi da spavento, poiché si accorsero di essere stati privati della corazza, come è scritto: “ed essi si accorsero di essere nudi” (Genesi 3:7).
Prima, essi erano circondati da quella gloriosa corazza che li rendeva liberi, mettendoli al riparo da ogni istigazione. Ma non appena ebbero peccato si accorsero di essere nudi, e constatarono la perdita della libertà che fu causa della morte loro e di tutto il mondo.
Per quanto Dio fosse estremamente addolorato per la caduta di Adamo, non ritenne opportuno ritirargli il dono del libero arbitrio, e si astenne dall’intervenire per spezzare il suo patto con i demoni: questo avrebbe significato anche negargli la possibilità di riscatto, giacché se inviaste un secondo voi stesso a combattere i vostri nemici e se dipendesse da voi farlo vincere, potreste lasciarlo soccombere senza soccombere voi stesso? Se, al contrario, il vostro deputato va al combattimento osservando esattamente le leggi d’ordine che gli avete dato e ritorna trionfante, lo ricompenserete con tutta la vostra potestà, come un amico fedele ai vostri ordini.
Come abbiamo già visto, tra la prima prevaricazione dei ribelli e la seconda di Adamo c’è un’importante differenza: il capo dei ribelli aveva egli stesso concepito il male di cui fu autore, mentre Adamo non fece altro che attuare ciò che lui gli aveva suggerito.
E tuttavia, pur tenendo in conto questa attenuante, la colpa di Adamo era stata tanto violenta e grande che l’abominazione e lo scandalo della sua iniqua operazione penetrarono sin nella corte divina, già sconvolta dalla colpa dei primi spiriti… e questa maledetta operazione dell’uomo provocò su di essi un nuovo cambiamento nelle loro leggi d’azione e di operazione: cioè, proprio nell’atto del crimine di Adamo, il Creatore inasprì la legge sugli esseri spirituali della sua immensità, e le loro leggi d’azione e d’operazione non furono più le stesse quali erano non solo prima della colpa dei primi spiriti, ma anche al tempo dell’emanazione del primo uomo.
Questo vuol dire che gli spiriti dell’immensità divina divennero da allora più soggetti al mondo temporale di quanto non lo fossero prima: sono stati infatti assoggettati a contribuire alla riconciliazione ed alla purificazione degli uomini, per la quale riconciliazione agiscono sulla (loro) anima spirituale. Eccoli quindi incaricati di una missione che non avrebbero avuto senza la colpa dell’uomo, che li obbliga ad agire in un mondo estraneo alla loro natura angelica.
Non soltanto per questo la violazione commessa da Adamo fu tanto grave, ma anche perché, se vogliamo, il suo successo può essere considerato superiore a quello dei demoni: infatti non solo Adamo ha impresso nella sua mente il consiglio dei demoni in favore dei quali ha contratto una cattiva volontà, ma è stato indotto anche a far uso di tutta la sua virtù e potenza divina contro il Creatore, operando in favore dei demoni ed a suo piacere un atto di creazione; il che gli spiriti perversi non ebbero il tempo di fare, il loro pensiero e la loro volontà malvagi essendo stati distrutti dal Creatore che subito (li) arrestò e prevenne.
Il misero Adamo era ora provvisto di un corpo materiale, una tunica di pelle. Insieme alla sua compagna venne ad abitare sulla terra come il resto degli animali, mentre prima della sua colpa regnava su questa stessa terra come Uomo-Dio, senza essere confuso con essa né con i suoi abitanti.
Ormai, ahimè, il nostro progenitore era costretto a vivere come schiavo in quello stesso mondo sul quale come Uomo-Dio aveva regnato, e a lavorare in esso essendo soggetto alla pena del tempo; non solo, ma soggetto anche all’insidia degli esseri perversi che vi risiedono, perché il canale che un tempo lo legava agli angeli era ormai interrotto, e non c’era più nessuno a tutelarlo e aiutarlo; ed ancora, sempre tormentato dall’inestinguibile memoria della sua antica condizione.
Noi non possiamo neanche immaginare quali furono le pene che sopportò Adamo quando, dopo essere stato completamente libero e senza limiti per la sua natura di essere puro, spirituale e pensante, venne a trovarsi in una prigione di materia e sottomesso al tempo.
Appena si era ritrovato rinchiuso nel suo secondo corpo di materia terrestre, Adamo aveva sentito il turbamento, l’agitazione e le differenti lotte che avvenivano in lui; e fu in questa condizione che implorò la clemenza di Dio.
Allora lo spirito gli presentò nel suo assopimento il frutto della sua prevaricazione, il che completò la sua costernazione ed aumentò la violenza dei suoi rimorsi nel considerare la propria opera.
Impiegò infatti quarant’anni a gemere sul suo crimine, riflettendo su ciò che era stato nel suo primo principio, su ciò che era diventato e su ciò che doveva diventare in seguito. Con i suoi lamenti, si dispose a chiedere misericordia al Creatore; e la ottenne, infatti, in capo a quaranta anni di pene e patimenti necessari per compiere la sua espiazione.
Il fatto che l’espiazione di Adamo sia durata quarant’anni come quella degli Israeliti nel deserto è un esempio della scienza dei tipi: un caposaldo della dottrina R+, del quale in futuro avrò forse occasione di trattare più estesamente in un articolo.
Un’altra precisazione, apparentemente secondaria ma importante, qui è indispensabile: non bisogna supporre che il lasciar sussistere il corpo materiale di Adamo anziché distruggerlo sia un aspetto della clemenza esercitata su di lui da Dio - è, al contrario, una parte della pena toccata in sorte all’umanità:
Il Creatore lasciò sussistere la sua (di Adamo) opera impura affinché fosse perseguitata di generazione in generazione, per un tempo imprecisabile, avendo sempre davanti agli occhi l’errore del suo crimine. (Egli) non ha permesso che la colpa del primo uomo si eclissasse di sotto i cieli, affinché la sua posterità non potesse sostenere a propria giustificazione di ignorare la propria prevaricazione, e che apprendesse come le pene e le miserie che sopporta e dovrà sopportare sino alla fine dei secoli non derivano dal Creatore ma dal nostro primo padre, (in quanto fu) creatore di materia impura e passiva… mentre non sarebbe stata passiva se Adamo avesse unito la sua volontà a quella del Creatore.
Fu al tempo della riconciliazione che il Creatore benedisse Adamo per la seconda volta e gli perdonò la colpa; ma non gli restituì che una potenza inferiore a quella che possedeva prima della colpa.
Tra i poteri che gli vennero restituiti c’era quello di far nascere da lui una posterità di uomini, un diritto che l’Eterno gli confermò ricordando quanto egli avesse la potenza, nel suo stato di gloria, di far uso delle essenze puramente spirituali per la riproduzione della sua forma gloriosa; anche se, dopo il suo crimine essendo Adamo condannato a riprodursi materialmente, per la sua riproduzione non poté far uso che delle essenze spiritose materiali.
Adamo ed i suoi discendenti, essendo trattenuti nella forma di materia terrestre, non dovevano tributare al Creatore lo stesso culto di quello per cui il primo uomo era stato emanato. Se il primo uomo ha cambiato forma, occorre necessariamente che cambi il suo modo di operare; e questa nuova operazione è infinitamente limitata dalla forza delle leggi che il Creatore ha posto contro Adamo, e che ha reso reversibili su tutta la sua posterità sino alla fine del Tempo.
Per questo i R+ ancora oggi, con un rammarico pari soltanto alla loro gratitudine verso l’Eterno, sono forzati ad effettuare un tipo di culto nel quale svolgono un ruolo preponderante tanto la materia quanto il tempo: ovvero in cui il sensibile e lo psichico sono uniti allo spirituale, e sempre col rischio che le debolezze umane possano alterarne involontariamente la combinazione a vantaggio della materia.
È questa una cosa ben diversa dal culto che l’uomo avrebbe dovuto assolvere nel suo stato di gloria: non essendo destinato che a un solo scopo, sarebbe stato completamente spirituale. Invece quello che il Creatore esige oggi dalla sua creatura temporale ha due fini, l’uno temporale e l’altro spirituale.
Di fatto, quando Adamo comprese la propria colpa e ne fu pentito, tanto egli stesso quanto i suoi primi discendenti si posero di buona lena ad operare - secondo quei riti di cui avevano ancora memoria - perché Dio li perdonasse, e acconsentisse di reintegrarli nel compito primitivo del R+ - quello di provvedere, a sua volta, alla reintegrazione dell’intero Creato.
Allora Dio ebbe pietà, e si riconciliò spiritualmente con la sua discendenza, riaprendo loro la via - ovvero decise che l’Uomo poteva considerarsi ristabilito nelle stesse virtù e potenze che aveva prima contro gli infedeli della legge divina - anche se i poteri materiali che d’ora innanzi gli avrebbe concesso sarebbero stati molto inferiori a quelli di prima.
Ma Adamo era ormai frammentato, ed ogni suo singolo discendente avrebbe dovuto riguadagnarsi questi privilegi tramite il duro lavoro.
Poiché gli esseri spirituali che erano rimasti fedeli non videro di buon occhio il perdono che Dio aveva concesso all’uomo, Egli fu indotto a modificare la legge che avrebbe regolato i loro rapporti con l’uomo, e decretò solennemente che - qualora l’uomo li avesse chiamati secondo certe regole - essi sarebbero stati obbligati a presentarsi a lui, consentendogli di condividere il loro stato spirituale elevato e la loro forza per meglio combattere i loro comuni nemici.
Il fiume della ritualità R+, come viene praticata ancora oggi, ha la sua fonte proprio nella conoscenza di questo mirabile segreto divino. Ha il fine ultimo di sottrarre l’intera umanità all’influenza dei demoni, affinché possa concorrere ad avviare lungo il percorso della reintegrazione l’intero mondo della materia.
Ai giorni nostri, il conseguimento di questo risultato pare ancora assai lontano: tuttora esclusa dalla sorgente divina, la maggior parte degli esseri umani non ha ancora trovato la strada per ricongiungersi alla fonte primaria della vita, recuperare il dialogo con Dio e sottrarsi all'influenza dei demoni. Ma per qualcuno è già possibile beneficiare dei frutti della riconciliazione, in seguito alla quale Adamo è stato rimesso dal Creatore nelle stesse virtù e potenze che aveva prima contro gli infedeli della legge divina; con questa riconciliazione ottenne per la seconda volta dei poteri pro e contro ogni essere creato, e fu rimesso parzialmente nelle sue prime virtù e potenze.
Il potere del R+ rimarrà tuttavia ben poca cosa finché l’umanità tutta non si sarà riconciliata con il Creatore; anzi è nulla senza questa (riconciliazione), al punto che l’animale ha più virtù nel suo solo istinto passivo di quanto non ne abbia l’essere umano degenerato, che si annulla nell’inazione spirituale divina.
Tristissimo e senza speranza appare il destino degli esseri umani che non pervengono alla riconciliazione nel corso della loro vita: essi infatti diventeranno preda degli spiriti perversi, i quali - con l’unione che faranno con loro - li tratterranno per un tempo infinito nella riprovazione.
Ma non sarà per l’eternità, poiché questa appartiene solo a Dio: anche per gli uomini più reprobi resterà sempre aperta la porta della reintegrazione finale.
Invece all’essere umano pienamente riconciliato viene resa la possibilità di operare con le tre potenze ternarie, che sono: potenza aerea, terrestre e focosa.
Questi notevoli poteri magici, dei quali il R+ va giustamente fiero, sono riservati a lui soltanto: non si può prevedere quali potrebbero essere i funesti risultati per chi volesse farne uso, in qualsiasi operazione, senza aver ottenuto prima dal Creatore la potenza quaternaria che ci è stata tolta dalla prevaricazione di Adamo; per la quale l’anima dell’uomo è l’organo dell’intelletto, l’intelletto è l’organo dello spirito maggiore e lo spirito maggiore è l’organo del Creatore divino. Tale è la bella armonia organica dei principali esseri spirituali.
Riguardo all’intelletto divino, c’è da dire che è un’influenza spirituale, un essere creato dallo spirito emanato da Dio… ogni pensiero divino che giunga a noi per mezzo della comunicazione invisibile di un buono spirito o di un buon intelletto non deve affatto essere considerato come volontà operante divina, ma solo come pensiero. È questo pensiero ciò che noi chiamiamo “intelletto”, e secondo questa comunicazione l’uomo opera la sua volontà.
Analogamente il principale capo dei demoni, che ha giurato di combattere senza posa e con ostinazione la legge del Creatore… comunica il suo cattivo pensiero agli angeli che gli sono sottomessi; e questi, in conformità alla loro cattiva volontà, mettono questo pensiero in azione ed in operazione per la persecuzione dell’uomo…
Questi cattivi spiriti subordinati, sebbene inferiori, hanno la stessa facoltà del principe dei demoni, perché sono come lui esseri pensanti e privi di ogni forma materiale; hanno, di conseguenza, il loro intelletto particolare, che emana direttamente da essi come l’intelletto generale cattivo emana dal grande principe dei demoni, loro capo.
Vedi perciò che lo spirito cattivo non possiede che due potenze: la propria, pura e risoluta, e poi quella degli spiriti inferiori suoi subordinati.
Vedi anche che il principe demoniaco ha in suo potere l’intelletto spirituale generale demoniaco; ed ugualmente, gli spiriti a lui subordinati dispongono del loro cattivo intelletto particolare…
Nella sua unione con l’intelletto e lo spirito cattivo, l’anima abbandona interamente la sua potenza spirituale buona, per diventare essa stessa intelletto del demonio; invece nell’unione con l’intelletto e lo spirito buono conserva e fortifica la sua potenza spirituale divina.
La militanza del R+ sul fronte del bene è sempre oggetto di attacchi costanti. Occorre sapere che lo spirito demoniaco usa scagliare la sua aggressione contro gli esseri umani facendo attaccare le loro forme dal suo cattivo intelletto; il quale, allorché è riuscito ad unirsi completamente con la forma, rende passiva la vita dell’uomo, e suscettibile d’essere vita spirituale demoniaca.
Da ciò deriva che questo spirito intelletto attacca l’uomo affinché possa ricevere la volontà del principe dei demoni, per il cui ordine questo intelletto agisce ed ha giurato di lottare contro ogni specie di operazione spirituale che miri alla gloria del Creatore… tutto dipende dalla fermezza dell’uomo nel respingere l’essere estraneo a lui e alla sua forma, o dalla sua debolezza nell’accettare le insinuazioni dello spirito cattivo.
La parte passiva dell’uomo, simboleggiata dal sangue e dall’attività psichica, viene anche detta anima passiva o anima animale; il suo numero è il 3. Invece la parte non passiva è l’anima eterna, che ha il numero 4.
Vediamo ora brevemente l’assetto che venne a determinarsi nell’Universo dopo le due prevaricazioni.
Abbiamo visto il mese scorso come la prima emanazione operata da Dio fosse il grande cerchio dell’immensità divina, contenente a sua volta quattro cerchi.
La situazione degli spiriti contenuti nel primo dei quattro cerchi non è cambiata di molto, perché in verità, gli spiriti che occupano il primo cerchio non sono mai usciti dal posto che occupavano; tutto il cambiamento che hanno subito a causa della prevaricazione degli spiriti perversi... è l’essere stati sottoposti al tempo.
Invece gli spiriti del secondo cerchio, o spiriti ottonari, vennero emancipati, perché in seguito alla prevaricazione dei primi spiriti, il Creatore accrebbe la forza della sua legge sulla creatura spirituale, ne emancipò l’azione di duplice potenza affinché potesse manifestare la sua giustizia e la sua gloria nelle tre diverse immensità indistintamente (vedremo più oltre la particolare missione che è loro affidata).
Il termine emancipati, che non è sinonimo di emanati, viene attribuito dai R+ a tutte le categorie di spiriti destinati alla lotta contro i prevaricatori.
Non tutti gli spiriti emancipati esercitano un’azione diretta sul mondo della materia: abbiamo appena visto ad esempio che gli spiriti ottonari - emancipati dopo la prima prevaricazione - sebbene possano esercitare il loro potere su tutto il creato, sono attrezzati particolarmente per la lotta contro i demoni.
Invece gli spiriti del terzo cerchio o settenari, sono coloro che Dio obbliga ad operare nel superceleste azioni spirituali temporali; ovvero, dopo la prevaricazione, vennero espressamente destinati da Dio alla lotta contro i demoni sul piano della manifestazione formale.
Il loro numero è in aumento costante, in quanto ne vengono costantemente emancipati di nuovi per star dietro alla complessità caotica che accresce fisiologicamente con lo svilupparsi dello spaziotempo.
Che cosa accadde, infine, agli spiriti ternari minori del quarto cerchio? Ti dirò esattamente, da parte dell’Eterno, che non appena gli spiriti perversi furono scacciati dalla presenza del Creatore, gli spiriti inferiori e minori ternari ricevettero la potenza di operare la legge innata in essi di produzione di essenze spiritose, allo scopo di contenere i prevaricatori nei limiti tenebrosi di privazione divina.
Ricevendo questa potenza, essi furono emancipati subito: la loro azione, che era pura, spirituale e divina, fu cambiata non appena lo spirito ebbe prevaricato. Non furono più che esseri spirituali temporali, destinati ad operare le varie leggi che il Creatore avrebbe prescritto per l’intero compimento delle sue volontà.
In seguito a tutti i cambiamenti che erano avvenuti in seno all’immensità divina, un nuovo grande cerchio venne pensato da Dio per rendere stabili l’ordine e le leggi cerimoniali che gli spiriti emancipati devono operare in tutta l’estensione dei tre mondi temporali, in corrispondenza con gli spiriti emanati nell’immensità divina.
Il suo nome è immensità superceleste, ed a rassomiglianza dell’immensità divina contiene anch’esso quattro cerchi più piccoli; ospitanti gli spiriti che prima della ribellione risiedevano nei cerchi superiori, e sono stati poi chiamati da Dio ad agire per la regolamentazione del mondo.
L’immensità superceleste contiene le stesse facoltà di potenza spirituale dell’immensità divina; però a differenza di essa è limitata e passiva, perché soggetta al tempo.
Gli spiriti che la abitano, con il loro rango e la loro missione… hanno l’atto della duplice potenza, perché sono tutti sotto la dominazione ed il comando dell’azione diretta dell’Eterno, e perché è in questo mondo superceleste ove risiedono ogni azione ed operazione in favore o contro la creatura spirituale, quella spirituale temporale divina e quella spirituale materiale.
Sotto l’immensità divina e l’immensità superceleste, il Creatore emanò poi un terzo mondo: l’immensità celeste. I cerchi dai quali è, a sua volta, costituita ricevono dal superceleste tutte le virtù e tutti i loro poteri, e poi li comunicano al corpo generale terrestre.
Mentre i primi due mondi non sono separati tra loro, tra essi e l’immensità celeste si erge un corpo intermedio: l’asse fuoco centrale (o asse fuoco increato, o asse centrale), che dà la vita e il movimento a ogni specie di corpi, ed è l’agente generale, particolare e universale, aderente ai cerchi supercelesti ed organo degli spiriti inferiori che l’abitano, e che operano su di esso sul principio della natura corporea.
Questo asse, quando viene disegnato, è di solito raffigurato come un cerchio; prendendo cioè in considerazione la sua sezione diametrale.
L’asse fuoco centrale è il principio di ogni animazione, l’involucro, il sostegno di tutta la creazione, alla quale pone un limite e la vivifica col proprio fuoco, proiettando in ogni corpo… una scintilla della sua sostanza, e procurando così alla forma corporea il veicolo necessario, principio di vita passiva che si inserisce nelle tre sostanze.
Nel suo punto più elevato, l’asse fuoco centrale aderisce al punto inferiore del grande cerchio dell’immensità superceleste; nel suo punto basso, al punto superiore del grande cerchio dell’immensità celeste.
Quest’ultima può essere considerata inferiore all’asse fuoco centrale ma anche interna ad esso, poiché la circonferenza dell’asse la contorna.
Il grande cerchio dell’immensità celeste è abitato, o meglio potremmo dire che sono le entità spirituali stesse che ne fanno parte a costituirlo. Queste entità sono gli spiriti dell’asse fuoco centrale.
Sono il centro di ogni movimento, e sono detti increati perché aderenti alla corte della Divinità, ed eterni.
Il fuoco che li costituisce è il principio della vita di ogni essere di corpo creato… che mantiene tutte le forme, sia generali sia particolari, in equilibrio; senza il quale nessun essere può avere vita e movimento, fuoco che limita l’immensità dell’universo ed il corso del movimento e dell’azione di ogni essere contenuto nella creazione universale; e di esso viene anche detto, più esplicitamente, che è il principio della vita materiale.
Quale fu l’origine degli spiriti dell’asse fuoco centrale? Essi fanno parte della categoria dei minori ternari, quegli spiriti che originariamente erano stati emanati per occupare il quarto cerchio dell’immensità divina.
La loroazione, che era pura spirituale divina, fu cambiata non appena lo spirito ebbe prevaricato; non furono più che esseri spirituali temporali, destinati ad operare le differenti leggi che il Creatore prescriveva loro per il compimento intero delle sue volontà.
Il loro attuale compito è dunque di operare temporalmente, producendo le tre essenze spiritose fondamentali che generano lo spaziotempo, e producendo in questo modo gli esseri umani degli input sensoriali.
Siamo ormai arrivati alle porte del nostro mondo, nel quale la funzione della materia - per quanto possa apparire, in una visione miope, contrapposta alla spiritualità dell’azione divina - è in realtà infusa dall’azione provvidenziale degli spiriti ternari; che Dio emancipò dando loro la potenza di operare la legge, innata in loro, di produzione delle essenze spiritose, allo scopo di contenere i prevaricatori nei limiti tenebrosi di privazione divina, e il potere di far emanare dal loro fuoco le tre essenze spiritose fondamentali del loro corpo, o forma gloriosa.
In base a queste premesse, possiamo scorgere forti analogie tra il simbolo dell’asse fuoco centrale e quello ermetico dell’Ouroboros; anzi il primo costituisce, in un certo senso, la spiegazione dell’esistenza del secondo, insegnandoci con la massima chiarezza quanto sia errato il punto di vista di chi sostiene che l’attività materializzante dell’Ouroboros debba essere ascritta ad uno spietato piano divino contro l’umanità.
È vero piuttosto il contrario: anche se l’uomo ha sbagliato, il mondo della materia resta pur sempre ad offrirgli una possibilità di reintegrazione.
Arturus R+
Prima parte - Terza parte - Quarta parte - Quinta parte - Sesta parte
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